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Pubblicazione: [s.l.] : [s.n.], 1975
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Le elezioni regionali italiane del 2020 in Toscana si sono tenute il 20 e 21 settembre, con possibilità di ballottaggio il successivo 4 e 5 ottobre qualora nessun candidato avesse raggiunto al primo turno il 40% delle preferenze.
Le elezioni regionali italiane del 2015 in Toscana si sono tenute il 31 maggio, contestualmente alle altre 6 regioni chiamate al voto: Veneto, Liguria, Umbria, Marche, Campania e Puglia. A differenza che nelle altre regioni dove il Presidente è eletto con un turno unico, in Toscana è previsto un ballottaggio tra i due candidati più votati nel caso in cui nessun candidato raggiunga il 40% dei voti al primo turno.
Le elezioni politiche italiane del 2001 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 13 maggio 2001.
Le elezioni politiche italiane del 1946 furono le prime elezioni della storia italiana dopo il periodo di dittatura fascista, che aveva interessato il Paese nel ventennio precedente. Si tennero domenica 2 e lunedì 3 giugno e si votò per l'elezione di un'Assemblea Costituente, cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale, come stabilito con il decreto legislativo luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944. Contemporaneamente si tenne un referendum istituzionale per la scelta fra Monarchia e Repubblica. Le consultazioni videro il successo dei tre grandi partiti di massa del tempo, la somma dei cui voti raggiunse circa il 75%. La Democrazia Cristiana, partito di centro, ottenne la maggioranza relativa col 35% dei voti, e i partiti di sinistra, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e il Partito Comunista Italiano raggiunsero insieme quasi il 40% dei voti. Nettamente minoritario si rivelò il peso della destra, divisa tra liberali (Unione Democratica Nazionale), qualunquisti (Fronte dell'Uomo Qualunque) e monarchici (Blocco Nazionale della Libertà). Le elezioni sancirono comunque una variegata e plurale presenza di culture politiche fra cui, oltre ai partiti precedentemente menzionati, il Partito Repubblicano Italiano e il Partito d'Azione.
Le elezioni politiche italiane del 1976 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 20 e lunedì 21 giugno 1976. Furono le prime elezioni politiche con il voto ai diciottenni. Le consultazioni videro prevalere nuovamente la Democrazia Cristiana, pressoché stabile, ma per la prima volta il primato fu seriamente insidiato dal Partito Comunista Italiano che, ottenendo un impetuoso aumento di consensi, si fermò a pochi punti percentuali dai democristiani maturando il miglior risultato della sua storia. Nel complesso l'area del centrosinistra (DC-PSI-PSDI-PRI) mantenne la maggioranza assoluta dei voti e dei seggi ma risultò ridimensionata soprattutto per il forte arretramento dei socialdemocratici. Divenne quindi fondamentale il sostegno dei socialisti senza i quali il centro non era più autosufficiente. Tuttavia la formula del centrosinistra «organico» fu temporaneamente abbandonata e iniziò la breve parentesi dei governi di unità nazionale che prese il nome di compromesso storico. Anche la destra missina perse notevoli consensi dopo il boom delle precedenti elezioni, così come i liberali che persero più della metà dei propri voti ottenendo il loro minimo storico. Infine, per la prima volta, entrarono in parlamento forze più a sinistra del PCI, rappresentate da Democrazia Proletaria, ed eletti del Partito Radicale.
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