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Autore principale: Bovet, Felix
Pubblicazione: Firenze : Tip. Claudiana, 1867
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Con Terra Santa o Terrasanta (in arabo: الأرض المقدسة, al-Arḍ al-Muqaddasa ; in ebraico: ארץ הקודש? - trascrizione moderna Eretz haQodesh, trascrizione tiberiense ʾÉreṣ haqqāḏeš -; in greco: Ἄγιοι τόποι - pronuncia erasmiana della lingua classica /ˈagioj ˈtɔpoj/, pronuncia bizantina e moderna /ˈaji ˈtɔpi/ -; in latino Terra Sancta) si indica la regione compresa tra il Mar Mediterraneo e il fiume Giordano, attualmente divisa tra lo Stato di Israele e i territori amministrati dall'Autorità Palestinese (Palestina). Storicamente l'aggettivo si riferisce al significato spirituale di quella terra per ebrei, cristiani e musulmani. A partire dal secondo dopoguerra la regione si è trovata al centro del conflitto arabo-israeliano; anche per questa ragione il termine è oggi spesso utilizzato per indicare generalmente quell'area senza specificare "Israele" o "Palestina", al fine di non favorire uno dei contendenti. Monumenti importanti sono la basilica del Santo Sepolcro, la città natale di Gesù, Betlemme, il Muro Occidentale del Tempio di Gerusalemme e la Cupola della Roccia. Per gli Ebrei si tratta della Terra promessa, ossia la terra verso cui Dio ha guidato il suo popolo tramite il profeta Mosè; in essa si trovano le città sante di Gerusalemme e di Hebron. Per i cristiani, che hanno in comune con gli ebrei l'Antico Testamento, è anche la terra in cui nacque, morì e risorse Gesù Cristo, incarnazione del Verbo; in essa si trovano le città legate alla vita di Gesù: Betlemme, Gerusalemme e Nazaret. Tra i musulmani v'è la credenza che sia la terra in cui Maometto giunse al termine di un immaginario viaggio notturno (isrā' ) che mosse dalla Mecca e che lo fece ascendere poi al Cielo (mi‘rāg ), visitando il Paradiso dopo aver sorvolato l'Inferno (per cui si veda Isrāʾ e Miʿrāj). La Cupola della Roccia di Gerusalemme fu eretta in età omayyade sul luogo da cui sarebbe cominciata la mistica ascensione del profeta dell'Islam.
La Terra Santa è una raccolta di poesie scritta da Alda Merini e stampata da Scheiwiller nel 1984. Il numero di liriche contenute nella raccolta è di quaranta. La scelta delle poesie è stata effettuata da Maria Corti sulla base di manoscritti e dattiloscritti di un centinaio di poesie, in parte ancora inedite, raccolte nel Fondo Manoscritti di Autori Moderni e Contemporanei dell'Università di Pavia. Da questo momento in poi, la produzione letteraria di Merini è contraddistinta da una sovrabbondante scrittura di testi, alcuni dei quali nascono da necessità terapeutiche, che non sono tutti validi dal punto di vista letterario, e che sono stati amministrati da amici scrupolosi di Merini quali ad esempio Giacinto Spagnoletti, Nicola Crocetti, Vanni Scheiwiller, Maria Corti, Giovanni Raboni. La storia della pubblicazione di questa raccolta è stata testimoniata dalla curatrice Corti, la quale più volte ha ricordato «la generale ottusa indifferenza» delle case editrici italiane per la pubblicazione delle poesie scelte per la costituzione de La Terra Santa, tanto che questo fatto ha concorso a rendere arduo il ritorno di Merini all'interno del panorama letterario italiano. La Terra Santa è stata ristampata da Scheiwiller nel 1996, insieme alle raccolte Destinati a morire del 1990, Le satire della Ripa del 1983, Le rime petrose datate sempre 1983 e Fogli bianchi del 1987, nel nuovo volume dal titolo La Terra Santa. Con questa raccolta Merini ha vinto il Premio Librex-Guggenheim «Eugenio Montale» nel 1993 per la poesia. La natura della poesia di Merini, facendo propria l'informazione di Giacinto Spagnoletti contenuta ne La letteratura italiana del nostro secolo, è di «trascinare la propria poesia a una sua funzione “archeologica”», e con ciò si voleva affermare che, in tutta la sua produzione in versi, la scrittrice sembra che guardi il mondo «sub specie endecasillabica». Insomma, il verso principe della lirica italiana, l'endecasillabo, è la misura metrica guida che Alda Merini scelse da quando si esercitava alle prime prove poetiche, un verso sicuro, un «argine sicuro» - ha scritto Benedetta Centovalli in una nota a Il volume del canto - per narrare la propria vicenda umana. A causa di questa peculiare scelta metrica, insieme ad altre questioni di carattere stilistico quali, ad esempio l'uso del verso - melopea, l'utilizzo di una lettura «figurale» dei personaggi che attraversano il tessuto narrativo, si è parlato di influenze medievali e stilnovistiche nell'opera di Merini, accostando per questo il “maestro” Manganelli alla «ragazzetta milanese». In questa raccolta poetica, comunque, Alda Merini dimostra di saper far uso anche di altri metri oltre all'endecasillabo quali il quinario, il settenario, il novenario, misure però che rispettano sempre i canoni classici della lirica italiana, che rifiutano qualsiasi violazione alla norma, inserendosi comunque nel solco della tradizione novecentesca che da D'Annunzio a Pascoli ha optato per una lirica in cui «il verso si lascia pervadere dalla prosa». Il tema dominante della raccolta è il manicomio, che Alda Merini assimila metaforicamente alla Terra Santa di fonte biblica. Così in tutta la raccolta questo tema non solo è presente ma viene iterato, e come sintetizza Alda Merini, La Terra Santa «parla ossessivamente dello stesso tema, lo racconta, se ne lamenta. Sembrerebbe, ma non è poesia patologica». Recuperando i giudizi critici, abbastanza generosi, che riguardano questa raccolta poetica, considerata da Maria Corti «fra le creazioni poetiche migliori di Alda Merini», ci si rende conto che il dato costante nelle sue liriche è l'armonia in quanto «valore prelogico», ha scritto Giacinto Spagnoletti, e ancora contraddistinta da versi la cui musicalità è causata dalla presenza di «scatti fonici e verbali»: si ricorda che Merini fa spesso uso, nelle sue liriche, del linguaggio musicale acquisito con lo studio del pianoforte. Nella raccolta poetica La Terra Santa, il periodo d'internamento della scrittrice viene creativamente metaforizzato nella vicenda storico-religiosa che il popolo ebraico ha percorso durante l'esodo in Terra Santa e di cui narrano i primi libri dell’Antico Testamento. Essendovi concretamente una sovrapposizione fra Terra promessa e manicomio, e quindi fra il viaggio compiuto dal “popolo prediletto” da Dio dall'Egitto alla Palestina, Remo Pagnanelli in una recensione al volume ha parlato de La Terra Santa come di «progetto logico e strutturato nel genere coesivo del poema». Il manicomio di Alda Merini viene individuato dalla scrittrice come un inferno e quindi, ne «La Terra Santa, la contrada consacrata da Gerico», scrive Manganelli, «anche l'inferno è sacro».
Con il nome Palestina (in greco: Παλαιστίνη, Palaistínē; in latino: Palaestina; in arabo: فلسطين, Falasṭīn; in ebraico: פלשתינה?, Palestina; in yiddish: פאלעסטינע, Palestine) viene indicata la regione geografica del Vicino Oriente compresa tra il Mar Mediterraneo, il fiume Giordano, il Mar Morto, a scendere fino al mar Rosso e i confini con l'Egitto. I confini e lo status politico della regione sono cambiati nel corso della storia: il nome "Palestina" fu usato da scrittori greci antichi per indicare la regione tra la Fenicia e l'Egitto e poi fu ufficialmente adottato come nome di una provincia dell'impero romano, dell'impero bizantino e del califfato arabo omayyade e abbaside. La regione comprendeva la maggior parte del territorio chiamato nella Bibbia ebraica '"Terra di Canaan" e "Terra di Israele". Occupa la parte meridionale della più ampia regione storica della Siria (o Levante) ed è considerata "Terra Santa" da ebraismo, cristianesimo e islam. Durante il dominio ottomano l'area fu divisa in diverse regioni amministrative e comprendeva principalmente il Sangiaccato di Gerusalemme, oltre a parti del Vilayet di Beirut (il Sangiaccato di Nablus e il Sangiaccato di Acri) e del Vilayet di Siria. Dopo il crollo dell'impero ottomano fu creata a ovest del fiume Giordano la Palestina sotto mandato britannico (1922-1948), oggetto di una partizione nel 1947 a opera dell'ONU che ne destinò una parte a uno Stato ebraico (poi diventato Israele) e un'altra a uno Stato arabo (poi diventato lo Stato di Palestina). Attualmente il suo territorio è quindi diviso tra lo Stato di Israele e lo Stato di Palestina, anche se la regione storicamente ha incluso anche parti degli odierni Stati di Giordania (l'area transgiordana più vicina al fiume Giordano, sulla sponda orientale), della Siria e del Libano.
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