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Autore principale: Hölderlin, Friedrich
Gli anonimi Inni omerici sono una collezione di trentaquattro inni greci antichi risalenti al VII-VI secolo a.C. Sono stati chiamati "omerici" in quanto scritti nello stesso dialetto dell'Iliade e dell'Odissea e ne condividono anche il metro poetico usato, ovvero l'esametro dattilico. Furono così attribuiti ad Omero fin dall'antichità – a partire dai primi riferimenti fatti da Tucidide – e questa denominazione è rimasta tale nel tempo.
Gli Inni sacri sono una raccolta di cinque componimenti di argomento religioso scritti da Alessandro Manzoni tra il 1812 e il 1822 come primo frutto letterario della conversione, avvenuta nel 1810.
Gli Inni alla notte (Hymnen an die Nacht) costituiscono l'unico ciclo di poesia compiuto pubblicato durante la vita di Novalis; il testo comparso sull'ultimo numero di Athenäum nell'agosto 1800, è quello definitivo dell'autore. Gli "Inni" ad eccezione del VI, della fine del IV e di tre parti del V, furono scritti in prosa ritmica.
Gli Inni delfici sono una delle più antiche e autentiche testimonianze di musica antica ellenica, insieme al frammento dell'Oreste di Euripide e alla stele di Sicilo. Si tratta di due canti liturgici, con tanto di notazione musicale sopra ad ogni sillaba del testo, dedicati al dio Apollo e scolpiti su lastre di pietra chiara. Essi furono ritrovati presso il Tempio di Apollo a Delfi, su una delle pareti esterne del Tesoro degli ateniesi, e sono databili il primo al 138 a.C. ed il secondo al 128 a.C. I poemi narrano la nascita di Apollo e la lotta del dio contro il dragone custode del tripode sacro di Zeus. Un terzo testo comincia a narrare la resistenza dei greci, protetti da Apollo, contro l'invasione celtica di Delfi da parte dell'esercito dei Galati; di tale testo ci rimane solamente la prima frase. In entrambi gli inni si utilizzano il nomos pitico e l'armonia doria. È proprio il nomos che, come caratteristica fondamentale della musica dell'antica Grecia, fa sì che la musica segua perfettamente il senso del testo: abbiamo così tonalità medio-gravi durante le fasi di calma e acute durante le fasi più concitate; inoltre viene modificata anche l'armonia utilizzata in corrispondenza di parole ed elementi che richiamano sensazioni particolarmente suggestive. Tale nomos viene descritto, durante il I secolo a.C., da Dionigi d'Alicarnasso nel trattato Sulla composizione delle parole, basandosi sulla poetica di Aristosseno. Il trattato di Dionigi venne tradotto, durante il rinascimento, dal cardinale Pietro Bembo, poeta e letterato; è proprio nella musica del rinascimento che viene riesumato lo stile compositivo tipico della musica antica e presente soprattutto negli Inni Delfici.
Novalis, pseudonimo di Georg Friedrich Philipp Freiherr von Hardenberg (Schloss Oberwiederstedt, 2 maggio 1772 – Weißenfels, 25 marzo 1801), è stato un poeta, teologo, filosofo e scrittore tedesco. Fu uno dei più importanti rappresentanti del romanticismo tedesco prima della fine del Settecento e creatore del fiore azzurro, ovvero il nontiscordardimé, uno dei simboli più durevoli del movimento romantico. Nato e cresciuto in una famiglia estremamente cristiana e solitaria, divenne ben presto appassionato di religione e prolifico autore di poesie dal contenuto mistico e filosofico, dotate d'uno stile sentimentale e amoroso originalissimo per la sua epoca. Viene considerato uno dei precursori della letteratura moderna.
Record aggiornato il: 2025-11-12T02:22:38.675Z