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Autore principale: Musarra, Antonio <1983- >
Pubblicazione: Firenze : Sismel, 2013
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Genova fu per circa otto secoli capitale dell'omonima Repubblica, che comprendeva la quasi totalità della Liguria, la Corsica (poi ceduta alla Francia nel 1768), parte dell'oltregiogo piemontese e l'isola di Capraia. Per circa cinque secoli fiorirono in tutto il bacino Mediterraneo i possedimenti genovesi, ora con carattere di empori o basi commerciali, ora come vere e proprie colonie, dipendenti direttamente dalla Repubblica, dal Banco di San Giorgio o da privati cittadini.
La quarta crociata fu indetta da papa Innocenzo III all'indomani della propria elezione al soglio pontificio nel 1198. Doveva essere diretta contro i musulmani in Terra santa, ma in realtà si risolse nel saccheggio di Bisanzio da parte dell'esercito crociato, portando alla spartizione dell'Impero bizantino e alla costituzione da parte dei crociati dell'Impero Latino. Nella prima enciclica di Innocenzo III, dell'agosto 1198, la liberazione di Gerusalemme era vista come necessaria, ma questo obiettivo non fu raggiunto e solo una piccola parte di crociati raggiunse la Terrasanta.
San Giorgio (Cappadocia, 275-285 circa – Nicomedia, 23 aprile 303) è stato, secondo una consolidata e diffusa tradizione, un martire cristiano, venerato come santo megalomartire (in greco Hàghios Geòrgios ho Megalomàrtys, Ἅγιος Γεώργιος ὁ Μεγαλομάρτυς) da quasi tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi. Morì prima di Costantino I, probabilmente sotto le mura di Nicomedia (oppure a Lydda), secondo alcune fonti nel 303. Il suo culto è molto diffuso ed è antichissimo, risalendo almeno al IV secolo. Occupa anche un posto nell'agiografia islamica, che gli dà il titolo onorevole di Profeta.
Il regno di Gerusalemme era uno degli Stati crociati costituiti nel Vicino Oriente in seguito alla prima crociata nel 1099. La caduta di San Giovanni d'Acri, nel 1291, ne decretò l'estinzione.
Il termine graal, scritto talora anche gral, designa in francese antico una coppa o un piatto, si suppone derivi dal latino medievale gradalis, col medesimo significato, o dal greco κρατήρ (kratḗr «vaso»). In particolare, secondo la tradizione medievale, il Sacro Graal o Santo Graal, è la coppa con la quale Gesù celebrò l'Ultima Cena e nella quale Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Cristo dopo la sua crocifissione. Il termine italiano corrispondente è gradale.Da un punto di vista simbolico, il Graal allude al possesso di una conoscenza esoterica o iniziatica, che da un lato viene elargita gratuitamente da Dio, ma dall'altro comporta una conquista, riservata a coloro in grado di accoglierne il mistero, degni dell'enorme potere magico in essa racchiuso. Come sintetizzato da Étienne Gilson:
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