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Autore principale: Accademia lucchese di scienze, lettere e arti
Pubblicazione: Lucca : Maria Pacini Fazzi Editore, 1992
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La monetazione longobarda è la produzione autonoma di monete da parte dei Longobardi. Fa parte della monetazione prodotta dai popoli germanici quando si stanziarono nei territori dell'Impero romano creando i regni romano-barbarici. I Longobardi emisero le loro monete dopo il loro stanziamento in Italia. La coniazione avvenne in due aree distinte: nella Langobardia Maior tra gli ultimi decenni del VI secolo ed il 774 e nella Langobardia Minor, nel ducato di Benevento, tra il 680 circa e la fine del IX secolo. Inizialmente furono coniate monete che imitavano quelle bizantine e solo in seguito quelle con i nomi dei re dei Longobardi. A nord furono coniati quasi esclusivamente dei tremissi, mentre i Longobardi di Benevento coniarono anche solidi. Le monete dell'Italia meridionale hanno caratteri propri che le distinguono da quelle del nord d'Italia: anche quando a nord, verso la fine del VII secolo con Cuniperto, le monete presentarono i titoli regali e tipi nuovi, la monetazione longobarda di Benevento, come anche quella di Salerno, continuarono ad ispirarsi ai modelli bizantini. Le coniazioni beneventane e salernitane nella letteratura specialistica sono studiate separatamente. Dopo la caduta del regno longobardo a opera dei Franchi, nella Langobardia Maior i nuovi dominatori coniarono ancora per qualche tempo monete con caratteristiche simili a quelle che erano state prodotte in precedenza dai sovrani Longobardi; nella Minor, invece, le monete mantennero le loro caratteristiche ancora per circa un secolo. L'argento apparve, sotto l'influenza dei Franchi, verso la fine dell'VIII secolo accanto ai tremissi ed ai solidi coniati in precedenza e divenne il metallo monetato prevalente solo nel IX secolo.
Quintilio Perini (Mattarello, 24 marzo 1865 – Rovereto, 15 agosto 1942) è stato un numismatico e storico italiano.
Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda metà del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia. Dopo l'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentrò la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all'unità d'Italia, pur con l'interruzione dell'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occupò la Toscana e l'assegnò alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d'Etruria. Col crollo dell'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfiorò il 95% dei si.
L’Accademia lucchese di scienze lettere e arti ha sede in Lucca, nel Palazzo Pretorio.
Le monete in euro, in circolazione nella zona euro dal 1º gennaio 2002, sono disponibili in 8 tagli, che spaziano da 1 centesimo a 2 euro. Ciascuna moneta ha sul rovescio una faccia comune a tutti i paesi dell'eurozona e sul dritto una faccia specifica per ciascuna nazione. Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l'approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio.
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