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Autore principale: Fabri, Stefania
Pubblicazione: Firenze : Giunti Gruppo Editoriale, 1994
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Wilbur Addison Smith (Broken Hill, 9 gennaio 1933) è uno scrittore zambiano. Di origini britanniche, ha raggiunto il successo nel 1964 con Il destino del leone. Molti dei suoi romanzi sono ambientati nel XVI e nel XVII secolo e raccontano gli insediamenti nelle zone meridionali dell'Africa, contribuendo a spiegare l'ascesa e l'influenza storica dei coloni inglesi e olandesi in quei territori. Tra i suoi maggiori successi: Il destino del leone, La spiaggia infuocata, Il dio del fiume, Il settimo papiro, Come il mare. Considerato l'incontrastato «maestro dell'avventura» e uno dei massimi autori di bestseller, ha venduto oltre 122 milioni di copie dei suoi libri nel mondo, di cui 23 milioni solo in Italia. Il Times lo ha definito «un autore di culto, uno di quei punti di riferimento cui gli altri scrittori vengono continuamente paragonati». La maggior parte dei suoi romanzi è legata all'Africa, sua terra natale.
La penisola arabica o penisola araba (in arabo: جزيرة العرب, Jazīrat al-ʿArab, ossia "Penisola (o Isola) degli Arabi") è un vasto sub-continente trapezoidale che a nord confina con il deserto siriano, a ovest con il mar Rosso, a sud con l'oceano Indiano e a est con il golfo Persico: gli Arabi e la terra che essi abitano prendono nome dal Wadi Araba, che segnava il confine tra essi e le civiltà del Vicino Oriente, e venivano perciò così chiamati dai vicini popoli civilizzati. Dal punto di vista geologico è un subcontinente, distaccatosi dalla placca africana per effetto delle attività vulcaniche ancora presenti nell'area dell'antistante Dancalia e osservabili nelle estese formazioni basaltiche (dette ḥarra) circostanti l'area urbana di Medina. Massima elevazione dell'intera penisola è il Jabal an Nabi Shu'ayb, alto 3760 m s.l.m., situato nello Yemen settentrionale. Caratterizzata da vasti e inospitali deserti e da una ancor più grande estensione di terre steppose, la penisola arabica conosce un regime di piogge assai limitato, tale da far classificare l'intera area come arida o semi-arida.
Gli Arabi sono il gruppo etnico di madrelingua araba originario della Penisola arabica che, col sorgere dell'Islam, a partire dal VII secolo ha guadagnato grande rilevanza nella scena storica mondiale, insediandosi in circa una ventina di attuali Paesi. Oggi gli Arabi sono circa 450 milioni, la maggior parte dei quali vive nei paesi aderenti alla Lega araba, e costituiscono di fatto il secondo gruppo etnico al mondo per dimensione dopo i cinesi Han. La parola non ha etimo certo, sebbene sembri stia a significare "nomadi", e viene utilizzata da tutte le fonti antiche delle popolazioni confinanti: assire (ar-ba-a-a e a-ri-bi), la Bibbia (carab), le fonti greche (αραβες, αραβιοι), latine (arabes), i testi sudarabici (crb e c ɔrb) e aramaici (carabaya), ad indicare i nomadi del deserto loro confinanti, indipendentemente dal fatto che fossero di lingua araba o meno, poiché nessuna di queste denominazioni sembra avere connotazione linguistica. Dal punto di vista linguistico è annoverata solo qualche iscrizione in lingua araba o con arabismi, ma tutte scritte con altri alfabeti, ad eccezione della stele di Namara del 329 d.C. Tra il II e il V secolo d.C. gli Arabi come aggregato di tribù scompaiono dalle fonti. Ricompaiono nel IV-V secolo come minoranza di confine a sud nel regno himyarita e a nord nel regno ghassanide. In questo periodo gli arabofoni, con particolare riferimento ai personaggi scelti come illustri precursori dagli scolastici arabo-islamici, scrivono in altre lingue: greco, aramaico e sabeo. È solo nel VII secolo che l'arabo e gli Arabi si affacciano al mondo grazie al Corano e alla fede islamica. Il Profeta muore nel 632, dopo essere entrato trionfalmente a Mecca nel 630: si inaugura così l'entità politica conosciuta come il Califfato dei Rashidun (Califfato degli "Ortodossi", o, erroneamente, "ben guidati). Guidati da quattro califfi che furono molto vicini al Profeta, gli Arabi conquisteranno in un'espansione fulminea vastissimi territori. Quest'esperienza terminerà nel 661 per lasciare spazio al Califfato degli Omayyadi. Secondo Retso furono gli Omayyadi che si arrogarono il termine "Arabi", lasciando ai più recenti correligionari l'etnonimo di provenienza (Siriani, Persiani, Egiziani, ecc.).
Con il nome Castelli del Deserto sono conosciuti tre castelli della Giordania, due dei quali costruiti nell'VIII secolo dagli Omayyadi nei pressi dell'attuale confine con l'Iraq. I tre castelli sono, in ordine di vicinanza rispetto ad Amman: il Castello di Haraneh, il Castello di Amra e il Castello del Walid. I tre castelli erano più palazzi che fortezze vere e proprie, poiché gli Omayyadi erano stati in origine mercanti beduini e volevano apparire come "principi del deserto" agli occhi dei beduini, loro preziosi alleati. Tuttavia gli Omayyadi costruirono solo due di questi tre castelli, come detto, poiché il terzo fu costruito verso il I secolo a.C., quando i Romani conquistarono la Giordania guidati da Pompeo; il castello fu successivamente abbandonato e intorno all'VIII secolo ricostruito dagli Omayyadi. Tuttavia, spesso con il termine Castelli del deserto si fa riferimento ad un sito più ampio, che comprende: Qasr Al-Qastal, circa 25 km a sud di Amman Qasr Al-Muwaqqar, circa 30 km a sud di Amman Qasr Mshatta, circa 35 km a sudest di Amman Qasr Hammam Assarah, circa 55 km a nordest di Amman Qasr al-Hallabat, circa 60 km a nordest di Amman Qasr al-Kharana, circa 65 km a est di Amman Qusayr Amra, circa 85 km a est di Amman Qasr Tuba, circa 95 km a sudest di Amman Qasr Azraq, circa 100 km a est di Amman
L'avventura è un film del 1960, diretto da Michelangelo Antonioni. È il primo capitolo della cosiddetta "trilogia esistenziale" o "trilogia dell'incomunicabilità", proseguita con La notte e conclusa da L'eclisse. Il film, il più lungo del cineasta estense (2 ore e 25 minuti), segna l'inizio del sodalizio sentimentale-artistico fra Antonioni e Monica Vitti. Presentato in concorso al 13º Festival di Cannes, vinse il Premio della giuria, mentre quell'anno la Palma d'oro andò a La dolce vita di Federico Fellini.Secondo Sandro Bernardi, insieme a La dolce vita e a Rocco e i suoi fratelli, L'avventura è l'apripista della "Seconda rinascita del Cinema italiano" grazie ai registi dello sguardo (Fellini, Visconti e, appunto, Antonioni).
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