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Pubblicazione: Terranuova Bracciolini : Litografia T.T.L., 2000
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
La Bibbia (dal greco antico βιβλίον, plurale βιβλία biblìa, che significa "libri") è il testo sacro della religione ebraica e di quella cristiana. È formata da libri differenti per origine, genere, composizione, lingua, datazione e stile letterario, scritti in un ampio lasso di tempo, preceduti da una tradizione orale più o meno lunga e comunque difficile da identificare, racchiusi in un canone stabilito a partire dai primi secoli della nostra era. Diversamente dal Tanakh (Bibbia ebraica), il cristianesimo ha riconosciuto nel suo canone ulteriori libri scritti in seguito al "ministero" di Gesù. La Bibbia cristiana, quindi, risulta suddivisa in: Antico Testamento (o Antica Alleanza), corrispondente alla Bibbia ebraica, e Nuovo Testamento (o Nuova Alleanza), che descrive l'avvento del Messia e le prime fasi della predicazione cristiana. La parola "Testamento" presa singolarmente significa "patto", un'espressione utilizzata dai cristiani per indicare i patti stabiliti da Dio con gli uomini per mezzo di Mosè (antico testamento) e poi per mezzo di Gesù (nuovo testamento).
Il canone biblico è, nell'ambito ebraico e cristiano, l'elenco dei testi contenuti nella Bibbia, riconosciuti come ispirati da Dio e dunque sacri, normativi per una determinata comunità di credenti in materia di fede e di morale. La parola canone è la traduzione del greco κανὡν (kanon, letteralmente 'canna', 'bastone diritto'). Il termine in origine indicava un regolo, ossia una canna per misurare le lunghezze; da qui, già in greco, il significato traslato di regola, prescrizione, catalogo ufficiale, modello. Tra le differenti religioni e confessioni religiose si trovano notevoli diversità sia sul modo d'intendere l'ispirazione della Bibbia, sia sulle effettive liste dei libri considerati "canonici". Esistono pertanto diversi canoni: canone ebraico. canone samaritano. canone cristiano cattolico. canone cristiano ortodosso. canone cristiano protestante. canone cristiano copto. canone cristiano siriaco. canone cristiano armeno.Non sono accolti nei canoni ebraico e samaritano i libri relativi a Gesù identificati dai cristiani di comune accordo come Nuovo Testamento. Le chiese cristiane accettano come parte di quello che chiamano l'Antico Testamento tutti i libri inclusi in quello che gli ebrei denominano con l'acronimo di Tanakh ma hanno diverse vedute sulla qualifica di canonici da dare eventualmente a certi altri libri. I testi esclusi da una chiesa ma accolti da altre sono da essa chiamati "apocrifi".
Per nomi di Dio nella Bibbia si intendono i vari appellativi ed espressioni utilizzati nella Bibbia e nella tradizione ebraica per riferirsi a Dio.
La Bibbia di re Giacomo (King James Version, KJV, come è conosciuta principalmente negli USA), o Versione Autorizzata (Authorized (King James) Version, come è conosciuta principalmente nel Regno Unito), è la traduzione della Bibbia in inglese per eccellenza. In altri contesti, è scritta come Authorized Version, dove ad autorizzarla fu lo stesso re Giacomo I, che commissionò la traduzione. Di essa esiste una versione statunitense chiamata American King James Version (abbreviata come Bibbia AKJV, abbreviazione che, salvo usi impropri nella lingua corrente, si riferisce soltanto alla versione statunitense, non al nome Authorized King James Version che è il nome secondario, non principale della versione inglese e quindi senza acronimo). Commissionata dal re inglese Giacomo I e pubblicata nel 1611, rappresenta la versione ufficiale (o autorizzata) della Chiesa anglicana.
Con Simbolismo numerico nella Bibbia si intende l'uso biblico di un numero per indicare una realtà non-numerica; perlopiù una significativa caratteristica qualitativa di realtà umane, intervalli temporali o di Dio stesso. La Bibbia usa moltissimo i numeri, oltre che per la quantità che indicano, anche in un senso simbolico. I libri della Bibbia di tipo apocalittico usano il simbolismo numerico in modo più evidente, ma il simbolismo numerico pervade tutta la sacra scrittura. L'uso qualitativo dei numeri è attestato in moltissimi popoli antichi, segnando l'origine culturale di un linguaggio simbolico che è facilmente riconoscibile anche nella Bibbia. L'uso biblico è spesso affine alla tradizione mesopotamica e di altri popoli dell'Antico Vicino Oriente (per esempio Ugarit), ma alcuni numeri possono essere interpretati in accordo a tradizioni numerologiche successive testimoniate anche nel mondo ellenistico, dove, però, venne elaborata anche una certa mistica del numero, cadendo in certi casi in una forma sterile di idolatria simbolica e nel suo utilizzo a scopo di interpretazione (isopsefia) e di profezia (aritmomanzia). Il numero in quanto tale è esso stesso un simbolo per indicare una quantità. In questa accezione si possono consultare le voci: numero e storia dei numeri.
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