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Pubblicazione: Firenze : Alinari, 2007
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, eng, Paese: IT
William-Adolphe Bouguereau (La Rochelle, 30 novembre 1825 – La Rochelle, 19 agosto 1905) è stato un pittore e docente francese appartenente alla corrente dell'accademismo. Avendo manifestato un considerevole talento fin dall'infanzia, ricevette la sua formazione artistica in una delle più prestigiose scuole d'arte del suo tempo, l'École des Beaux-Arts a Parigi, di fianco al museo del Louvre; ne divenne in seguito uno dei docenti più ricercati e si ritrovò ad insegnare anche all'Académie Julian, una scuola privata di pittura e scultura. La sua carriera fiorì nel periodo aureo dell'arte accademica, di cui è stato uno dei rappresentanti più famosi nonché un ardente sostenitore. La sua pittura è caratterizzata da una perfetta padronanza sia della forma che della tecnica, con una finitura di alta qualità che riesce a ottenere grandi effetti di realismo. In termini di stile, faceva parte della corrente eclettica, che dominò la seconda metà del XIX secolo, mescolando elementi di neoclassicismo con altri di romanticismo, in un approccio naturalistico con una buona dose d'idealismo. Ha prodotto un vasto numero di opere, concentrandosi su temi di mitologia classica ma spaziando anche nel campo dell'allegoria, della storia e della religione; è conosciuto infine anche per i suoi ritratti di nudo artistico e le immagini di giovani contadine e pastorelle.Accumulata una vasta fortuna e guadagnatosi ampia fama internazionale durante la vita, ricevendo numerosi premi e decorazioni, come il Prix de Rome e la Legion d'onore, verso la fine della sua carriera cominciò però a essere sempre più screditato dai precursori del modernismo. A partire dall'inizio del XX secolo, poco dopo la morte, il suo lavoro è stato rapidamente dimenticato, venendo dai più considerato vuoto e artificiale, un modello di tutto ciò che l'arte non dovrebbe essere, ma negli anni ottanta del medesimo è stato progressivamente rivalutato e oggi è considerato come uno dei grandi pittori del XIX secolo.
L'espressionismo è in letteratura un'avanguardia che prende le sue mosse in Germania negli anni dieci del Novecento e si protrae fino alla prima metà del Novecento. La categoria “espressionismo” è diventata ormai un termine tecnico la cui misura di estensione supera molto il confine del territorio in cui essa ha preso la radice. Finora tante definizioni sono state fornite e ognuna di esse ha la propria ragione tanto valida da esistere. Mittner parla di una sorta di «comoda approssimazione» al posto di una definizione definitiva. Ossia, come «romanticismo» e «barocco», l'espressionismo è uno dei termini «approssimativi» per indicare un movimento espressivo piuttosto che un oggetto preciso della storia. Invece di cercare una definizione più valida, secondo Mittner, va meglio dunque chiedersi come si svolge l'espressionismo. Il termine non indica la realtà storica di una scuola o di un gruppo distinguibile nella loro unità. Essa, si dice con Chiarini, designa una corrente artistica affermatasi in Germania. Non solo. Sempre secondo Chiarini, “l'espressionismo” è «una vera e propria categoria critica modellata sulle componenti più vistose, sia tematiche sia stilistiche in particolare, dell'espressionismo ‘storico’». Mittner, nel suo libro dedicato al movimento espressionistico, l'ha voluto collocare fra il 1905 e il 1926. Tuttavia, come sostengono alcuni critici, l'espressionismo nasce, si sviluppa e poi termina non necessariamente all'interno del periodo storico sopra menzionato. Esso ha una sua tradizione molto più lunga di quanto non appaia. Ad esempio, come sostiene Kasimir Edschmid, «l'espressionismo c'è sempre stato»; o si dice con Rheiner l'espressionismo è quell'«atteggiamento spirituale [...] che non appare da oggi o da ieri, bensì da millenni nella storia dell'umanità». Maria Corti arriva addirittura a parlare di una «secolare tradizione espressionistica [...] italiana». Significa che l'espressionismo è riscontrabile in ogni epoca. Vent'anni possono essere dunque considerati il periodo in cui l'espressionismo è più manifesto. Una generazione degli artisti espressionisti nati fra il 1880 e il 1890 è considerata come la principale vittima della prima guerra mondiale. L'espressionismo esprime la necessità artistica di interpretare la sostanziale deformazione della percezione di una realtà avvertita ormai come distorsione del felice rapporto uomo-natura e in aperta opposizione ad una società borghese illusa ed egoista che marcia inconsapevolmente verso la I Grande Guerra. In ambiente di crisi politico-sociale assieme alla crisi dell'arte europea ma anche alle nuove e importantissime scoperte scientifiche all'inizio del Novecento, si determina lo stile espressionistico che si concentra su alcune tematiche emergenti della società: il «grido interiore», la distruzione del mondo fino allora conosciuto, la solitudine umana, il male e la violenza, la condizione di «smarrimento, d'angoscia, d'orrore» dell'umanità. Le produzioni letterarie hanno messo in luce il modo di percepire la nuova epoca spiegando il perché gli espressionisti abbiano reagito in una certa maniera di fronte alla realtà caotica della società moderna. All'interno di quella realtà caratterizzata dalla guerra, la sensibilità espressionistica tenta di esasperare o di far esplodere quelle contraddizioni che il progresso e più in generale una società industrializzata hanno innescato nel tessuto sociale. Di fronte all'evidenza di una nuova "barbarie" della realtà sociale e psicologica, l'ottimismo cede il posto al pessimismo, dando luogo a un senso angoscioso di crisi e di disorientamento, oppure alla ribellione, alla protesta e persino alla rinuncia e al sacrificio di sé. Tutti questi temi sono considerati come archetipi espressionistici e si riflettono anche nel linguaggio usato, un linguaggio provocatorio che comprende il pathos esasperato, la deformazione grottesca, il grido di guerra. Tutto ciò spiega, da una parte, il perché la categoria ‘espressionismo’ si avvantaggi nella sua geografia di un'ampia estensione: partendo dalla Germania, si allarga in Austria, Svizzera per arrivare a diffondersi in Russia, Francia, Italia, ecc. Dall'altra, rende più chiaro il motivo per cui l'estensione e la profondità della sua presenza siano così ampie nei diversi campi, dalla pittura alla musica, dalla letteratura al teatro, dal cinema all'architettura. Anche nel movimento letterario di quegli anni, l'espressionismo comincia a rendersi visibile. Il termine non viene però usato per primo nella letteratura. L'espressionismo non proviene dalla letteratura ma dalla storia dell'arte. È nelle arti figurative che si comincia a chiamare «espressionismo». In Germania, il processo metaforico che passa dalle arti figurative, maggiormente dalla pittura, alle produzioni letterarie si sviluppa in modo progressivo. L'espressionismo letterario rimarrà però in stretto legame con l'espressionismo artistico. È dagli storici dell'arte, come Alois Riegl e Wilhelm Worringer, che parte l'idea di un Kunstwollen (‘volere artistico’) comune a tutti i tipi di arte. Il concetto spiega l'arricchimento che le arti figurative hanno fornito alle produzioni letterarie. Esiste anche un'altra ragione quando si parla dello stretto rapporto tra i due ambiti ed è quella legata a numerosi talenti multipli. Sono pittori o scultori ma allo stesso tempo sono anche poeti e scrittori come Oskar Kokoschka (1886-1980), Alfred Kubin (1877-1959), Ernst Barlach (1870-1938). Sono poeti e musicisti ma lasciano anche le loro importanti tracce nella pittura come Arnold Schönberg e Georg Trakl.
Traversetolo (Travarsèddol in dialetto parmigiano) è un comune italiano di 9 555 abitanti della provincia di Parma.
Un italo-francese è un cittadino francese di origini italiane. Secondo una pubblicazione del Centre Interdisciplinaire de Recherche sur la Culture des Échanges (CIRCE) dell'Università Sorbona - Parigi 3, oggi la comunità francese con ascendenze italiane è stimata intorno ai 4 milioni di individui (circa il 7% della popolazione totale). Tra gli italo-francesi recensiti non dovrebbero rientrare gli abitanti autoctoni della Corsica e del Nizzardo, nonostante parte di questi siano etnicamente italici e linguisticamente italofoni, anche perché questi territori non hanno mai fatto parte politicamente dell'Italia unita. Secondo dati ufficiali dell'AIRE relativi al 2007, invece i cittadini italiani residenti in Francia risultavano 348.722. Sono 370.000 secondo il “Rapporto Italiani nel mondo 2010” della Fondazione Migrantes.
Budapest (AFI: [ˈbudɒpɛʃt]; pronuncia italiana moderna: /ˈbudapest/) è la capitale e la maggiore città dell'Ungheria. Amministrata come un comune autonomo, costituisce inoltre il centro primario del Paese per la vita politica, economica e culturale; al 2016 conta 1 759 407 abitanti, mentre la popolazione residente nell'area metropolitana ammonta a oltre 3 300 000 persone. Budapest nacque ufficialmente nel 1873 dall'unione delle città storiche di Buda e Óbuda, ubicate a ovest del Danubio, con l'abitato di Pest, situato sulla riva opposta del fiume e anch'esso di antiche origini; fino al 1918 fu una delle due capitali dell'Impero austro-ungarico, dissoltosi al termine della prima guerra mondiale. Nel XXI secolo Budapest è diventata una metropoli globale e si è affermata come una popolare destinazione turistica: nel 2011, secondo i dati forniti da Euromonitor International, la capitale ungherese è stata la 25ª città più visitata del mondo.
Firenze (AFI: /fiˈrεnʦe/; ; in epoca medievale e nel linguaggio poetico anche Fiorenza, /fjoˈrɛnʦa/) è una città italiana di 361 841 abitanti, capoluogo della Toscana e centro della città metropolitana; è il primo comune della regione per popolazione, cuore dell'area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia. Nel Medioevo è stata un importante centro artistico, culturale, commerciale, politico, economico e finanziario; nell'età moderna ha ricoperto il ruolo di capitale del Granducato di Toscana dal 1569 al 1859 che, con il governo delle famiglie dei Medici e dei Lorena, divenne uno degli stati più ricchi e moderni. Le varie vicissitudini politiche, la potenza finanziaria e mercantile e le influenze in ogni campo della cultura hanno fatto della città un crocevia fondamentale della storia italiana ed europea. Nel 1865 Firenze fu proclamata capitale del Regno d'Italia (seconda, dopo Torino), mantenendo questo status fino al 1871, anno che segna la fine del Risorgimento. Importante centro universitario e patrimonio dell'umanità UNESCO dal 1982, è considerata luogo d'origine del Rinascimento – la consapevolezza di una nuova era moderna dopo il Medioevo, periodo di cambiamento e "rinascita" culturale e scientifica – e della lingua italiana grazie al volgare fiorentino usato nella letteratura. È universalmente riconosciuta come una delle culle dell'arte e dell'architettura, nonché rinomata tra le più belle città del mondo, grazie ai suoi numerosi monumenti e musei tra cui il Duomo, Santa Croce, Santa Maria Novella, gli Uffizi, Ponte Vecchio, Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti. Di inestimabile valore i lasciti artistici, letterari e scientifici di geni del passato come Petrarca, Boccaccio, Brunelleschi, Michelangelo, Giotto, Cimabue, Botticelli, Leonardo da Vinci, Donatello, Lorenzo de’ Medici, Machiavelli, Galileo Galilei e Dante Alighieri, che fanno del centro storico di Firenze uno dei luoghi con la più alta concentrazione di opere d'arte al mondo. La ricchezza del patrimonio storico-artistico, scientifico, naturalistico e paesaggistico rendono il centro e le colline circostanti un vero e proprio "museo diffuso".
L'Europa è uno dei sei continenti della Terra. L'idea di "continente" europeo non è universale: alcuni testi di geografia non europei fanno riferimento a un continente eurasiatico, o a un subcontinente europeo, dato che l'Europa non è circondata interamente dal mare ed è, in ogni caso, più un concetto storico - culturale che geografico.
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