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Autore principale: Vaccarino, Paolo
Pubblicazione: Firenze : Sansoni
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Giovanni di Antonio di Banco, detto Nanni di Banco (Firenze, 1380/1390 circa – 1421), è stato uno scultore italiano. Lo scultore reagì ai manierismi tardo-gotici dirigendo la sua ricerca verso l'antico di cui riprese i modi pacati ma solenni, più statici delle opere coeve di Donatello, che sono invece caratterizzate da un'energia e vitalità trattenute ma perfettamente visibili.
Il gruppo dei Quattro Santi Coronati di Nanni di Banco fa parte del ciclo delle quattordici statue dei protettori delle Arti di Firenze nelle nicchie esterne della chiesa di Orsanmichele. Fu commissionato dall'Arte dei Maestri di Pietra e Legname e risale al 1409 circa-1416/17. È in marmo apuano ed è composto da quattro figure; la più alta misura 203 cm. Oggi si trova conservato all'interno del Museo di Orsanmichele, mentre all'esterno è sostituito da una copia.
La statua di Sant'Eligio di Nanni di Banco fa parte del ciclo delle quattordici statue dei protettori delle Arti di Firenze nelle nicchie esterne della chiesa di Orsanmichele. Fu commissionata dall'Arte dei Maniscalchi e risale al 1417-1421 circa, collocata in situ nel 1422 circa. È in marmo apuano ed è alta 240 cm. Oggi si trova conservata all'interno del Museo di Orsanmichele, mentre all'esterno è sostituita da una copia.
Il San Luca è una statua di Nanni di Banco, conservata nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze e databile al 1408-1413.
La Porta della Mandorla è la porta laterale sinistra della fiancata nord del Duomo di Firenze, davanti a via Ricasoli. Fu realizzata dal 1391 al 1423, con vari scultori, tra i quali Donatello e, soprattutto Nanni di Banco. Deve il suo nome alla raffigurazione nel timpano dell'Assunzione della Vergine entro un nimbo a forma di mandorla. Nelle girali vegetali scolpite sugli stipiti si notano innesti di massicce figure modellate secondo l'antico. Le sculture della porta hanno una notevole rilevanza nella storia dell'arte perché vennero realizzate durante il passaggio tra le ultime fasi del gotico e il primo incipiente Rinascimento, con i primissimi esempi di gusto rigorosamente classicista a Firenze, che di lì a poco diventò predominante. Questa ricerca di novità guardando al passato aveva come tecnica privilegiata proprio la scultura, poiché per gli scultori era più agevole il confronto con le opere degli antichi.
Intercultura è un neologismo di origine inglese e spagnola. In Italia viene impiegato in ambito scientifico già negli anni sessanta. Dal 1975 il sostantivo viene usato dall'omonima associazione di scambi giovanili ("Intercultura onlus") che lo ha registrato come marchio. Il termine si afferma inizialmente come aggettivo in ambito pedagogico e scolastico, nella forma educazione interculturale. Tuttavia l'intercultura o l'interculturalità hanno trovato un impiego in parte autonomo nell'ambito del dibattito filosofico e teologico, oltre che più di recente nelle scienze sociali. Se in inglese si usa parlare di interculturality (a cui corrisponde l'italiano interculturalità) o di intercultural (aggettivo, ad esempio nel concetto di intercultural competence), non trova impiego il termine interculture. In concorrenza con intercultura in inglese viene preferito in molti casi l'aggettivo cross-culture, proveniente dagli studi postcoloniali. Molto difficile e sottile è invece la distinzione tra interculturalismo (dall'inglese interculturalism) e intercultura/interculturalità: si potrebbe dire che, se l'interculturalismo è, sulla falsariga del multiculturalismo e come evidenzia il suffisso -ismo, il pensiero o la dottrina che studia e propugna la rilevanza degli scambi culturali, l'interculturalità allude a una dimensione di pratiche e di esperienze, anche ma non solamente di ordine intellettuale.
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