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Titolo uniforme: Nihon : furuki dentō no hogo to hozon
Autore principale: Niglio, Olimpia ; Kuwakino, Koji
Pubblicazione: Pisa : PLUS, 2010
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, JPN, ENG, Paese: IT
Questa voce tratta la storia del Giappone dalla preistoria fino all'epoca moderna.
Disputa delle isole Curili (in russo Спор о принадлежности Курильских островов, Spor o prinadlezhnosti Kuril'skikh ostrovov; in giapponese 北方領土問題, Hoppōryōdomondai) è il nome italiano della controversia internazionale sorta fra Russia e Giappone alla fine della seconda guerra mondiale, ancora irrisolta.
Secondo la Costituzione del Giappone, l'Imperatore (天皇 tennō?, letteralmente "sovrano celeste") è il simbolo della nazione giapponese e dell'unità del suo popolo, a capo della famiglia imperiale del Giappone: secondo la costituzione del 1947, l'imperatore è una figura simbolica e cerimoniale della monarchia costituzionale; dal 1979 il monarca giapponese è l'unico al mondo ad avere dignità imperiale; l'attuale sovrano è Naruhito, salito al trono del crisantemo il 1º maggio 2019 dopo l'abdicazione del padre, l'Imperatore Akihito. Il ruolo dell'imperatore del Giappone ha sempre oscillato tra quello di un capo religioso di alto grado, con grandi poteri simbolici, e quello di autentico regnante imperiale; è esistito un autentico culto imperiale (l'Arahitogami) che vedeva l'imperatore come discendente delle divinità; il termine tennō, sovrano celeste, che venne adottato per la prima volta nel VII secolo, era già in uso nel paese prima di tale adozione, e veniva usato per definire i Quattro Re Celesti (四天王 Shitennō?), i leggendari guardiani del mondo nella tradizione induista e buddhista. Malgrado l'impero fosse stato fino ad allora una monarchia assoluta, a differenza dei regnanti occidentali, gli imperatori giapponesi erano considerati delle divinità, pertanto nessuno osava opporsi alle loro "divine" gesta, ritenute assolute ed incontrovertibili; dalla seconda metà del diciannovesimo secolo, il palazzo imperiale è stato denominato prima "Kyūjō" (宮城), poi "Kōkyo" (皇居), ed era situato nell'antico sito del castello di Edo (江戸城) nel cuore di Tokyo; i precedenti imperatori hanno risieduto a Kyōto per quasi undici secoli.
Le rocce di Liancourt, in coreano Dokdo (독도?, 獨島?, ToktoMR; cioè "isole solitarie"), in giapponese Takeshima (竹島? cioè "isole dei bambù"), sono un piccolo gruppo di isolotti del mar del Giappone (mare dell'Est). Le isole sono state così chiamate nel 1849 prendendo il nome dalla nave baleniera francese Le Liancourt che fu la prima imbarcazione europea ad avvistarle. Si ritrova raramente anche la desueta definizione Hornet Islands (dalla nave HMS Hornet). Dal 1945, quando la Corea del Sud ottenne l'indipendenza dal dominio giapponese, è in corso una disputa fra i due paesi sulla sovranità sulle isole che de facto dal 1953 sono sotto l'amministrazione coreana. I motivi della disputa sono storici ma anche legati alla pescosità delle acque circostanti e alla possibile presenza di giacimenti di gas naturale e altre risorse minerarie.
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