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Pubblicazione: Campi Bisenzio : Cecchi Gori Editoria Elettronica, 2003
Tipo di risorsa: risorsa video e da proiezione, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Attila flagello di Dio è un film del 1982 diretto da Castellano e Pipolo, con protagonista Diego Abatantuono e prodotto da Mario Cecchi Gori e dal figlio Vittorio per la società Intercapital. Appartenente al cosiddetto filone trash del cinema degli anni 1980, il film fu stroncato dalla critica ma negli anni successivi si sarebbe rivelato molto amato dal pubblico, al punto da diventare oggetto di interesse da parte di collezionisti e appassionati del genere e di essere poi commercializzato anche nel mercato home video in formato VHS, DVD e Blu-Ray.
Attila (in ungherese Attila; in turco: Atilla; in tedesco Etzel; Caucaso, 406 – Pannonia, 16 marzo 453) è stato un condottiero e sovrano unno dal 434 fino alla sua morte. Dall'Europa governò un vastissimo impero che si estendeva dall'Europa centrale al Mar Caspio, e dal Danubio al Mar Baltico, unificando - per la prima e unica volta nella storia - la maggior parte dei popoli barbarici dell'Eurasia settentrionale (dai Germani orientali agli Slavi agli Ugro-Finni). Durante il suo regno divenne il più irriducibile nemico dell'Impero Romano (e per la Pars Occidentalis e per la Pars Orientalis): invase due volte i Balcani, cinse d'assedio Costantinopoli, marciò attraverso la Francia spingendosi fino ad Aurelianum, scacciò da Ravenna l'imperatore Valentiniano III (452). Soprannominato flagellum Dei ("flagello di Dio") per la sua ferocia, si diceva che dove fosse passato non sarebbe più cresciuta l'erba. Il suo nome, altresì, significa in gotico "piccolo padre". Gli studi storici moderni vedono in lui, più un predone che un distruttore insensato. Si racconta che fosse superstizioso, facesse affidamento sulle profezie e si facesse influenzare nelle decisioni in campo militare da indovini e sciamani. Alcune leggende, mai sostenute da elementi concreti, raccontano di sue pratiche cannibalistiche e che avesse mangiato i propri figli Erp ed Eitil, che sua moglie gli servì dopo averli arrostiti nel miele. Alcuni raccontano che avrebbe avuto numerose mogli e più di cento figli, questa affermazione però viene riferita anche ai sovrani mongoli Gengis Khan e Kublai Khan, causando confusione. Nonostante il suo impero si fosse disgregato alla sua morte, è diventato una figura leggendaria nella storia europea, che lo ricorda in modo diverso a seconda della zona: guerriero feroce, avido e crudele nell'area al tempo sotto Roma; condottiero impavido e coraggioso nei paesi che facevano parte del suo impero. Alcuni racconti lo celebrano come un grande e nobile re ed è il personaggio principale di diverse saghe dell'Europa settentrionale e orientale.
Diego Abatantuono (Milano, 20 maggio 1955) è un attore, sceneggiatore, comico e conduttore televisivo italiano. Tre volte vincitore del Nastro d'argento come attore protagonista e non-protagonista, ha iniziato la sua carriera nel Gruppo Repellente, ideato da Enzo Jannacci e Beppe Viola, assieme ad attori quali Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Giorgio Porcaro, Mauro Di Francesco ed Ernst Thole.
Castellano e Pipolo è stata una coppia di registi e sceneggiatori formata da Franco Castellano (Roma, 20 giugno 1925 – Roma, 28 dicembre 1999) e Giuseppe Moccia (Viterbo, 24 giugno 1933 – Roma, 20 agosto 2006).
Mario Pedone (Roma, 25 agosto 1950) è un attore italiano. Ha partecipato ad alcuni film tra la fine degli anni settanta e gli anni novanta. Tra le pellicole più famose a cui ha preso parte si ricordano Rimini Rimini, Attila flagello di Dio e Fantozzi subisce ancora, nel quale ha impersonato forse il suo ruolo più importante, quello di Franchino, un villoso autostoppista che conduce la comitiva di impiegati in una discarica.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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