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Autore principale: Grossi, Stefano <sacerdote>
Pubblicazione: Montespertoli : Aleph, [2008]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La Librairie philosophique J. Vrin è una libreria situata al numero 6 di place de la Sorbonne a Parigi, nonché una casa editrice francese specializzata nella pubblicazione di libri di filosofia. Fondata da Joseph Vrin nel 1911, nacque come libreria e solo successivamente divenne anche casa editrice.
Gli studi traduttivi sono un'area accademica di studi interdisciplinari che indaga sulla teoria, descrizione e utilizzo della traduzione, interpretazione e localizzazione. Come ambito interdisciplinare, gli studi traduttivi attingono a svariate branche del sapere che si legano allo studio della traduzione. Tra queste troviamo la letteratura comparativa, l’informatica, la storia, la filologia, la filosofia, la semiotica e la terminografia. Il termine "studi traduttivi" fu coniato da James S. Holmes, lo studioso americano che lavorava ad Amsterdam, nel suo articolo The name and nature of translation studies, considerato pietra miliare per l’intero sviluppo della disciplina. In inglese il termine traslatologia viene utilizzato raramente (ancora meno frequente traduttologia) per riferirsi agli studi traduttivi, mentre, per quanto riguarda il francese, il termine corrispondente è solitamente traductologie (come in Société Française de Traductologie). Negli Stati Uniti il termine più comunemente utilizzato è Translation and Interpreting Studies (come in American Translation and Interpreting Studies Association), anche se gli studiosi europei includono l’interpretazione all’interno degli stessi studi traduttivi (come in European Society for Translation Studies).
Zygmunt Bauman (Poznań, 19 novembre 1925 – Leeds, 9 gennaio 2017) è stato un sociologo, filosofo e accademico polacco.
L'ebraismo (in ebraico: יהדות?) indica uno stile di vita sia una tradizione culturale diffusa all'interno del popolo ebraico, nelle varie comunità presenti in tutti i paesi del mondo. Come religione l'odierno ebraismo, detto anche ebraismo rabbinico, è l'evoluzione maggioritaria della religione biblica, frutto secondo la tradizione, dell'alleanza (Berit) tra Dio, indicato nella Torah con il nome di Yahweh, e il popolo ebraico. I suoi testi fondamentali sono la Torah, il Tanakh e la tradizione orale supplementare, rappresentata dai testi della Mishnah e del Talmud.
Il termine Olocausto indica, a partire dalla seconda metà del XX secolo, il genocidio di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista e i loro alleati nei confronti degli ebrei d'Europa e, per estensione, lo sterminio di tutte le categorie di persone dai nazisti ritenute "indesiderabili" o "inferiori" per motivi politici o razziali. Oltre agli ebrei, furono vittime dell'Olocausto le popolazioni slave delle regioni occupate nell'Europa orientale e nei Balcani, e quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, massoni, minoranze etniche come rom, sinti e jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e portatori di handicap mentali o fisici. Tra il 1933 e il 1945, furono circa 15-17 milioni le vittime dell'Olocausto, di entrambi i sessi e di tutte le età (senza riguardo per anziani e bambini), tra cui 5-6 milioni di ebrei. La parola "Olocausto" deriva dal greco ὁλόκαυστος (holòkaustos, "bruciato interamente"), a sua volta composta da ὅλος (hòlos, "tutto intero") e καίω (kàiō, "brucio") ed era inizialmente utilizzata ad indicare la più retta forma di sacrificio prevista dal giudaismo. L'Olocausto, in quanto genocidio degli ebrei, è identificato più correttamente con il termine Shoah (in ebraico: שואה?, lett. "catastrofe, distruzione") che ha trovato ragioni storico-politiche nel diffuso antisemitismo secolare. L'eliminazione di circa i due terzi degli ebrei d'Europa venne organizzata e portata a termine dalla Germania nazista mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche del regime, con uno sviluppo progressivo che ebbe inizio nel 1933 con la segregazione degli ebrei tedeschi, proseguì, estendendosi a tutta l'Europa occupata dal Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, con il concentramento e la deportazione e quindi culminò dal 1941 con lo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa sul territorio da parte di reparti speciali, e soprattutto in strutture di annientamento appositamente predisposte (campi di sterminio), in cui attuare quella che i nazisti denominarono soluzione finale della questione ebraica. L'annientamento degli ebrei nei centri di sterminio non trova nella storia altri esempi a cui possa essere paragonato, per le sue dimensioni e per le caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dalla macchina di distruzione nazista. Tuttavia, l'idea della "unicità della Shoah" in quanto incommensurabile e non confrontabile con ogni altro evento è assai discussa tra gli storici.
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