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Autore principale: Araneo, Gennaro
Pubblicazione: Firenze : Tipografia Nazionale di V. Sodi, 1866
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Se in ere antiche Melfi era un semplice agglomerato di individui senza un ordinamento ed una affinità socio-culturale, acquisì un'enorme importanza nel periodo medievale, soprattutto sotto il dominio normanno, quando divenne Capitale e sede di cinque importanti Concili. Con l'arrivo degli Svevi, Federico II decise di promulgare dal castello le Costituzioni di Melfi (o Constitutiones Augustales), codice unico di leggi per l'intero Regno di Sicilia. Con gli angioini, per la città si prospettò un futuro decadente, che si accentuava sempre di più con il passare degli anni, aggravato anche dai terremoti che distrussero gran parte del suo patrimonio urbano. A seguito di un lungo periodo passato sotto il governo di famiglie nobiliari e con l'avvento dell'unità d'Italia, Melfi raggiunse uno stato di povertà e desolazione ai minimi storici. Questa condizione sociale fu una delle cause del brigantaggio, a cui la città partecipò attivamente. Dopo secoli di regressione, Melfi sta vivendo una lenta ma progressiva ripresa a partire dagli anni novanta, con l'edificazione di impianti industriali (come la FIAT e la Barilla) .
Melfi (AFI: [ˈmɛlfi]; Mèlfe in dialetto lucano) è un comune italiano di 17 543 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata. Costituita da un centro storico di aspetto complessivamente medievale, la città è diventata un notevole centro industriale ed è sede di un buon numero di imprese. Il polo industriale di San Nicola di Melfi, sorto nei primi anni novanta, ospita la fabbrica automobilistica SATA.
Il trattato di Melfi fu un accordo stipulato da papa Niccolò II con Roberto d'Altavilla, capo della Contea di Puglia, e con Riccardo I di Aversa, signore di Genzano e conte di Aversa. Il trattato venne sottoscritto il 24 giugno 1059, in preparazione del concilio di Melfi I, e fu reso operativo dal successivo concordato di Melfi.
Il Concordato di Melfi è un accordo ufficiale stipulato il 23 agosto 1059, quasi al termine del primo concilio di Melfi, tra il Papa Niccolò II, Roberto d'Altavilla (il Guiscardo) e Riccardo I di Aversa, a conferma del precedente Trattato di Melfi.
Il concilio di Melfi I fu promulgato da papa Niccolò II. Il concilio (o sinodo) si tenne dal 3 agosto al 25 agosto 1059; riunisce tutti i vescovi latini del Mezzogiorno e vi parteciparono un centinaio tra cardinali, abati, religiosi e nobili. Il primo concilio di Melfi fu preceduto dal trattato di Melfi e si concluse con il concordato di Melfi. Papa Niccolò II, durante il primo concilio di Melfi, nomina Roberto il Guiscardo duca di Puglia e Calabria. Dell'altro principe, Riccardo I di Aversa, egualmente nominato nella stessa assise, non resterà traccia per i posteri. Nell'iconografia resta in evidenza la casata Altavilla e viene oscurata la rivale casata Drengot, che (alla fine) soccomberà al rivale lignaggio.
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