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Pubblicazione: [Prato : Comune di Prato : Provincia di Prato, 2004]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Con l'indicazione condizioni standard (abbreviato in STP, dall'inglese Standard Temperature and Pressure o in TPS, da Temperatura e Pressione Standard) vengono intese le condizioni di temperatura e pressione di 0 °C e 1 bar (105 pascal), che sono state fissate dalla IUPAC come rappresentative delle condizioni in cui si trova normalmente una sostanza sulla Terra. L'organizzazione che si occupa degli standard, l'IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry), utilizza 0 °C (273,15 K, 32 °F) e 105 pascal (1 bar).Prima del 1982 era utilizzato un valore di pressione leggermente diverso, di 1 atm (ovvero 101 325 Pa).STP non deve essere confuso con lo stato standard di un materiale (sostanza pura, miscela o soluzione ) che è un punto di riferimento utilizzato per calcolare le sue proprietà in condizioni diverse. In linea di principio, la scelta dello stato standard è arbitraria, sebbene l'Unione internazionale di chimica pura e applicata (IUPAC) consigli di utilizzare una pressione standard p o = 10 5 Pa . Strettamente parlando, la temperatura non fa parte della definizione di uno stato standard, lo stato standard di un gas viene convenzionalmente scelto come gas ideale di pressione unitaria (di solito in bar), indipendentemente dalla temperatura. Tuttavia, la maggior parte delle tabelle sono compilate a temperature specifiche, comunemente 298,15 K (25,00 °C; 77,00 °F) o, meno comune, 273,15 K (0,00 °C; 32,00 °F).Le condizioni standard variano a seconda delle grandezze in oggetto. Per esempio nel caso dell'entalpia, dell'entropia termodinamica e dell'energia libera di Gibbs solo la pressione p stabilisce lo stato standard, ΔHθ(T), Sθ(T), ΔGθ(T). Infatti in termochimica, le condizioni standard si riferiscono esclusivamente alla pressione e all'attività unitaria dei singoli componenti di una miscela e si indicano tradizionalmente con l'apice ° o più recentemente - secondo la terminologia IUPAC - θ per evitare ambiguità.
La condizione, in diritto, è un avvenimento futuro ed incerto, al verificarsi del quale è subordinata l'iniziale efficacia di un negozio giuridico o di una sua clausola (condizione sospensiva), oppure la cessazione degli effetti del negozio giuridico o di una sua clausola (condizione risolutiva). L'avvenimento futuro ed incerto può essere indipendente dalla volontà delle parti (condizione casuale), ma può anche dipendere dalla volontà di una di esse (condizione potestativa). La condizione si definisce, infine, "meramente potestativa" quando il suo avveramento dipende unicamente da un'arbitraria determinazione di volontà di una delle parti (cioè la decisione può essere assunta senza alcuna ponderazione di vantaggi e svantaggi prodotti dalla decisione medesima). Secondo l'art. 1355 c.c. è nulla l'assunzione di un'obbligazione o l'alienazione di un diritto sotto condizione sospensiva meramente potestativa, il cui avveramento è determinato dalla volontà arbitraria di chi si obbliga o aliena il diritto. La ragione della nullità è determinata, con tutta evidenza, dalla mancanza dell'elemento volontaristico, e dunque dalla mancanza di un elemento essenziale del negozio giuridico (affermare "ti venderò la casa se vorrò", vuol dire non emettere alcuna seria dichiarazione di volontà). La condizione, sospensiva o risolutiva, contraria a norme imperative, all'ordine pubblico o al buon costume rende nullo il contratto. Per quanto riguarda la condizione impossibile, ossia relativa ad un evento che sia dal punto di vista giuridico o dal punto di vista naturale irrealizzabile, se sospensiva rende il contratto nullo, se risolutiva si considera come non apposta. La condizione non può essere apposta ai cosiddetti atti legittimi: il matrimonio, il riconoscimento del figlio naturale, accettazione e rinuncia dell'eredità, accettazione della nomina di esecutore testamentario. In dottrina si distingue, da un punto di vista soggettivo, la condizione volontaria (condicio facti) dalla condizione legale (condicio iuris). La prima è apposta dalle parti del negozio giuridico nell'ambito della loro autonomia contrattuale. La seconda, detta anche condizione legale, è posta direttamente dalla legge. La caratteristica dell'incertezza distingue la condizione dal termine, il cui verificarsi è invece certo (anche se non in tutti i casi è già noto quando avverrà).
Il clima (dal greco clinamen che vuol dire "inclinato") è lo stato medio del tempo atmosferico a varie scale spaziali (locale, regionale, nazionale, continentale, emisferico o globale) rilevato nell'arco di almeno 30 anni (secondo la definizione ufficiale fornita dalla Organizzazione meteorologica mondiale). È in massima parte una funzione dell'inclinazione dei raggi solari sulla superficie della Terra al variare della latitudine; a ciascuna fascia climatica-latitudinale della Terra corrispondono caratteristiche fisico-ambientali diverse in termini di flora e fauna detti biomi (es. foreste pluviali, deserti, foreste temperate, steppe, taiga, tundra e banchisa polare), influenzando fortemente le attività economiche, le abitudini e la cultura delle popolazioni che abitano il territorio. La principale caratteristica del clima rispetto al comune "tempo meteorologico", oltre all'intervallo temporale di osservazione e studio, è l'avere un andamento che tende a mantenersi stabile nel corso degli anni pur con una variabilità climatica interannuale dovuta alle stagioni e di medio-lungo periodo che vi si sovrappone. L'attenzione scientifica negli ultimi decenni si è spostata sempre più sulla comprensione o ricerca approfondita dei meccanismi che regolano il clima terrestre, specie in rapporto ai temuti cambiamenti climatici osservati negli ultimi decenni (es.riscaldamento globale). La disciplina scientifica che studia tutti questi aspetti è la climatologia.
Una condizione necessaria e sufficiente, nella logica di una proposizione, è quell'evento che è vero se e solo se la proposizione è vera.
In matematica la teoria del caos è lo studio, attraverso modelli propri della fisica matematica, dei sistemi dinamici che esibiscono una sensibilità esponenziale rispetto alle condizioni iniziali. I sistemi di questo tipo, pur governati da leggi deterministiche, sono in grado di esibire un'empirica casualità nell'evoluzione delle variabili dinamiche. Questo comportamento casuale è solo apparente, dato che si manifesta nel momento in cui si confronta l'andamento temporale asintotico di due sistemi con configurazioni iniziali arbitrariamente simili tra loro.
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