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Autore principale: Della Casa, Giovanni
Edizione: 2. ed
Pubblicazione: Milano : Biblioteca Universale Rizzoli, 2001
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Un manoscritto (dal latino manu scriptus, cioè "scritto a mano", abbreviato in inventari e cataloghi come ms) è un qualsiasi documento scritto a mano, in opposizione a quelli stampati o riprodotti in un qualsiasi altro modo. Rientrano quindi in questa categoria anche i graffiti e le incisioni (su tavolette di qualsiasi materiale). Comunemente, però, con questo termine si designano testi scritti a mano e redatti in forma di libro. In editoria sono considerati manoscritti anche i testi dattiloscritti che non sono ancora passati attraverso il processo di stampa. L'esempio tipico è la copia che l'autore ha scritto personalmente. Sua caratteristica precipua dev'essere l'unicità. Il periodo d'oro dei manoscritti è situato nel Medioevo, quando gli amanuensi trascrissero migliaia di testi dell'antichità conservandoli in codici che li hanno preservati nei secoli. La disciplina che studia i manoscritti in quanto oggetti è la codicologia, mentre lo studio della scrittura è affidato alla paleografia. Lo studio e l'edizione dei testi contenuti nei manoscritti è di competenza della filologia. I manoscritti non sono definiti dal loro contenuto, che può essere contraddistinto da testo in prosa come da calcoli matematici, mappe, figure esplicative o illustrazioni. I manoscritti possono essere in forma di libro, di pergamena o in formato codex. I manoscritti miniati sono arricchiti da immagini, decorazioni ai bordi, lettere iniziali in rilievo o illustrazioni a piena pagina.
L'alfabeto runico, detto "fuþark" (dove il segno þ corrisponde al suono th dell'inglese think), dalla sequenza dei primi 6 segni che lo compongono (*Fehu, *Uruz, *Þurisaz, *Ansuz, *Raido, *Kaunan), era l'alfabeto segnico usato dalle antiche popolazioni germaniche (come ad esempio Norreni, Angli, Juti e Goti).
La prosa galiziana medievale, o altrimenti detta prosa galiziano-portoghese medievale, è il nome dato alla letteratura prodotta durante il Medioevo in lingua romanza parlata nella Spagna occidentale. Il fulgore del lirismo trobadorico fece sì che nel corso del tempo la prosa venisse ad essere considerata, anche secondo il parere di alcuni studiosi di oggi, una vera "sorella minore" nel complesso dell'eredità medievale galiziana. Ma, anche se la narrativa galiziano-portoghese medievale non raggiunge i momenti di splendore della lirica, è pur vero che una quantità di testi testimonia una perfetta relazione sia con le correnti dominanti all'epoca in Europa che la presenza di un normale sviluppo della lingua (troncato da circostanze storico-sociali concomitanti verso la fine del Medioevo). Pertanto, è necessario porre in rilievo la rivalutazione che la critica attuale fa di quell'importante lascito che è la prosa galiziana (o galiziano-portoghese) medievale. Alcuni studiosi medievali fanno una classificazione cronologica in due periodi: galiziano-portoghese (XIII e XIV secolo) e prosa galiziana e prosa portoghese (XV secolo).
L'induismo (o, secondo la grafia preferita da alcuni indologi, hindūismo; tradizionalmente denominato Sanātanadharma, in sanscrito devanāgarī सनातनधर्म, lett. «legge/religione eterna») è una religione, tra le più diffuse al mondo, e quella tra esse con le origini più antiche; conta nella sola India, all'ultimo censimento per religione effettuato dal governo e datato 2011, 966 257 353 fedeli indù (o hindū), su una popolazione di 1 210 854 977 individui. Dare una definizione unitaria dell'Induismo è difficile, poiché esso – più che una singola religione in senso stretto – si può considerare una serie di correnti religiose, devozionali e/o metafisiche e/o teologico-speculative, modi di comportarsi, abitudini quotidiane spesso eterogenee, aventi sì un comune nucleo di valori e credenze religiose, ma differenti tra loro a seconda del modo in cui interpretano la tradizione e la sua letteratura religiosa, e a seconda di quale aspetto diviene oggetto di focalizzazione per le singole correnti.
La lingua napoletana è un idioma romanzo (appartenente al gruppo italo-romanzo) attestato fin dal medioevo nell'Italia meridionale. Tale lingua è definita napoletano-calabrese da Ethnologue, mentre Glottolog la include nell'italiano meridionale continentale analogamente all'atlante delle lingue del mondo vulnerabili dell'UNESCO che la comprende nell'italiano del Sud. La classificazione ISO 639-3 le assegna il codice nap.
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