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Autore principale: Lombardi, Franco, 1906-1989
Pubblicazione: Firenze : La Nuova Italia, 1936
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La comunicazione filosofica, come questione riguardante il modo di comunicare la filosofia, è un originale aspetto della riflessione del filosofo danese Søren Kierkegaard.
Aut-Aut (in danese: Enten-Eller) è un'opera del filosofo danese Søren Kierkegaard che tratta ed esplora le prime due modalità esistenziali: la vita estetica e la vita etica.Pubblicato in due volumi il 20 febbraio 1843 sotto lo pseudonimo di Victor Eremita, Aut-Aut descrive due stadi del cammino della vita, uno edonistico, improntato alla vita mondana, al piacere, all'indifferenza nei confronti dei principî e dei valori morali; l'altro basato sul dovere etico e sulla responsabilità, con la conseguente rinuncia ai beni materiali per intraprendere una via religiosa, nel senso dell'espressione latina religare, cioè riunire i frammenti dell'"esistere", culminante con il matrimonio ed il riavvicinamento a Dio. Ciascuna di queste visioni è scritta e rappresentata da un autore fittizio con uno pseudonimo, il cui stile prosaico cambia a seconda dell'argomento oggetto di discussione. Per esempio, la parte che tratta della visione estetica della vita è scritta nella forma di saggio breve, con figure retoriche ed allusioni, e discute argomenti estetici quali la musica, la seduzione, il dramma e la bellezza. La parte che tratta della vita etica è invece redatta sotto forma di due lunghe lettere, con una prosa più argomentativa e razionale; in essa si discutono la responsabilità etica, l'universalità del dovere morale, il matrimonio. Le visioni espresse dal libro non sono riassunte nettamente, ma presenti come esperienze vissute. Il nodo principale su cui si dispiega l'intera opera kierkegaardiana è la domanda primaria, già posta da Aristotele: «Come dovremmo vivere?»
Il sacrificio di Isacco (in ebraico עֲקֵידַת יִצְחַק) è un episodio del libro biblico della Genesi. Il suo racconto si trova in Genesi 22,1-18. Dio, per mettere alla prova la fede di Abramo, gli ordina di sacrificare il proprio figlio Isacco. Abramo si reca senza esitazioni sul monte Moriah e mentre sta per compiere diligentemente il sacrificio, impugnando già il coltello, un angelo del Signore scende a bloccarlo e gli mostra un ariete da immolare come sacrificio sostitutivo. La scena, interpretata come prefigurazione del sacrificio di Cristo, è uno degli episodi salienti del Pentateuco.
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