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Pubblicazione: Bologna : Bora, 1983
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il Premio Bergamo fu promosso dal Ministro dell'Educazione Nazionale Giuseppe Bottai, gerarca fascista, nel 1939 in contrapposizione al Premio Cremona voluto da Roberto Farinacci. Bottai, coadiuvato dal Direttore Generale Mario Lazzari, e con l'avallo dei responsabili locali (Giovanni Pieragostini, Fausto Brunelli, Giulio Massironi, Bindo Missiroli) diede vita a quattro edizioni, dal 1939 al 1942. La quinta, prevista per il 1943 fu annullata per la guerra. I vincitori delle quattro edizioni sono stati: 1939 Carlo Varese 1940 Mario Mafai 1941 Bruno Cassinari 1942 Renato GuttusoCome è scritto nel catalogo della mostra Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo: «A cavallo del 1940 la dialettica artistica in Italia si manifesta proprio nella rivalità tra i Premi Cremona (1939-1941) e Bergamo (1939-1942). Il primo, ispirato dal federale di Cremona Farinacci, è sintonizzato sull'onda delle mostre hitleriane: "Ascoltando alla radio un discorso del Duce" e "Stati d'animo creati dal Fascismo" sono i temi della prima edizione. Il secondo, promosso dal ministro dell'Educazione nazionale Bottai, è più attento alla qualità della pittura, come indicano i temi delle prime edizioni: "Il paesaggio" e "Una o più figure umane in un'unica composizione". E proprio il Premio Bergamo – dove nel 1941 scoppia il caso della Crocifissione di Guttuso, 'blasfema' per iconografia e per lo stile alla Picasso – funziona da palestra per tanti giovani pittori aperti alle suggestioni d'Oltralpe e destinati al rinnovamento artistico dell'Italia liberata». Nel 1942 Renato Guttuso vinse il secondo premio con la sua Crocifissione (1941), nonostante la censura del regime fascista (l'opera fu accusata di empietà). La Curia addirittura diramò il seguente comunicati: “D'ordine di S. E. Monsignor Vescovo, si dà avviso a tutto il Clero della diocesi ed a quello che fosse di passaggio per la nostra città, che è ad esso proibito l'accesso alla Mostra del Premio Bergamo, pena la sospensione a divinis ipso facto incurrenda”. Nelle quattro edizioni parteciparono più di 333 artisti. Tra essi si ricordano: Attilio Alfieri Cesare Breveglieri Domenico Cantatore Giuseppe Capogrossi Bruno Cassinari Mario Cortiello Cristoforo De Amicis Sergio Nicolò de Bellis Filippo de Pisis Renato Guttuso Umberto Lilloni Raffaello Locatelli Trento Longaretti Mario Mafai Carlo Martini Dante Montanari Luigi Montanarini Emilio Notte Matteo Pedrali Ottone Rosai Angelo Savelli Armando Pizzinato Alfredo Signori
Il realismo socialista è un movimento artistico e culturale nato nell'Unione Sovietica nel 1934 e poi allargatosi a tutti i paesi socialisti del centro ed est Europa. La funzione principale era quella di avvicinare l'espressione artistica alla cultura delle classi proletarie e celebrare il progresso socialista. La prima formulazione ufficiale si ebbe al Congresso degli Scrittori e degli Artisti Sovietici a Mosca nel 1934, ad opera di Maksim Gor'kij. Questi dichiarò che l'opera d'arte dovesse avere forma realista e contenuto socialista, in accordo con la dottrina marxista-leninista. Fra i primi teorici del realismo socialista (anche detto social-realismo) si possono annoverare Anatolij Lunačarskij e Aleksandr Voronskij. In seguito alle considerazioni di Andrej Ždanov e alla formulazione della sua dottrina, il social-realismo è stato esteso a tutte le discipline artistiche. Il programma del social-realismo, nonostante l'imperativo ideologico di creare una coerenza artistica, era internamente contrastante e discontinuo: prendeva infatti spunto da elementi del realismo ottocentesco combinandoli con esperimenti accademici e con il pensiero di numerosi pubblicisti ed esteti sovietici. I temi ricorrenti erano la lotta di classe, l'"alleanza" fra contadini e operai, la storia del movimento operaio, la vita quotidiana dei lavoratori. Gli obiettivi individuati come fattori da combattere erano quelli ereditati dalla tradizione della cultura borghese europea del XIX secolo di stampo romantico. In primo luogo veniva osteggiata qualsiasi forma di individualismo: il singolo non doveva mai essere esaltato a discapito della massa; al contrario, i personaggi che tendevano a mostrare un eccesso di ego dovevano apparire come dei perdenti, preferibilmente venire spinti verso epiloghi drammatici dall'ipertrofia della propria soggettività, o quanto meno vivere esperienze che li inducessero a riconoscere il proprio eccesso di ego come un errore e accettare il ritorno in una dimensione collettiva della vita. In secondo luogo doveva risultare evidente la presenza di nemici del socialismo che soccombevano dinanzi agli eventi rivoluzionari; poteva trattarsi tanto di infiltrati esterni (occidentali) quanto di nostalgici del sistema politico precedente o anche di altri tipi di soggetti, ma in ogni caso la loro sorte doveva essere segnata dal rifiuto di identificarsi nel processo rivoluzionario. In terzo luogo, gli strumenti artistici utilizzati per comunicare il messaggio social-realista dovevano risultare di facile interpretazione per le masse, ed è per questo motivo che negli anni Trenta l'uso di forme avanguardiste (astrattismo, futurismo, simbolismo) venne progressivamente scoraggiato, a favore di soluzioni più semplici che divennero una sorta di canone sia nel cinema che in letteratura e nelle arti figurative.
Angelo Fois (Bosa, 26 agosto 1910 – Roma, 28 novembre 1988) è stato un pittore italiano.
Onofrio Tomaselli (Bagheria, 3 agosto 1866 – Palermo, 21 marzo 1956) è stato un pittore italiano. Fu il maestro di alcune generazioni di pittori siciliani del primo Novecento fra cui Alfonso Amorelli, ma anche di un altro pittore bagherese, Renato Guttuso, che per sua stessa ammissione considerò quale punto di riferimento per la realizzazione de La Zolfara, il dipinto intitolato I Carusi, di ispirazione verista, che Tomaselli presentò nel 1906 alla Esposizione internazionale di Milano e che si trova oggi alla Galleria d'arte moderna Sant'Anna di Palermo.
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