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Autore principale: Bobbio, Norberto
Pubblicazione: Firenze : Le Monnier, 1981
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ITA, Paese: IT
Il termine politica viene utilizzato in riferimento all'attività ed alle modalità di governo, o anche nel lessico politico alla cosiddetta attività di opposizione: può riferirsi a stati, confederazioni ed organizzazioni intergovernative, oppure a entità locali e territoriali più circoscritte, come regioni e comuni: in questi ultimi casi l'azione di governo è detta più propriamente amministrazione locale.
Gaetano Mosca, professore di diritto pubblico, studioso di scienza politica e senatore del Regno d'Italia, fu il caposcuola di quella teoria filosofica che da lui è stata denominata dottrina della classe politica, che nel XX secolo ha conosciuto ampia fortuna nell'ambito delle dottrine elitistiche. In accordo con tali teorie, Mosca sostiene che, indipendentemente dalla forma istituzionale (es: monarchia, aristocrazia, democrazia, etc), il potere è sempre in mano a una minoranza, in rapporto osmotico con altre minoranze che aspirano ad esso. Ma per Mosca questa lotta per il potere politico non avviene tra più gruppi diversi per pensiero o per censo, ma tra due tipologie così individuabili: quella che detiene il potere che Mosca chiama "materiale" (ovvero la "classe burocratica"), che si identifica con il potere coercitivo; quella che detiene il potere "intellettuale", che controlla il consenso.Chi detiene il potere "intellettuale" aspirerebbe ad ottenere quello "materiale". A sua volta, chi detiene il potere "materiale" necessita giustificarlo "mercè il sussidio di qualcuna almeno delle forze intellettuali o morali", e quindi mediante compromessi e concessioni al gruppo "intellettuale".L'insieme di questi due gruppi viene da lui definita come "classe politica". In base a questa definizione, in ogni sistema politico sarebbe possibile individuare: Una "classe politica", come sopra descitta. Mosca la definisce come "l'insieme delle gerarchie che materialmente e moralmente dirigono una società". Una "formula politica". Mosca la definisce come "la dottrina o le credenze che danno una base morale al potere dei dirigenti".La regola fondamentale proposta dalla "Teoria della classi politiche" di Mosca è che alla modifica della "formula politica" consegue una modifica dell'organizzazione della classe politica.In altre parole, qualunque sistema politico si basa su di un consenso di fondo. Quando questo decade, ne consegue prima di tutto una modifica della "formula politica", atta ad un nuovo consenso. Parallelamente, avverranno adeguamenti sia nella composizione dei gruppi intellettuali e burocratici che formano la classe politica, sia nella sua forma organizzativa. Detta in modo sintetico, condizione necessaria e sufficiente per l'evoluzione delle istituzioni politiche è l'evoluzione culturale. Da questa regola consegue anche una modalità interpretativa della Storia. Dice Mosca "È impossibile studiare la storia delle dottrine politiche senza studiare contemporaneamente quella delle istituzioni politiche".
Una teoria del complotto o della cospirazione (talvolta anche nella forma aggettivale: teoria complottista o cospirativa) è una teoria che attribuisce la causa di un evento, o di una catena di eventi (in genere politici, sociali o talvolta anche naturali), a un complotto. Si tratta in genere di teorie alternative più complesse ed elaborate rispetto alle versioni fornite dalle fonti ufficiali e critiche nei confronti del senso comune o della verità circa gli avvenimenti comunemente accettata dall'opinione pubblica. Tali ipotesi non sono provate per definizione, dal momento che cesserebbero di essere "teorie", e vengono spesso elaborate in occasioni di eventi che suscitano forte impressione nell'opinione pubblica, come ad esempio eventi tragici legati alla morte di personaggi più o meno famosi o grandi disastri civili e ambientali, o atti terroristici, a volte anche per effetto dell'ampia diffusione e trattazione da parte dei mass media.
La teoria politica, o filosofia politica, è lo studio dei concetti, dei fondamenti e dei modelli dell'attività politica. Essa può occuparsi della costruzione di teorie normative di società, della riflessione sui significati dell'agire politico, o del rapporto tra politica e altri ambiti della vita. Questa disciplina si occupa, soprattutto, della politica intesa come l'insieme di mezzi che permettono di ottenere gli effetti voluti: così si esprimeva Aristotele, il quale, nel suo trattato Politica, oltre a definire le funzioni dello Stato e le sue forme di governo, formula ipotesi per realizzare il buon governo della città. Uno dei problemi fondamentali della filosofia politica è il rapporto tra l'agire politico e l'agire morale. Secondo alcuni l'azione umana riconosciuta moralmente giusta non corrisponde necessariamente ad un'azione politicamente valida e viceversa. A questa posizione tuttavia si oppone l'oggettività della posizione platonica: poiché la politica è l'applicazione del bene comune al fine di rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono tra l'individuo e la sua completa realizzazione, allora non è possibile pensare a una politica giusta che non faccia il bene, e qualsiasi altro intendimento è una machiavellica realpolitik che ha come fine il dominio e non il bene.
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