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Titolo uniforme: Monarchia
Autore principale: Alighieri, Dante
Edizione: 2. ed
Pubblicazione: Milano : Biblioteca Universale Rizzoli, 2001
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, LAT, Paese: IT
La monarchia è una forma di governo in cui la carica di capo di Stato è esercitata da una sola persona, come suggerisce l'etimologia del lemma (dal latino tardo monarcha(m), che è dal greco monárchis, composto di mónos (μόνος) "solo, unico" e archìs, da árchō (ἄρχω), "governare, comandare"), per tutta la durata della sua vita o fino alla sua rinuncia (abdicazione). Questa figura è il monarca ed è considerato un membro a parte rispetto al resto delle persone dello Stato che sono suoi sudditi. Quando il monarca cessa le sue funzioni viene sostituito da uno nuovo, solitamente secondo un criterio ereditario nel contesto di una stessa famiglia, detta dinastia; si parla dunque di successione al trono. Ciò nonostante non mancano casi di elezione, come nel Sacro Romano Impero e in Haiti, o casi di adozione. Talvolta la successione dinastica avviene alla morte di un primo monarca eletto, come accadde in Svezia per l'attuale casa regnante.
L'assolutismo monarchico è una teoria politica che sostiene che una persona, generalmente un monarca, debba detenere i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario esercitati in maniera assoluta. Questo è giustificato dal concetto di "diritto divino dei re", che implica che l'autorità di un governante derivi direttamente da Dio, formando una "monarchia teocratica". Proprio per questo motivo la monarchia assoluta si contrappone a quella costituzionale, dove i poteri del re sono limitati dalla Costituzione, che sancisce i diritti dei cittadini. Nella sua accezione regia, però, il termine non va confuso con la tirannide: il tiranno è colui che governa senza legittimità né limiti, mentre il monarca assoluto è tenuto a rispettare varie norme sociali e religiose. Il termine "assoluto" deriva dall'unione dei due termini latini ab ("da") e il participio passato solutum ("sciolto") , ovvero sciolto da ogni costrizione esterna. Quindi il sovrano assoluto è colui che può esercitare liberamente il proprio potere.
Il De Monàrchia è un saggio politico in latino di Dante Alighieri, formato in tre trattati. Con questo testo il poeta volle intervenire su uno dei temi più "caldi" della sua epoca: il rapporto tra il potere temporale (rappresentato dall'imperatore) e l'autorità religiosa (rappresentata dal papa). Dante, dalla sua posizione di guelfo moderato (appartenente alla corrente dei "bianchi", che, pur sostenendo generalmente il papa, aveva lottato contro la corrente dei "neri" per difendere l'autonomia del Comune fiorentino dalle pretese temporali di Bonifacio VIII), aderisce alla teoria dei due soli e afferma che i due poteri sono ciascuno indipendenti e sovrani nella propria sfera di competenza. Dante sostiene la necessità di coesistenza tra papa e imperatore, i quali, per il pensatore fiorentino, dovevano entrambi avere la loro sede in Italia, in particolare a Roma, e non oltralpe. Secondo la cronologia più accreditata il De Monarchia fu composto negli anni 1312-13, cioè al tempo della discesa di Enrico VII di Lussemburgo in Italia; secondo altri, bisognerebbe anticipare almeno al 1308 la data di composizione; altri ancora, infine, posticipano la composizione del trattato al 1318, pochi anni prima della morte dell'autore (1321).
Monarchia asburgica è un termine storiografico convenzionale per designare l'insieme degli Stati governati dal ramo austriaco della Casa d'Asburgo e poi dalla Casa d'Asburgo-Lorena, sia interni che esterni al Sacro Romano Impero. Diversamente dalla corona imperiale – che era assegnata tramite elezione, venendo cinta dal capo del casato asburgico quasi ininterrottamente dal 1438 alla fine dell'Impero nel 1806 – la sovranità sugli Stati che componevano la monarchia asburgica si trasmetteva per via ereditaria. Spesso ci si riferisce a tale entità utilizzando la sineddoche Austria, poiché l'Arciducato d'Austria e la sua capitale Vienna ne rappresentavano il centro politico. La monarchia si sviluppò dalle terre ereditarie degli Asburgo (per lo più le moderne Austria e Slovenia), accumulate dal 1278. La monarchia crebbe nel 1526, quando l'arciduca Ferdinando, il fratello minore di Carlo V, fu eletto re di Boemia e di Ungheria a seguito della morte di Luigi II, il re di questi due Paesi, caduto in battaglia contro i turchi alla battaglia di Mohács. Da quel momento la monarchia crebbe fino al livello in cui poteva governare su più di mezza Europa, costituendo così uno dei più lampanti esempi di monarchia composita, ossia monarchia costituita da territori tra loro non contigui territorialmente. Nel 1804 l'imperatore Francesco II, presagendo il prossimo scioglimento del Sacro Romano Impero, per non perdere il titolo di imperatore fuse gli Stati della monarchia asburgica nell'Impero austriaco, che nel 1867 si trasformò nell'Impero austro-ungarico, caduto nel 1919.
La storia della letteratura latina ha inizio convenzionalmente intorno al 240 a.C., con la prima rappresentazione di una fabula per opera di Livio Andronico.
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