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Titolo uniforme: Qing hong
Autore principale: Wang, Xiaoshuai
Pubblicazione: Campi Bisenzio : Cecchi Gori editoria elettronica home video [distributore], c2006
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, chi, Paese: IT
Il cinema (dal greco antico κίνημα, -τος "movimento") è l'insieme delle arti, delle tecniche e delle attività industriali e distributive che producono come risultato commerciale un film. Nella sua accezione più ampia la cinematografia è l'insieme dei film che, nel loro complesso, rappresentano un'espressione artistica che spazia dalla fantasia, all'informazione, alla divulgazione del sapere. La cinematografia viene anche definita come la settima arte, secondo la definizione coniata dal critico Ricciotto Canudo nel 1921, quando pubblicò il manifesto La nascita della settima arte, prevedendo che la cinematografia avrebbe unito in sintesi l'estensione dello spazio e la dimensione del tempo. Fin dalle origini, la cinematografia ha abbracciato il filone della narrativa, diventando la forma più diffusa e seguita di racconto.
Shanghai è un film del 2010, diretto da Mikael Håfström su sceneggiatura di Hossein Amini. Tra i principali interpreti figurano John Cusack, Li Gong, Ken Watanabe, Rinko Kikuchi e Chow Yun-Fat. È il rifacimento del film Shanghai (1935) con Loretta Young e Charles Boyer.
Shanghai (pron. [ʃaŋˈɡai]; in cinese 上海S, ShànghǎiP, abbreviazione 沪 o 申, Hù o Shēn; in italiano anche Sciangai), situata sul fiume Huangpu presso il delta del Fiume Azzurro, è la seconda città più popolosa della Cina, dopo Chongqing e anche la seconda del mondo, con una popolazione di oltre 29 milioni di abitanti; è la seconda municipalità autonoma del Paese dopo Chongqing ed è una delle quattro città municipalità della Cina a godere dello status di provincia. In cinese Shànghǎi è abbreviata in Hù (滬T, 沪S) e Shēn (申S); le due sillabe shàng e hǎi significano letteralmente «sul mare» o anche «verso il mare». L'interpretazione è che la città originariamente fosse situata sul mare oppure, secondo i locali, fosse il punto più alto in cui arrivava il mare. Shanghai è vista come capitale economica della Cina: grazie allo sviluppo dei decenni passati Shanghai è un centro economico, finanziario, commerciale e delle comunicazioni di primaria importanza della Repubblica Popolare Cinese. Il suo porto, il primo del Paese, è uno dei più trafficati al mondo assieme a Singapore e Rotterdam. Nel 2010 ha superato Singapore come volume di traffico.Famosi sono alcuni soprannomi della città tra i quali: «La Parigi d'oriente», «La regina d'oriente», «Perla d'oriente». A riconferma di ciò, un'autorevole indagine pone Shanghai tra le metropoli più alla moda d'Asia e la quattordicesima in tutto il mondo.
Il cinema cinese (中国大陆电影S) fa parte dei tre filoni storici in lingua cinese insieme a quello di Hong Kong e di Taiwan. Il cinema è stato introdotto in Cina nel 1896 e il primo film cinese, Il monte Dingjun, fu realizzato nel 1905, con l'industria cinematografica incentrata sulla Shanghai nei primi decenni. Il primo film sonoro, Sing-Song Girl Red Peony, utilizzando la tecnologia del suono-on-disc, è stata prodotto nel 1931. Il 1930, è considerato il primo "periodo d'oro" del cinema cinese, ha visto l'avvento del movimento cinematografico di sinistra e controversie tra nazionalisti e comunisti furono riflesse nelle pellicole prodotte in quell'epoca. Durante l'invasione giapponese della Cina e l'occupazione di Shanghai, l'industria cinematografica della città fu gravemente ridotta, i registi emigrarono, lasciando la città di Shanghai nel periodo cinematografico post-bellico chiamato "Isola solitaria", sotto le concessioni straniere della città. La principessa dal ventaglio di ferro (1941), il primo film d'animazione cinese, è stato realizzato alla fine di questo periodo ed è influenzato dal tempo di guerra contro il Giappone. Dopo essere stata completamente inghiottita dall'occupazione militare del 1941, fino alla fine della guerra nel 1945, l'industria cinematografica nella città rimase sotto il controllo giapponese. Dopo la fine della guerra, una seconda età dell'oro ebbe inizio, la produzione riprese nella città di Shanghai, con film come Spring in a small town (1948), nominato miglior film in lingua cinese al 24° Hong Kong Film Awards. Dopo la rivoluzione comunista del 1949, film precedenti e film stranieri vennero vietati, nonostante nel 1951 la presenza di film aumentò bruscamente. Durante la Rivoluzione Culturale, l'industria cinematografica è stata fortemente limitata, arrivando quasi a un punto morto dal 1967 al 1972. L'industria rifiorì a seguito della fine della rivoluzione, portando addosso la cicatrice di quel periodo fino agli anni ottanta, con pellicole come La leggenda della montagna Tianyun (1980) e Hibiscus Town (1986), che raffigura i traumi emotivi lasciati da quel periodo. A partire dalla metà degli anni '80, con film come One and Eight (1983) e Terra gialla (1984), la quinta generazione ha portato una maggiore popolarità al cinema cinese all'estero, soprattutto tra il pubblico d'essay occidentale, con film come Sorgo rosso (1987), La storia di Qiu Ju (1992) e Addio mia concubina (1993) vincendo importanti premi internazionali. Questo movimento si interruppe parzialmente dopo le proteste di piazza Tiananmen del 1989. Il periodo dopo il 1990 ha visto la nascita della sesta generazione e post-sesta generazione, entrambe atte a produrre film al di fuori del principale sistema-film-Cina giocando un importante ruolo nel circuito dei festival internazionali.
La signora di Shanghai (The Lady from Shanghai) è un film noir del 1947 diretto da Orson Welles, anche protagonista del film assieme all'ex moglie Rita Hayworth ed Everett Sloane. È tratto dal romanzo L'altalena della morte o Se muoio prima di svegliarmi (If I Die Before I Wake) di Sherwood King. Sebbene La signora di Shanghai abbia inizialmente ricevuto recensioni contrastanti, è cresciuta nel corso degli anni la sua fama, e molti critici hanno elogiato la scenografia e le riprese.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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