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Autore principale: Bianucci, Giovanna
Pubblicazione: Pisa : Università, 1996-1997
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Londra (AFI: /ˈlondra/; in inglese britannico: London, /ˈlʌndən/) è la capitale e maggiore città dell'Inghilterra e del Regno Unito, con i suoi 8 961 989 abitanti. La sua estensione territoriale la rende la terza città più estesa d'Europa, preceduta da Mosca e Istanbul e seguita da San Pietroburgo, Roma e Berlino. L'area metropolitana conta circa 14 milioni di residenti e si estende per svariate decine di chilometri lungo la valle del Tamigi, fino al suo enorme estuario. Molti degli abitanti, chiamati londinesi (Londoners), provengono dall'estero o sono di origine straniera, il che la rende una delle città più cosmopolite e multietniche del mondo. Londra è stata la capitale dell'Impero britannico e quindi meta di flussi migratori durante e soprattutto dopo la fine dell'era coloniale. Ha il più elevato PIL fra tutte le città europee e il quinto al mondo. I suoi sei aeroporti internazionali ne fanno il più grande snodo del traffico aereo globale; è anche sede del più antico sistema di metropolitana del mondo, la London Underground (The Tube). È la seconda città più visitata al mondo dal turismo internazionale, dopo Bangkok in Asia. Per tutte le caratteristiche elencate, Londra conquista il titolo di città globale, classificandosi come l'unica città britannica nella lista delle Città Mondiali Alfa. A Londra hanno sede numerose istituzioni, organizzazioni e società internazionali. Vi si trovano importanti musei e teatri; la città contiene quattro patrimoni dell'umanità. Inoltre, presso Buckingham Palace risiede stabilmente il monarca del Regno Unito, ed il Palazzo di Westminster ospita il Parlamento; il numero 10 Downing Street è la residenza del Primo ministro e la sede del Governo del Regno Unito. Dal 2000, con le riforme volute dal governo di Tony Blair, Londra è amministrata secondo una speciale legislazione sui generis che determina e coordina i poteri della superiore Autorità della Grande Londra, composta dal Sindaco e dall'Assemblea di Londra, con quelli di 33 borghi londinesi a livello inferiore.
La rivoluzione industriale fu un processo di evoluzione economica e industrializzazione della società che da agricolo-artigianale-commerciale si trasformò in un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (come, ad esempio, i combustibili fossili), il tutto favorito da una forte componente di innovazione tecnologica e accompagnato da fenomeni di crescita, sviluppo economico e profonde modificazioni socio-culturali e anche politiche. Secondo il materialismo dialettico, è attraverso la rivoluzione industriale che è avvenuta l'affermazione del capitalismo negli aspetti economici a discapito della struttura sociale preesistente e, con le rivoluzioni francese ed americana, in quelli politici con l'instaurazione della borghesia come classe dominante a discapito del predominio nobiliare. Spesso si distingue fra prima e seconda rivoluzione industriale. La prima interessò prevalentemente il settore tessile-metallurgico con l'introduzione della spoletta volante e della macchina a vapore nella seconda metà del '700. La seconda rivoluzione industriale viene fatta convenzionalmente partire dal 1870 con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. Talvolta ci si riferisce agli effetti dell'introduzione massiccia dell'elettronica, delle telecomunicazioni e dell'informatica nell'industria come alla terza rivoluzione industriale, che viene fatta partire dal 1970. La rivoluzione industriale comportò una profonda e irreversibile trasformazione che partì dal sistema produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero sistema sociale. L'avvento della fabbrica e della macchina modificò i rapporti fra i settori produttivi. Nacque così la classe operaia che ricevette, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorse anche il capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mirava a incrementare il profitto della propria attività.
Verona (, AFI: /veˈrona/) è un comune italiano di 258 098 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Veneto. Si trova al margine settentrionale della Pianura Padana, lungo il fiume Adige e ai piedi dei monti Lessini. Di origine preistorica, l'abitato venne rifondato dai Romani all'interno dell'ansa del fiume intorno alla metà del I secolo a.C., rimanendo sotto il governo dell'Impero fino al V secolo, quando venne occupato dal re germanico Teodorico il Grande. Entrò a far parte del dominio dei Longobardi prima e dei Franchi poi, rimanendo fedele nei secoli successivi agli imperatori del Sacro Romano Impero. Divenne libero Comune all'inizio del XII secolo per poi prosperare sotto la Signoria degli Scaligeri. Si dedicò alla Serenissima nel 1405, passando sotto il governo della Repubblica di Venezia. Occupata militarmente da Napoleone nel 1797, nel 1815 divenne parte dell'Impero austriaco che la trasformò nella sua maggiore piazzaforte militare in territorio italico, per essere annessa al Regno d'Italia nel 1866. Verona è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO per le peculiarità urbanistiche e per il patrimonio artistico e culturale. Il suo simbolo è l'Arena ed è conosciuta nel mondo per l'opera di William Shakespeare Romeo e Giulietta. Sede universitaria e importante snodo di scambio logistico e intermodale tramite il Quadrante Europa, l'industria riveste un ruolo chiave nell'economia della città, come il turismo fieristico e culturale.
Il verde urbano ha sempre avuto uno spazio all'interno delle zone urbane o metropolitane. Già nell'antichità nelle "grandi città" egizie e babilonesi erano presenti giardini ed aree verdi, queste aree però, destinate alla nobiltà erano prettamente private, generalmente si trattava di giardini all'interno dei grandi palazzi nobiliari. Sempre nell'antichità, nel periodo di egemonia Greca e poi Romano i giardini restano relegati all'area interna dei palazzi patrizi. Nell'età medievale, con la diffusione dei monasteri, l'Hortus Conclusus, ovvero il giardino recintato, generalmente diviso in quattro sezioni, con una pianta a croce si afferma, prima in luoghi isolati, poi a partire dal XIII secolo anche nei comuni dell'Italia Centro-Settentrionale e nelle nascenti città europee. XIV secolo però vide nascere e svilupparsi il concetto di "giardino pubblico", questo concetto si sviluppa dapprima in Francia, poi velocemente per il resto dell'Europa. Nel 1350 il nuovo re di Francia, Carlo V di Valois, decide di rinforzare e rinnovare il Castello del Louvre, le mura vengono fortificate, le torri diventano più alte, così come il dongione nella corte centrale, e vengono attuati numerosi abbellimenti, tra questi vanno ricordati "i giardini del re", una serie di piccoli giardini e orti, dove venivano coltivate varie specie arboree, spezie , piante e rose. Parte di questi giardini erano destinati al re, l'altra parte il re la concesse ai parigini, a questo intervento seguì la ripavimentazione delle strade e delle arterie principali di Parigi. Il concetto di giardino pubblico si affermerà definitivamente solo tra il XVI e il XVII secolo quando gli interventi al palazzo delle Tuileries (sotto Caterina de Medici) e l'espansione dei giardini (sotto Enrico IV) cambiarono il volto della città. Tra il XVII e il XIX secolo gran parte del "verde urbano" risiedeva nei giardini pubblici e privati e a partire dal '700 dai primi parchi. Per quanto riguarda le piazze, fino alla metà del XIX secolo apparivano come semplici spiazzi, raramente pavimentati e privi di aree verdi. La nascita dei primi "giardini pubblici" non deve trarci in inganno, in quanto le città d'antico regime e quelle della rivoluzione industriale, apparivano sporche, sovraffollate e malsane, la crescita esponenziale della popolazione nei secoli XVI e XVII-XIX fu accompagnata da una crescita esponenziale della mortalità, delle malattie (legate alla qualità dell'aria e dell'acqua) e all'abbassamento del tenore di vita e della vita media dei cittadini nelle aree urbane. Se l'età media era di 45 anni per i cittadini delle città europee nel XV secolo, essa si abbasso a 35 nel XVIII secolo e 30 nei primi del XIX secolo. L'aumento della mortalità era legato anche alla crescita esponenziale anche delle città, che crebbero in modo caotico e senza un adeguato criterio, lasciando spazio ad abusivismi e poco spazio alla circolazione dell'aria. La situazione divenne talmente urgente da essere denunciata più volte da autori autorevoli come Charles Dickens.
L'urbanistica è una disciplina che studia il territorio antropizzato e ha come scopo la progettazione dello spazio urbano e la pianificazione organica delle modificazioni del territorio incluso nella città o collegato con essa. Estensivamente l'urbanistica comprende anche tutti gli aspetti gestionali, di tutela, programmativi e normativi dell'assetto territoriale e in particolare delle infrastrutture e dell'attività edificatoria.
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