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Autore principale: Petrobelli, Pierluigi
Pubblicazione: Firenze : Olschki, 1972
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il termine Barocco fu introdotto nella storiografia per classificare le tendenze stilistiche che segnano l'architettura la pittura e la scultura, e per estensione la poesia e la letteratura tra il XVII secolo e la prima metà del XVIII. Il termine "barocco" fu utilizzato in campo musicale, per definire lo stile della musica a partire ai primi del Novecento, come vediamo nel saggio di Curt Sachs Barokmusik del 1919.In campo musicale il Barocco può essere considerato come uno sviluppo di idee maturate nel tardo Rinascimento ed è perciò difficile, e anche arbitrario, voler stabilire una netta demarcazione cronologica precisa di inizio e di fine del periodo barocco in musica. Dal punto di vista geografico, la musica barocca ha origini in Italia, grazie al lavoro di compositori come Claudio Monteverdi, benché verso la metà del XVII secolo essa iniziò a prendere piede e svilupparsi anche in altri paesi europei, sia attraverso i musicisti italiani (compositori, cantanti, strumentisti) che vi erano emigrati, sia attraverso i compositori autoctoni che svilupparono un autonomo indirizzo stilistico, come per esempio in Francia dalla seconda metà del XVII secolo. Attualmente il termine "musica barocca" è rimasto convenzionalmente in uso per indicare indistintamente qualunque genere di musica evolutosi fra il tramonto della musica rinascimentale e il sorgere dello stile galante e poi di quello classico, in un arco cronologico che, secondo gli schemi di periodizzazione adottati dai maggiori dizionari e repertori bibliografici musicali andrebbe dal 1600 (prima opera giunta integra fino a noi) al 1750 (morte di Johann Sebastian Bach) Il termine "musica barocca", pur entrato nel linguaggio comune, e la relativa periodizzazione, tuttavia, non sono praticamente più utilizzati dalla musicologia, a causa dell'estrema varietà di stili e dell'eccessiva ampiezza temporale e geografica, che non consente di vedere in modo unitario e coerente diverse manifestazioni dell'arte musicale. Del problema era già cosciente il musicologo Manfred Bukofzer che nel 1947 pubblicò il libro Music in the Baroque Era from Monteverdi to Bach, a lungo rimasto manuale di riferimento, in cui significativamente preferiva parlare, già dal titolo, di Musica nell'età barocca e non di "musica barocca". In altre parole per Bukofzer la musica barocca, intesa come uno stile unitario ed organico, non esisteva. Per questo motivo proponeva di adottare, invece, il criterio della distinzione tra i tre grandi stili che attraversano la musica occidentale tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento: lo stile concertante italiano, lo stile contrappuntistico tedesco e lo stile strumentale francese; operando, poi, un'ulteriore bipartizione, ovvero quella tra idioma strumentale e idioma vocale. Esso tuttavia presuppone una rigida visione dei fenomeni musicali legati a un'ideologia nazionalistica di stampo ottocentesco, contraddetta dai fatti storici, che non tiene in debito conto la circolazione di idee, pratiche sociali e musicali, come pure di musicisti e musiche nell'Europa del XVII e XVIII secolo. Nel 1982, in un volume della Storia della musica a cura della Società Italiana di Musicologia, dedicato alla musica del XVII secolo, il musicologo Lorenzo Bianconi rifiutava di usare il termine "barocco" o anche "musica dell'età barocca", a motivo dei fenomeni diversi e antitetici, e dell'eterogeneità di tante correnti e tradizioni che caratterizzano la musica di quell'epoca storica. In generale, oggi, in campo musicologico più che di "musica barocca" si preferisce talvolta parlare di "musica del Seicento", estendendo questa periodizzazione non soltanto alle musiche prodotte nel XVII secolo, ma anche a quelle di compositori nati in quel secolo, oppure di scorporare il primo Settecento, definendolo come "l'età di Bach e Handel", massimi compositori dell'epoca, legati al linguaggio musicale ereditato dal Seicento e a una scrittura fondata sul contrappunto, pur fondato sulla moderna tonalità e sull'armonia che ne consegue, e sul suo sfruttamento in senso espressivo. La musica dei due sommi compositori tedeschi è caratterizzata da elementi tanto dello stile italiano che francese, da loro magistralmente assorbiti, elaborati e adoperati in modo originale nella loro produzione.
Il concerto grosso è una forma di concerto della musica barocca italiana in cui il materiale musicale è trattato in un dialogo fra due sezioni di diversa dimensione, ovvero un piccolo gruppo di solisti, detto concertino o soli, e l'intera orchestra, detta ripieno, tutti o, appunto, concerto grosso. Il concertino è composto, di norma, come nella sonata a tre, da due violini e un violoncello come basso continuo. Il concerto grosso è il gruppo completo degli archi - ovvero violini, divisi normalmente in due parti, una o due parti di viole, violoncelli e contrabbassi - insieme a uno o più strumenti che realizzano il basso continuo - clavicembalo, organo, arpa, liuto, arciliuto, tiorba o altri ancora. In particolare, in Corelli è costante la scelta di un concertino formato da due violini e un violoncello e, come ripieno, di una sezione di archi, entrambi accompagnati dal basso continuo nelle combinazioni già citate. L'originale organico lo differenzia dunque dall'altro più comune genere di concerto, ovvero quello per strumento solo, in cui un singolo solista è accompagnato dall'orchestra. Il concerto solistico, che si afferma sempre di più nella seconda metà del Settecento e poi nell'Ottocento, non è altro che il risultato del progressivo assottigliarsi del concertino fino a comprendere un solo strumento. Per quanto riguarda la struttura, come nella sonata barocca, nel concerto grosso si alternano tempi lenti e veloci, in totale generalmente quattro, con la predilezione corelliana per la formula lento-veloce-lento-veloce. L'andamento dialogico degli episodi musicali dei singoli movimenti alterna le frasi fra le sezioni: il concertino può ad esempio proporre un tema che nel tutti è variato o sviluppato, creando il tipico effetto di alternanza dinamica tra piano e forte. Nei concerti grossi di Corelli, molti movimenti (quasi tutti quelli veloci e alcuni di quelli lenti) sono divisi in due frasi ripetute e, in quelli da camera, sono molto frequenti i ritmi di danza (evidenziandone così l'origine dalla suite di danze). Nel concerto grosso, come nella sonata a tre, i due violini del concertino si trovavano in condizione di pari dignità, limitandosi a duettare tra loro. Col tempo il primo violino prende il sopravvento, anche grazie al rafforzamento tecnico dello strumento, trasformandosi in una vera e propria parte solistica, contrapposta al tutti, e dando vita al cosiddetto concerto a solo. Quest'ultimo rappresenta l'archetipo da cui si è evoluto il concerto vero e proprio, quello, cioè, basato sul dialogo tra uno strumento solista e un complesso strumentale, generalmente l'orchestra. La distinzione che esiste fra il concerto da chiesa, non necessariamente di uso liturgico, formale e che alterna tempi lenti (largo o adagio) e veloci (allegro), e il concerto da camera, destinato all'intrattenimento in un contesto profano, strutturato come una suite, eventualmente introdotto da un preludio e accompagnato da episodi di danze popolari, è la stessa che intercorre fra sonata da chiesa e sonata da camera. Il concerto grosso fu comunque sempre di carattere nobile, spesso preludio alle messe e la suddetta differenza scomparve col tempo. In tutte le lingue viene usata la designazione italiana del concerto, in quanto originale.
Il violino barocco è un violino che presenta caratteristiche costruttive specifiche del periodo che va dalle origini dello strumento, nella seconda metà del XVI secolo, fino ai primi decenni del XIX. Tali caratteristiche, in realtà, subirono progressive modifiche nel corso di questo ampio lasso di tempo, per cui sarebbe più appropriato parlare di strumenti originali, o storici; infatti, si possono notare grossolanamente tre periodi distinti: il violino "rinascimentale" tra il 1540 e il 1660, il "barocco" propriamente detto tra il 1660 e il 1760, il "classico" o "di transizione" tra il 1760 e il 1820. Le date sono del tutto indicative: ciascuna tipologia ha convissuto con la successiva per un certo tempo, conseguentemente a particolari situazioni musicali, geografiche, economico-sociali. Non si deve credere che violini e archetti, prima di acquisire la forma o i caratteri costruttivi odierni, fossero "primitivi", e che la loro evoluzione li abbia portati gradualmente a un'ideale perfezione odierna: in realtà, essi erano perfettamente adatti alla musica per la quale erano stati concepiti. Per questa ragione, molti interpreti specializzati nel repertorio anteriore al XIX secolo suonano tuttora strumenti che conservano, o riproducono, le caratteristiche del violino barocco.
Antonio Lucio Vivaldi (Venezia, 4 marzo 1678 – Vienna, 28 luglio 1741) è stato un compositore e violinista italiano, considerato tra i massimi esponenti del barocco musicale. Sacerdote, pur non potendo celebrare la Messa per motivi di salute, era detto "il Prete rosso" per il colore dei capelli. Fu uno dei violinisti più virtuosi del suo tempo e uno dei più grandi compositori di musica barocca. Considerato il più importante, influente e originale musicista italiano della sua epoca, Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico (un genere iniziato da Giuseppe Torelli), e della tecnica del violino e dell'orchestrazione. Non trascurò inoltre l'opera in musica, e la sua opera compositiva vastissima comprende inoltre numerosi concerti, sonate e brani di musica sacra. Le sue opere influenzarono numerosi compositori del suo tempo tra cui il genio massimo del barocco Johann Sebastian Bach, ma anche Pisendel, Heinichen, Zelenka, Boismortier, Corrette, De Fesch, Quantz e in seguito i grandi musicisti classici come Wolfgang Amadeus Mozart, Gioacchino Rossini e Ludwig van Beethoven (es. sinfonia pastorale). Le sue composizioni più note sono i quattro concerti per violino conosciuti come Le quattro stagioni, celebre esempio di musica a soggetto. Come per molti compositori barocchi, dopo la sua morte il suo nome e la sua musica caddero nell'oblio. Solo grazie alla ricerca di alcuni musicologi del XX secolo, come Arnold Schering, Marc Pincherle, Alberto Gentili e Alfredo Casella, Gian Francesco Malipiero, Vivaldi riemerse, diventando uno dei compositori più noti ed eseguiti.
Fabio Biondi (Palermo, 15 marzo 1961) è un violinista e direttore d'orchestra italiano.
Lo sviluppo della musica peruviana va di pari passo con la storia della cultura in Perù, tanto sulla costa, che nell'area andina, che nella giungla di questo paese.
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