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Autore principale: Risaliti, Renato
Pubblicazione: Pistoia : Tellini, 1982
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il Risorgimento è il periodo della storia italiana durante il quale l'Italia conseguì la propria unità nazionale. La proclamazione del Regno d'Italia del 17 marzo 1861 fu l'atto formale che sancì, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d'Italia formatosi con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione "unità d'Italia". Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità politica unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano, «aveva subìto un brusco arresto [con la perdita] della sua unità politica nel 476 d.C. in seguito al crollo dell'Impero romano d'Occidente».
Le relazioni bilaterali tra Italia e Russia fanno riferimento ai rapporti diplomatici ed economici tra la Repubblica Italiana e la Federazione Russa. L'Italia ha un'ambasciata a Mosca, due Consolati Generali a Mosca e a San Pietroburgo, un consolato generale onorario a Krasnodar, consolati onorari a Ekaterinburg, Lipetsk e Chelyabinsk, nonché corrispondenti consolari a Samara e a Volgograd. La Russia ha un'ambasciata a Roma e consolati a Genova, Milano, Palermo, Bari e Ancona. Entrambi i Paesi sono membri del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). L'Italia è il quarto sbocco commerciale russo dopo Paesi Bassi, Cina e Germania, e la quinta fonte d'importazioni per la Russia dopo Cina, Germania, Stati Uniti e Bielorussia; è operativa una Camera di commercio italo-russa che raggruppa le principali aziende italiane che operano in Russia e viceversa. L'Italia ha una forte dipendenza dal gas russo. Il particolare calore dei rapporti russo-italiani è stato determinato non solo dagli interessi commerciali, ma anche dai ricchi scambi culturali e umani tra i due paesi. Molti turisti russi visitano l'Italia ogni anno e tanti studenti russi vi si recano per studiare l'arte e la musica italiana. A loro volta, gli italiani hanno sempre mostrato simpatia verso la Russia e il suo popolo.
La storia dell'Italia unita ha inizio nel 1861, dopo la proclamazione del Regno d'Italia, in seguito alla quale l'Italia venne riunita in un unico Stato sovrano, autonomo e indipendente.
La storia d'Italia è l'insieme di numerose vicende locali e cittadine e riflesso della storia universale della sua capitale, Roma, sede dell'Impero prima e del Papato poi. Essa è parte fondante della cultura occidentale, europea e mediterranea. L'eredità storico-culturale dell'Italia si riflette nell'elevato numero di patrimoni dell'umanità presenti nel paese. Luogo di incontro di culture arcaiche come quella etrusca, latina, e sabina, di insediamenti celti e colonie greche e fenicio-cartaginesi, l'Italia antica fu federata dalla Repubblica Romana e divenne il centro dell'Impero Romano. Una prima sistemazione amministrativa in regioni le fu data da Cesare Augusto (27 a.C.-14 d.C.). Divenne poi terra a maggioranza cristiana, abbandonando l'antico politeismo, tra la promulgazione dell'Editto di Milano (313) che garantiva la libertà di culto e quella dell'Editto di Tessalonica (380), che impose di seguire la religione del vescovo di Roma. Con la caduta dell'Impero, l'Italia venne invasa dagli Eruli di Odoacre (476), e poi dagli Ostrogoti di Teodorico (492), dai Bizantini di Giustiniano (535), e dai Longobardi di Alboino (568). Alla dominazione straniera, si accompagnò il processo di divisione politica: l'Italia meridionale fu contesa tra Longobardi, Bizantini e Berberi, quella centrale si consolidò come Stato Pontificio, e quella settentrionale venne inglobata da Carlomagno nel Sacro Romano Impero Germanico con l'incoronazione di quest' ultimo da parte di Papa Leone III nell'anno 800. Con l'umiliazione di Canossa (1077) prima e la pace di Venezia (1177) poi, il Papa indebolì l'Imperatore germanico, favorendo l'ascesa di autonomi Comuni nell'Italia imperiale. Tra questi, le repubbliche marinare di Genova e Venezia acquistarono un grande peso nel corso delle crociate, fatto che provocò una rivoluzione commerciale e mercantile in tutta Italia. Contestualmente, il mezzogiorno veniva unificato nel regno di Sicilia dai vichinghi Normanni. Per intrecci dinastici, corona di Sicilia e diadema imperiale pervennero entrambi a Federico II di Svevia, il quale fu a capo di un impero che si espanse nei paesi baltici e in Terra Santa, ma che si disgregò dopo il fallimento del progetto assolutista di dominare tutta l'Italia per la resistenza di Stato Pontificio, baroni meridionali, e Comuni centro-settentrionali. Dopo le drammatiche crisi del Trecento, la penisola conobbe una nuova epoca di prosperità economica e culturale tra XV e XVI secolo, periodo noto come Rinascimento. Per la sua ricchezza e centralità negli affari europei, divenne il principale teatro dello scontro delle Guerre d'Italia, che coinvolsero le principali potenze dell'epoca, tra cui il Regno di Francia, l'Impero germanico, l'Impero spagnolo, la Confederazone Elvetica, l'Inghilterra e l'Impero ottomano. Sul piano culturale, l'Italia conosceva poi la controriforma, il barocco, ed il neoclassicismo. Dopo la parentesi Napoleonica, gli italiani lottarono per la loro indipendenza ed unificazione in una serie di guerre sotto la guida del Regno di Sardegna sabaudo, occupando il nord, sottoposto direttamente o indirettamente agli Asburgo d'Austria, e le Due Sicilie, governate dai Borbone di Napoli, un ramo cadetto dei Borbone di Spagna. Roma, nel mezzo della guerra franco-prussiana (1870-1871), fu fatta capitale a conclusione del Risorgimento. L'Italia unita divenne uno stato liberale sul fronte economico-politico, mentre in politica estera creò un proprio spazio coloniale in Libia e Corno d'Africa. Le ambizioni territoriali in Europa e la volontà di trovare un suo posto nel concerto di blocchi politici e alleanze sicure portò l'Italia a partecipare alla prima guerra mondiale a fianco della Triplice Intesa. La società italiana, colpita dalla propaganda nazionalista della "vittoria mutilata", aderì gradualmente al fascismo di Benito Mussolini e dei suoi seguaci, saliti al potere nell'ottobre del 1922. L'avvicinamento alla Germania nazista e la formazione dell'asse Roma-Berlino del 1936 saranno determinanti nella scelta italiana di entrare nella seconda guerra mondiale, nel 1940. Dopo il suo fallimento militare, ebbe termine la forma di governo monarchica: l'attuale repubblica fu infatti istituita nel giugno 1946. In seguito alla ricostruzione, vi fu un periodo storico di ripresa economica, militare, sportiva e politica, così come la riaffermazione dell'Italia come potenza industriale, essendo tra le nazioni fondanti del G6 (poi G7, G8 e nuovamente G7 nell'attualità) nel 1975 e del G20 nel 1999. L'Italia è inoltre tra i sei Paesi fondatori dell'Unione europea, la quale opera tramite meccanismi e politiche sovranazionali (come l'euro).
La storia del fascismo italiano prende avvio alla fine del 1914, con la fondazione, da parte del giornalista Benito Mussolini, del Fascio d'azione rivoluzionaria, in seno ad un movimento di interventismo nella prima guerra mondiale. Le espressioni ventennio fascista o semplicemente ventennio si riferiscono al periodo che va dalla presa del potere del fascismo e di Mussolini, ufficialmente avvenuta il 29 ottobre 1922, sino alla fine del regime, avvenuta formalmente il 25 luglio 1943. Specialmente dalla propaganda del regime veniva inoltre utilizzata la locuzione Italia fascista per indicare il Regno d'Italia sotto il governo di Mussolini e del Partito Nazionale Fascista.
Il commercio internazionale è un tipo di commercio, ossia uno scambio di capitale, merce o servizi che si effettua attraverso i confini internazionali. Nella maggior parte dei Paesi, questo tipo di commercio rappresenta una quota significativa del PIL. Il commercio internazionale fornisce globalmente ai consumatori e alle nazioni la possibilità di essere esposti a nuovi mercati e prodotti. Quasi ogni tipo di prodotto può essere commercializzato sul mercato internazionale: cibo, vestiti, gioielli, valute, azioni, prodotti di industria. Il prodotto che viene venduto nel mercato globale rappresenta una esportazione, mentre quello che viene acquistato dal mercato globale è una importazione. Sia le esportazioni che le importazioni sono contabilizzate nel bilancio di un Paese. L'importanza del commercio internazionale è notevolmente aumentata negli ultimi secoli, avendo forti impatti sulla società, sull'economia e sulla politica. Questo è successo per merito dell'industrializzazione, della tecnologia avanzata nel settore dei trasporti, della globalizzazione, delle multinazionali e dell'esternalizzazione, tutti fattori che hanno contribuito in maniera determinante all'aumento del commercio internazionale. Senza questi fattori e quindi senza il commercio internazionale, il commercio in una nazione sarebbe limitato ai beni e prodotti della stessa nazione, quindi limitato al cosiddetto commercio interno. La differenza tra i due tipi di commercio è che quello internazionale è generalmente più costoso, il che deriva dall'imposizione di tariffe o costi aggiuntivi connessi alle differenze tra Paesi come cultura o sistema giuridico. Un'altra differenza è che i fattori produttivi come il lavoro o il capitale sono più mobili all'interno di un Paese che in due o più Paesi. Il commercio internazionale è un ramo dell'economia che, insieme alla finanza internazionale, costituisce un ramo più ampio chiamato economia internazionale.
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