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Titolo uniforme: Rising '44.
Autore principale: Davies, Norman, 1939-
La Repubblica Slovacca (in slovacco: Slovenská republika) fu uno Stato alleato della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, sorto su gran parte dell'attuale territorio slovacco. Confinava con la Germania nazista, la Polonia e il Regno d'Ungheria retto da Miklós Horthy e godette inizialmente di una parziale autonomia, ma durante il conflitto divenne de facto uno Stato satellite del Terzo Reich tedesco. Sebbene la sua esistenza fosse riconosciuta internazionalmente anche dagli altri Stati dell'epoca (inclusa la Santa Sede), con il trattato di pace di Parigi del 1947, a seguito dell'annullamento della Conferenza di Monaco da parte dei vincitori della guerra, la Repubblica Slovacca cessò formalmente di esistere come Stato indipendente autonomo, venendo reintegrata nella Cecoslovacchia. Fu chiamata talvolta anche Prima Repubblica Slovacca (in slovacco: prvá Slovenská republika) o Stato slovacco (Slovenský štát) per distinguerlo dall'odierna (seconda) Repubblica Slovacca, che tuttavia non è da considerarsi lo Stato successore di quello esistito durante la seconda guerra mondiale.
La seconda guerra mondiale vide contrapporsi, tra il 1939 e il 1945, le cosiddette potenze dell'Asse e gli Alleati che, come già accaduto ai belligeranti della prima guerra mondiale, si combatterono su gran parte del pianeta; il conflitto ebbe inizio il 1º settembre 1939 con l'attacco della Germania nazista alla Polonia e terminò, nel teatro europeo, l'8 maggio 1945 con la resa tedesca e, in quello asiatico, il successivo 2 settembre con la resa dell'Impero giapponese dopo i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Considerato il più grande conflitto armato della storia, costò all'umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri, con una stima totale di morti che oscilla tra i 55 e i 60 milioni di individui; le popolazioni civili si trovarono coinvolte nelle operazioni in una misura sino ad allora sconosciuta, e furono anzi bersaglio dichiarato di bombardamenti, rappresaglie, persecuzioni, deportazioni e stermini. In particolare, il Terzo Reich portò avanti con metodi ingegneristici l'Olocausto per annientare, tra gli altri, le popolazioni di origine o etnia ebraica, perseguendo anche una politica di riorganizzazione etnico-politica dell'Europa centro-orientale che prevedeva la distruzione o deportazione di intere popolazioni slave, degli zingari e di tutti coloro che il regime nazista riteneva "indesiderabili" o nemici della razza ariana. Al termine della guerra, l'Europa, ridotta a un cumulo di macerie, completò il processo di involuzione iniziato con la prima guerra mondiale e perse definitivamente il primato politico-economico mondiale, che fu assunto in buona parte dagli Stati Uniti d'America. Ad essi si contrappose l'Unione Sovietica, l'altra grande superpotenza forgiata dal conflitto, in un teso equilibrio geopolitico internazionale che fu definito poi guerra fredda. Le immani distruzioni della guerra portarono alla nascita dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), avvenuta al termine della Conferenza di San Francisco il 26 giugno 1945.
Varsavia (AFI: /varˈsavja/; in polacco , [varˈʂava]) è la capitale della Polonia, situata nella parte centro-orientale del Paese nel voivodato della Masovia, sul fiume Vistola. Varsavia è la città più grande della Polonia in termini di popolazione con 1.764.615 residenti registrati nel 2017 e la sua area metropolitana di circa 3.100.844 abitanti. Si classifica al decimo posto delle città più popolose dell'Unione europea. La città è il principale centro scientifico, culturale, politico ed economico ed è anche il capoluogo del voivodato della Masovia, e costituisce al contempo comune e distretto. La storia della città risale alla fine del XIII secolo. A quel tempo era una piccola città di pescatori. Nel 1569, il re Sigismondo III trasferì la sua corte insieme alla capitale della Polonia da Cracovia a Varsavia. Una volta descritta come la "Parigi del Nord", Varsavia fu considerata una delle città più belle del mondo fino alla Seconda Guerra Mondiale. Bombardata all'inizio dell'invasione tedesca nel 1939, la città resistette. Le deportazioni della popolazione ebraica nei campi di concentramento portarono alla Rivolta del ghetto di Varsavia nel 1943 e alla distruzione del ghetto dopo un mese di combattimenti. Una rivolta generale a Varsavia tra agosto e ottobre 1944 portò a ulteriori devastazioni. Varsavia ha acquisito il nuovo titolo di "città fenice" a causa della sua lunga storia e ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, che aveva lasciato in rovina più dell'85% degli edifici. Varsavia è la sede di Frontex, l'agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Varsavia è anche una delle città metropolitane più dinamiche d'Europa. Nel 2012 l'Economist Intelligence Unit ha classificato Varsavia come la 32ª città più vivibile al mondo. Nel 2017 la città è arrivata 4ª nella categoria "Business-friendly" e 8a in "Capitale umano e stile di vita". Inoltre è stata classificata come una delle città più vivibili dell'Europa centrale e orientale. Il centro storico di Varsavia è stato inserito nel 1980 tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO. È la parte più antica della città ed è anche la principale attrazione turistica con la Colonna di Sigismondo, il Barbacane e il Castello Reale.
Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano. In un'accezione più ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunità economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.
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