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Autore principale: Lari, , Giancarlo
Pubblicazione: Pontedera : Tagete, stampa 2006
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Le mura di Volterra sono un'opera di ingegneria militare a difesa di Volterra risalente all'epoca etrusca e via via modificata nel corso dei secoli. Le primitive mura, di cui rimangono lunghi tratti, furono costruite in epoca etrusca intorno al IV secolo a.C. e rimasero in uso per tutto l'alto medioevo, fin quando il Comune di Volterra decise la costruzione di un nuovo sistema difensivo, che tuttavia ingloba molte delle strutture murarie etrusche. Le antiche mura che recingevano la città avevano uno sviluppo di circa 7 km, racchiudendo un'area di 102 ha, mentre la cinta medievale che corrisponde all'estensione attuale, è di soli 2.6 km, racchiudendo un'area di 26 ettari. Il materiale principalmente usato per la costruzione fu il panchino, pietra tipica della Toscana occidentale: la varietà adoperata nel volterrano, è costituita da una grana molto fine e di colore bianco: venne utilizzata anche per le urne cinerarie, per la muratura dei palazzi e per i lastricati stradali.
Porta San Francesco a Volterra è una delle principali porte di accesso alla città, facente parte del circuito murario medievale.
Il Palazzo dei Priori si trova nel centro storico di Volterra, nell'omonima piazza, in provincia di Pisa. Si tratta del più antico palazzo comunale toscano. Il palazzo fu anche la primitiva sede della Pinacoteca cittadina, in quanto nelle sue sale furono ricoverati molti dipinti nel corso del XIX secolo, fino a quando tutte le opere non furono spostate nell'attuale sede di Palazzo Minucci-Solaini.
Il Gruppo ligneo della Deposizione del Duomo di Volterra è uno dei più significativi esempi superstiti del fenomeno duecentesco di produzione di gruppi in legno policromo raffiguranti l'episodio evangelico della Deposizione di Gesù dalla Croce. Episodio che vede come protagonisti, oltre alla Madonna e san Giovanni Evangelista, Nicodemo e Giuseppe di Arimatea, questi ultimi due intenti a rimuovere materialmente il corpo di Cristo dalla Croce e a raccoglierne la salma.
Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto il Rosso Fiorentino (Firenze, 8 marzo 1494 – Fontainebleau, 14 novembre 1540), è stato un pittore italiano, uno dei principali esponenti dei cosiddetti "eccentrici fiorentini", i pionieri del manierismo in pittura. Come il Pontormo, suo alter ego pittorico per molti anni, fu allievo di Andrea del Sarto e fu, sotto molti punti di vista, un ribelle alle costrizioni classiciste ormai in crisi. Partendo dalle costruzioni equilibrate del suo maestro, ne forzò le forme esprimendo un mondo inquieto e tormentato. Artista originale e anticonformista, riscosse tiepidi consensi a Firenze, a Roma prima di rifugiarsi nella provincia umbro-toscana. Da qui fece il grande passo, trasferendosi alla corte di Fontainebleau, dove divenne lo stimatissimo pittore di corte di Francesco I di Francia, incarico già ricoperto dal suo maestro Andrea del Sarto e da Leonardo da Vinci. Assieme a Francesco Primaticcio, che gli succedette, portò oltralpe il gusto sofisticato ed elitario della Roma clementina prima del Sacco, diventando la scintilla che accese la scuola di Fontainebleau e, di conseguenza, il manierismo internazionale.
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