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Pubblicazione: Novara : De Agostini, 1991
Tipo di risorsa: risorsa video e da proiezione, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
La caccia al cinghiale è la caccia praticata a scopo alimentare, commerciale o ricreativo avente come obiettivo principale il cinghiale (Sus scrofa), anche se gli stessi metodi possono essere utilizzati per la caccia ad altri suidi, come maiali rinselvatichiti o pecari: essa viene effettuata mediante lance, spade, frecce o armi da fuoco. Si tratta di una pratica venatoria molto diffusa, oggi come in passato, nel mondo: il cinghiale infatti, già di per sé originario di un habitat piuttosto vasto (dalla Spagna all'Indonesia, oltre che in Nordafrica), è stato nei secoli introdotto a più riprese anche in nuovi territori, come l'America e l'Oceania, proprio a scopo alimentare. Attualmente la caccia al cinghiale a scopo alimentare viene praticata come forma di sussistenza solo dalle culture a base tribale africane, americane ed asiatiche, mentre nelle regioni industrializzate essa viene praticata soprattutto come hobby o per necessità (abbattimento selettivo) dettata dalla preservazione di un ecosistema minacciato dalla presenza "invasiva" dei cinghiali riprodottisi senza controllo.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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