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Autore principale: Cantone, Sergio ; Moscatelli, Orietta
Pubblicazione: Firenze : goWare, 2014
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Vladimir Vladimirovič Putin (in russo: Влади́мир Влади́мирович Пу́тин? ; Leningrado, 7 ottobre 1952) è un politico, ex militare ed ex funzionario del KGB russo, presidente della Federazione Russa dal 7 maggio 2012 al suo quarto mandato (non consecutivo), avendo ricoperto precedentemente la carica dal 1999 al 2008. È stato anche primo ministro della Russia dal 1999 al 2000 e di nuovo dal 2008 al 2012. Putin è nato a Leningrado e ha studiato legge all'Università statale di San Pietroburgo, laureandosi nel 1975. In seguito ha lavorato come funzionario dell'intelligence del KGB per 16 anni, salendo al grado di tenente colonnello, prima di dimettersi nel 1991 per iniziare una carriera politica a San Pietroburgo. Successivamente si è trasferito a Mosca nel 1996 per unirsi all'amministrazione del presidente Boris Eltsin, prestando servizio come direttore dell'FSB, l'agenzia che ha sostituito il KGB, prima di essere nominato primo ministro nell'agosto 1999. Dopo le dimissioni di Eltsin, Putin è stato eletto come suo successore. Sotto il suo primo mandato come presidente, l'economia russa è cresciuta per otto anni consecutivi, con il PIL a parità di potere d'acquisto aumentato del 72%. La crescita è stata il risultato del boom economico delle materie prime degli anni 2000, della ripresa dopo la depressione che ha seguito la dissoluzione dell'Unione Sovietica e di adeguate politiche economiche e fiscali.Impossibilitato a ricoprire un terzo mandato consecutivo secondo il quarto punto della Costituzione della Federazione Russa, ha poi favorito la vittoria del suo delfino Dmitrij Medvedev, che ha poi nominato a sua volta Putin come primo ministro nel 2008. Ha successivamente potuto ricandidarsi al terzo mandato come presidente vincendo le elezioni presidenziali in Russia del 2012 con il 64% dei voti. Il calo dei prezzi del petrolio e le sanzioni economiche internazionali imposte dopo la crisi della Crimea del 2014 e l'intervento militare russo nella guerra del Donbass in Ucraina orientale, causate dalla politica estera di Putin, hanno portato a una riduzione del PIL russo del 3,7% nel 2015, sebbene l'economia russa sia rimbalzata nel 2016 con una leggera crescita del PIL pari allo 0,3%, segnando la fine della Grande recessione. Alle elezioni presidenziali in Russia del 2018 ha guadagnato il 76% dei voti ed è stato rieletto per un mandato di sei anni che si concluderà nel 2024. Con Putin la Russia ha subito un graduale processo di arretramento democratico. Generalmente gli esperti non considerano la Russia una vera democrazia, citando epurazioni, incarcerazioni e uccisioni di oppositori politici, repressione della libertà di stampa e mancanza di elezioni credibilmente libere e giuste. La Russia ha ottenuto un punteggio molto negativo sull'Indice di percezione della corruzione di Transparency International, sul Democracy Index dell'Economist Intelligence Unit e sull'indice "Freedom in the World" di Freedom House (tra cui un punteggio record di appena 20/100 nel rapporto del 2017, risultato che non veniva ottenuto dai tempi dell'Unione Sovietica). Inoltre le organizzazioni e gli attivisti per i diritti umani lo hanno accusato di perseguitare critici e attivisti politici, nonché di averli torturati o assassinati. Putin ha respinto le accuse di violazioni dei diritti umani. Funzionari del governo federale degli Stati Uniti d'America lo hanno accusato di aver condotto una cospirazione politica contro Hillary Clinton a favore di Donald Trump nel periodo delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016, un'accusa che sia Trump che Putin hanno spesso respinto e criticato.
Le relazioni bilaterali tra Russia e Stati Uniti d'America (1991-oggi) furono successive alle relazioni bilaterali tra Impero russo e Stati Uniti (1776-1922) ed alle relazioni bilaterali tra Unione Sovietica e Stati Uniti (1922-1991). Le relazioni tra i due paesi rimasero generalmente buone sotto la presidenza di Boris Yeltsin (1991–99) sino a quando la NATO non decise di bombardare la Jugoslavia nella primavera del 1999, e da allora si sono deteriorate significativamente. Nel 2014, le relazioni sono peggiorate per l'crisi in Ucraina, per l'annessione della Crimea nel 2014, per l'intervento militare russo nella guerra civile siriana e, sul finire del 2016, per la supposta interferenza russa nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Tra i due paesi persistono ancora oggi delle sanzioni economiche imposte per la crisi ucraina del 2014.
Con l'espressione "guerra fredda" si indica la contrapposizione politica, ideologica e militare che venne a crearsi intorno al 1947, tra le due potenze principali emerse vincitrici dalla seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Ben presto si giunse alla divisione dell'Europa in sfere di influenza e alla formazione di blocchi internazionali ostili, denominati comunemente come Occidente (gli Stati Uniti e gli altri membri della NATO), Oriente, (l'Unione Sovietica e i membri del Patto di Varsavia), e in seguito il terzo blocco dei Paesi non allineati Si trattò sostanzialmente della contrapposizione tra due grandi ideologie politico-economiche: la democrazia-capitalista da una parte e il socialismo reale-comunismo dall'altro. Questa contrapposizione influenzò fortemente per decenni l'opinione pubblica mondiale ed ebbe il suo concreto emblema nella divisione della Germania in Germania Ovest e Germania Est, della città di Berlino tramite l'omonimo muro e nella figura retorica della cosiddetta "cortina di ferro", coniata per la prima volta da Winston Churchill nel 1946, volta a definire la netta distinzione territoriale e ideologica che si stava venendo a creare tra i due blocchi socioeconomici dominanti. La tensione che ne risultò, durata circa mezzo secolo, non si concretizzò mai in un conflitto militare diretto, da cui il termine "fredda" usato per descrivere un'ostilità che non sembrava più risolvibile attraverso una guerra frontale tra le due superpotenze, dato il pericolo per la sopravvivenza dell'umanità rappresentato da un eventuale ricorso alle armi nucleari, si sviluppò nel corso degli anni incentrandosi sulla competizione in vari campi (militare, spaziale, tecnologico, ideologico, psicologico, sportivo) contribuendo almeno in parte allo sviluppo ed evoluzione della società stessa con l'avvento della terza rivoluzione industriale. L'espressione era stata usata già nel 1945 da George Orwell che riflettendo sulla bomba atomica preconizzava uno scenario in cui le due grandi potenze, non potendo affrontarsi direttamente per il rischio di distruzione mutua assicurata avrebbero finito per dominare e opprimere tutti gli altri. Nel 1947 fu ripresa dal consigliere presidenziale statunitense Bernard Baruch e dal giornalista Walter Lippmann per descrivere l'emergere delle tensioni tra i due Alleati della seconda guerra mondiale.Le fasi più critiche e potenzialmente pericolose della guerra fredda furono due: la prima, compresa fra gli anni cinquanta e gli sessanta, e la seconda, circoscritta alla prima metà degli anni ottanta. La fine della guerra fredda viene convenzionalmente fatta coincidere con la caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989), e la successiva dissoluzione dell'Unione Sovietica (26 dicembre 1991).
Dalla fine di febbraio del 2014, le dimostrazioni da parte dei manifestanti filorussi e dei gruppi antigovernativi hanno avuto luogo nelle maggiori città dell'Ucraina orientale e meridionale, come conseguenza dell'affermarsi del movimento Euromaidan e della rivoluzione ucraina. Durante la prima fase dei disordini, la Crimea fu annessa dalla Russia, dopo una crisi nella regione, l'intervento militare russo e un referendum criticato a livello internazionale. Le proteste negli oblast di Donec'k e Luhans'k sfociarono in un'insurrezione separatista armata. Ciò indusse il governo ucraino a lanciare una controffensiva militare contro gli insorti, che portò alla guerra in corso nel Donbass.
Cronologia essenziale dell'Età contemporanea (XIX secolo-oggi).
L'Ucraina (in italiano /ukraˈina/ o /uˈkraina/; in ucraino: Україна?, traslitterato: Ukraïna, [ukraˈjina]) è uno Stato dell'Europa orientale con una superficie di 603628 km² (576628 km² se si esclude il territorio della Crimea, occupato e annesso dalla Russia) in cui risiedono 42 322 028 abitanti al 2018 e la sua capitale è Kiev. Ha uno sbocco sul Mar Nero a sud e confina con la Russia a est, con la Bielorussia a nord, con Polonia, Slovacchia e Ungheria a ovest e con Romania e Moldavia a sud-ovest. La lingua ufficiale è l'ucraino. Abbastanza diffuso nelle regioni orientali e nel sud (in particolare in Crimea) il russo, che nella Repubblica autonoma di Crimea è anche lingua ufficiale assieme al tataro di Crimea. La Crimea, assieme alla città autonoma di Sebastopoli, ha dichiarato unilateralmente l'indipendenza l'11 marzo 2014 ed è stata annessa alla Russia, anche se il governo ucraino non riconosce nessun atto del parlamento della Crimea, che è stato sciolto dalle autorità ucraine il 16 marzo e dal 20 marzo viene considerato dall'Ucraina "territorio temporaneamente occupato dalla Federazione Russa". Tuttavia dall'8 settembre 2014 le guardie di frontiera ucraine presenti nell'oblast' di Cherson richiedono ai cittadini ucraini il passaporto o la carta d'identità ucraina se si recano nella penisola. Il 7 aprile 2014 anche parte dell'Oblast' di Donec'k ha dichiarato unilateralmente l'indipendenza dall'Ucraina in seguito a un referendum e pochi giorni dopo l'autonominato presidente della Repubblica Popolare di Doneck Pavel Gubarev ha dichiarato la futura annessione alla Russia. Allo stesso modo parte dell'Oblast' di Luhans'k ha dichiarato la sua indipendenza come Repubblica Popolare di Lugansk. Il 27 giugno 2014 il presidente ucraino Petro Porošenko a Bruxelles ha firmato l'Accordo di associazione tra l'Ucraina e l'UE.
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