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Titolo uniforme: I viaggi di Ulisse
Autore principale: Caselli, Giovanni <1939- >
Pubblicazione: Firenze : Giunti-Marzocco, [1993]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Ulisse (dal latino Ulixēs, -is), oppure Odisseo (pronunciato [odisˈsεːo] o alla latina [oˈdisseo]; in greco antico: Ὀδυσσεύς [odysse͜ús]), è un personaggio della mitologia greca. Originario di Itaca, detta la terra del sole, e figlio di Laerte, è uno degli eroi achei descritti e narrati da Omero nell'Iliade e nell'Odissea, l'opera letteraria che lo ha come protagonista e che da lui prende il nome.
Penelope (gr. Πηνελόπεια, -ας, poi Πηνελόπη, -ης; lat. Pēnĕlŏpe, -es) è una figura della mitologia greca, figlia di Icario e di Policaste (o di Peribea), moglie di Ulisse, madre di Telemaco, Poliporte e Arcesilao. Discendeva da parte di padre dal grande eroe Perseo (Icario era suo nipote) ed era cugina di Elena. Prende il nome da un mito riguardante la sua infanzia: quando nacque fu gettata in mare per ordine del padre e fu salvata da alcune anatre che, tenendola a galla, la portarono verso la spiaggia più vicina. Dopo questo evento, i genitori la ripresero con loro e le diedero il nome di Penelope (che significa appunto "anatra"). Tuttavia per alcuni il nome è connesso all'evento della tela che la vide protagonista nell'Odissea (dal gr. pēné, tela). Attese per vent'anni il ritorno di Ulisse, partito per la guerra di Troia, crescendo da sola il piccolo Telemaco e evitando di scegliere uno tra i proci, nobili pretendenti alla sua mano, anche grazie al famoso stratagemma della tela: di giorno tesseva il sudario per Laerte, padre di Ulisse, mentre di notte lo disfaceva. Avendo promesso ai proci che avrebbe scelto il futuro marito al termine del lavoro, rimandava all'infinito il momento della scelta. L'astuzia di Penelope, tuttavia, durò meno di quattro anni a causa di un'ancella traditrice che riferì ai proci l'inganno della regina. Alla fine, Ulisse tornò, uccise i proci e si ricongiunse con la moglie. Penelope è il simbolo per antonomasia della fedeltà coniugale femminile. Tornato nuovamente a casa dopo l'estremo viaggio, Ulisse poté nuovamente godere della moglie e secondo una versione la rese incinta di altri due figli: Poliporte e Arcesilao.
L'ultimo viaggio di Ulisse è un poemetto di Arturo Graf del 1901. Il poeta si ricollega nei contenuti a due opere precedenti, Dopo il tramonto del 1893 e Le Danaidi del 1897. I critici tendono a collegare le tre opere, dove in una situazione di disorientamento c'è la tendenza ad accettare la pace vista come stanca ed obliosa. Come di chi non abbia risolto i problemi dell'esistenza ma nel contempo riesce a tenerli lontani da sé attenuandoli nei sentimenti. L'ultimo viaggio di Ulisse, ultima delle tre opere è stata probabilmente, alla vista dell'autore, la rappresentazione simbolica attraverso l'uomo Ulisse di questa duplice essenza, essere vittima di un grosso problema in cui la soluzione è sempre lontana e fonte di angosce e la reazione in cui il dolore non viene certo annullato ma coscientemente mitigato.
Il canto di Ulisse è il canto ventiseiesimo dell'Inferno di Dante Alighieri. Siamo nel mattino del 9 aprile 1300 (Sabato Santo), o secondo altri commentatori del 26 marzo 1300.
Laerte (in greco: Λαέρτης) è un personaggio della mitologia greca, noto per essere uno degli argonauti e il padre di Ulisse (che per questo viene a volte denominato Laerziade, Λαερτιάδης, "figlio di Laerte"), secondo alcune fonti secondarie successive ad Omero, il padre di Ulisse era Sisifo, che violentò la madre di Ulisse, Anticlea, prima che sposasse Laerte.
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