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Autore principale: Baschiera, Simone
Pubblicazione: Pisa : ETS, 2013
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
Vladimir Vladimirovič Putin (in russo: Влади́мир Влади́мирович Пу́тин? ; Leningrado, 7 ottobre 1952) è un politico, ex militare ed ex funzionario del KGB russo, presidente della Federazione Russa dal 7 maggio 2012 al suo quarto mandato (non consecutivo), avendo ricoperto precedentemente la carica dal 1999 al 2008. È stato anche primo ministro della Russia dal 1999 al 2000 e di nuovo dal 2008 al 2012. Putin è nato a Leningrado e ha studiato legge all'Università statale di San Pietroburgo, laureandosi nel 1975. In seguito ha lavorato come funzionario dell'intelligence del KGB per 16 anni, salendo al grado di tenente colonnello, prima di dimettersi nel 1991 per iniziare una carriera politica a San Pietroburgo. Successivamente si è trasferito a Mosca nel 1996 per unirsi all'amministrazione del presidente Boris Eltsin, prestando servizio come direttore dell'FSB, l'agenzia che ha sostituito il KGB, prima di essere nominato primo ministro nell'agosto 1999. Dopo le dimissioni di Eltsin, Putin è stato eletto come suo successore. Sotto il suo primo mandato come presidente, l'economia russa è cresciuta per otto anni consecutivi, con il PIL a parità di potere d'acquisto aumentato del 72%. La crescita è stata il risultato del boom economico delle materie prime degli anni 2000, della ripresa dopo la depressione che ha seguito la dissoluzione dell'Unione Sovietica e di adeguate politiche economiche e fiscali.Impossibilitato a ricoprire un terzo mandato consecutivo secondo il quarto punto della Costituzione della Federazione Russa, ha poi favorito la vittoria del suo delfino Dmitrij Medvedev, che ha poi nominato a sua volta Putin come primo ministro nel 2008. Ha successivamente potuto ricandidarsi al terzo mandato come presidente vincendo le elezioni presidenziali in Russia del 2012 con il 64% dei voti. Il calo dei prezzi del petrolio e le sanzioni economiche internazionali imposte dopo la crisi della Crimea del 2014 e l'intervento militare russo nella guerra del Donbass in Ucraina orientale, causate dalla politica estera di Putin, hanno portato a una riduzione del PIL russo del 3,7% nel 2015, sebbene l'economia russa sia rimbalzata nel 2016 con una leggera crescita del PIL pari allo 0,3%, segnando la fine della Grande recessione. Alle elezioni presidenziali in Russia del 2018 ha guadagnato il 76% dei voti ed è stato rieletto per un mandato di sei anni che si concluderà nel 2024. Con Putin la Russia ha subito un graduale processo di arretramento democratico. Generalmente gli esperti non considerano la Russia una vera democrazia, citando epurazioni, incarcerazioni e uccisioni di oppositori politici, repressione della libertà di stampa e mancanza di elezioni credibilmente libere e giuste. La Russia ha ottenuto un punteggio molto negativo sull'Indice di percezione della corruzione di Transparency International, sul Democracy Index dell'Economist Intelligence Unit e sull'indice "Freedom in the World" di Freedom House (tra cui un punteggio record di appena 20/100 nel rapporto del 2017, risultato che non veniva ottenuto dai tempi dell'Unione Sovietica). Inoltre le organizzazioni e gli attivisti per i diritti umani lo hanno accusato di perseguitare critici e attivisti politici, nonché di averli torturati o assassinati. Putin ha respinto le accuse di violazioni dei diritti umani. Funzionari del governo federale degli Stati Uniti d'America lo hanno accusato di aver condotto una cospirazione politica contro Hillary Clinton a favore di Donald Trump nel periodo delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016, un'accusa che sia Trump che Putin hanno spesso respinto e criticato.
Le elezioni presidenziali in Russia del 2018 si sono svolte il 18 marzo 2018. La data delle consultazioni elettorali è stata fissata nel giorno del quarto anniversario dell'annessione della Crimea alla Russia. In più i cittadini della penisola sul mar Nero parteciparono per la prima volta alle elezioni per il Gran Palazzo del Cremlino. Aleksej Naval'nyj, il candidato democratico con la popolarità maggiore nei sondaggi politici, fu escluso dalla candidatura per varie condanne (appropriazione indebita), anche se molti governi filo-occidentali e Amnesty International sostengono che la causa delle sue condanne sia dovuta alla stessa opposizione a Vladimir Putin. Per Gennadij Zjuganov del Partito Comunista della Federazione Russa, invece, Naval'nyj è «un “manufatto” politico creato nei laboratori degli USA».
Il Gran Palazzo del Cremlino (in russo: Большой Кремлёвский дворец?, traslitterato: Bolschoi Kremljowski Dworez) è la residenza ufficiale del Presidente della Federazione Russa. È localizzato nel cuore della capitale, nella porzione sudorientale del Cremlino di Mosca, di cui rappresenta un importante elemento architettonico. La porzione principale del palazzo, per quanto riguarda l'aspetto attuale, è stata realizzata tra il 1838 ed il 1849, per iniziativa di Nicola I in luogo dell'antico gran palazzo del Principe Ivan III, risalente al XV secolo, e del palazzo di Elisabetta di Russia, del XVIII secolo. Il progetto e la costruzione sono stati curati da una équipe di architetti: N.I. Chichagov, V.A. Bakarev, F.F. Rijter, P.A. Guerasimov, F.G. Solntsev ed altri, tutti sotto la direzione del famoso architetto Konstantin Thon. Il Gran Palazzo servì come residenza cittadina principale dello Zar e della sua famiglia. Le colonne di marmo bianco furono ricavate dal marmo delle piramidi rubato in passato.
Dmitrij Anatol'evič Medvedev (in russo: Дмитрий Анатольевич Медведев? ; Leningrado, 14 settembre 1965) è un politico russo, vicepresidente del Consiglio di sicurezza e ex presidente della federazione Russa. Dal 7 maggio 2008 al 7 maggio 2012 ha ricoperto la carica di presidente della Federazione Russa. Dall'8 maggio 2012 al 16 gennaio 2020 è stato Primo ministro. Nato in una famiglia di accademici, Medvedev si è laureato all'Università di Stato di Leningrado in legge nel 1987. Medvedev lavorò quindi come docente nella sua alma mater dal 1990 quando venne rinominata Università Statale di San Pietroburgo dove insegnò diritto civile e romano sino al 1999. La carriera politica di Medvedev ebbe inizio come manager per la campagna elettorale del sindaco di San Pietroburgo, Anatolij Sobčak, periodo durante il quale strinse anche un saldo legame di amicizia con Vladimir Putin. Nel novembre del 1999, Medvedev venne convocato per la prima volta nello staff presidenziale russo e diresse nel 2000 la campagna elettorale di Putin. Il 14 novembre 2005 Medvedev venne nominato Vice Primo ministro rimanendo in carica sino al 2008. Il 10 dicembre 2007 venne informalmente investito della carica di candidato alle presidenziali russe successive per quattro partiti diversi: Russia Unita, Lontana Russia, Partito Agrario Russo e Potere Civile, ottenendo la nomina ufficiale il 17 dicembre 2007 dal Partito della Russia Unita. La candidatura di Medvedev venne annunciata personalmente dal presidente Putin dando grande popolarità a questo gesto. Le elezioni presidenziali tenutesi il 2 marzo 2008 videro Medvedev vincere con il 70,28% dei voti. Medvedev decise di non ricandidarsi per un secondo mandato, ma venne nominato Primo ministro dal successivo presidente Vladimir Putin, che vinse quelle del 2012. Il 26 maggio 2012, Medvedev venne nominato leader del Partito della Russia Unita.Ritenuto ancora più liberale del suo predecessore, ai primi punti della sua agenda presidenziale Medvedev mise un programma di modernizzazione dell'economia e della società russa, in particolare staccandola dalla tradizionale dipendenza dal commercio di petrolio e gas naturale. Durante la presidenza di Medvedev, la Russia risultò vittoriosa nella Guerra russo-georgiana e si riprese dalla Grande Recessione. Riconoscendo un alto tasso di corruzione in tutta la Russia, Medvedev lanciò la prima grande campagna anti-corruzione nazionale con un sostanziale rafforzamento delle leggi in materia. In politica estera, i successi di Medvedev si sono concretizzati nella firma del New START, un "reset" per le relazioni russo-americane, pesantemente danneggiate dalla guerra della Russia con la Georgia, incrementando così la cooperazione della Russia con gli altri paesi della NATO e permettendole di entrare nella World Trade Organization (WTO) nel 2011.
Il mausoleo di Lenin (in russo: Мавзолей Ленина?, Mavzolej Lenina) è un monumento funerario situato sulla Piazza Rossa a Mosca. Esso accoglie le spoglie mortali di Vladimir Il'ič Ul'janov (Lenin). Dopo la morte di Lenin, avvenuta il 21 gennaio 1924, la salma del padre della Rivoluzione russa fu imbalsamata per poter restare esposta al pubblico in permanenza. Il procedimento fu attuato dal patologo Aleksej Abrikosov, mentre il sarcofago veniva disegnato da Konstantin Mel'nikov, e una prima struttura lignea, destinata ad accogliere i resti del leader sovietico, era stata commissionata all'architetto Aleksej Ščusev.
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