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Autore principale: Locke, John
Pubblicazione: Torino : UTET, 2004
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ITA, Paese: IT
Il Saggio sull'intelletto umano è un'opera del filosofo britannico John Locke, in cui l'autore si propone di verificare l'estensione effettiva della conoscenza umana, cioè di misurare i poteri conoscitivi dell'uomo. Pubblicato nel 1690, il saggio concerne i fondamenti della formazione della conoscenza umana e dell'intelletto. Il filosofo descrive la mente umana, dalla sua nascita, come una tabula rasa (anche se non usa esattamente queste parole) riempita in seguito attraverso le esperienze. Il Saggio fu una delle principali fonti dell'empirismo moderno ed influenzò molti filosofi dell'illuminismo, come George Berkeley e David Hume. In quest'opera, di grande spessore pedagogico, Locke sostiene che il processo di apprendimento prenda avvio dall'esperienza, che può essere interna o esterna al soggetto, la quale attraverso l'associazione di idee semplici, porta alla formulazione di idee complesse e di un giudizio. A ben vedere si può percepire come questa tesi abbia non soltanto un fondamento di tipo pedagogico (storicamente innovativo) ma anche un fondamento di tipo psicologico; la psicologia infatti pone alla base del processo di apprendimento oltre alla percezione e all'esercizio anche l'esperienza. Il Libro II del saggio descrive la teoria delle idee di Locke, inclusa la distinzione tra idee acquisite passivamente, cioè le idee semplici, come "rosso", "dolce", "rotondo", e quelle costruite in modo attivo, cioè le idee complesse, come i numeri, le cause e gli effetti, le idee astratte, le idee delle sostanze e quelle di identità e diversità. Locke distingue tra le qualità reali primarie esistenti dei corpi, come la forma, il movimento e la disposizione delle particelle che li compongono, e le qualità secondarie che sono "il potere di produrre varie sensazioni in noi" come il "rosso" ed il "dolce". Queste qualità secondarie, afferma Locke, sono dipendenti dalle qualità primarie. Egli inoltre delinea una teoria della identità personale, offrendo un criterio largamente psicologico. Il Libro III tratta il linguaggio, il Libro IV la conoscenza, includendo l'intuito, la matematica, la filosofia morale, la filosofia naturale ("la scienza"), la fede, e le opinioni.
John Locke (Wrington, 29 agosto 1632 – High Laver, 28 ottobre 1704) è stato un filosofo e medico inglese, considerato il padre del liberalismo classico, dell'empirismo moderno e uno dei più influenti anticipatori dell'illuminismo e del criticismo.
Nuovi saggi sull'intelletto umano è un libro di Gottfried Wilhelm Leibniz; si tratta di una confutazione, capitolo per capitolo, dell'opera maggiore di John Locke, Saggio sull'intelletto umano. È uno dei soli due lunghi lavori di Leibniz (l'altro sono I saggi di teodicea). Fu completato nel 1704, ma la morte di Locke fu la causa avanzata da Leibniz nel ritardare la sua pubblicazione. Il libro apparve 60 anni dopo, in 4 volumi. Come molti altri saggi filosofici del tempo, i Nuovi saggi furono scritti in forma di dialogo. I due personaggi del libro sono Teofilo (colui che ama Dio, in greco), che rappresenta il punto di vista di Leibniz, e Filalete (colui che ama la Verità), che incarna invece quello di Locke. La famosa confutazione delle teorie empiriste riguardo alla provenienza delle idee appare all'inizio del Libro II: "Niente è nell'intelletto senza essere stato prima nei sensi, tranne l'intelletto stesso" (Nihil est in intellectu, quod non fuerit in sensu, excipe : nisi ipse intellectus).
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