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Autore principale: Rosi, Francesco <1922-2015>
Edizione: Ed. restaurata e rimasterizzata
Pubblicazione: Campi Bisenzio : Dolmen home video : [2007]
Tipo di risorsa: risorsa video e da proiezione, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Salvatore Giuliano è un film del 1962 di Francesco Rosi. Il film è un'inchiesta sui fatti che hanno condotto alla morte del bandito siciliano Salvatore Giuliano, rinvenuto a Castelvetrano la mattina del 5 luglio 1950. Presentato in concorso al Festival di Berlino 1962, vinse l'Orso d'argento per il miglior regista nonché tre Nastri d'argento.
Salvatore Giuliano, noto come il bandito Giuliano, il Re di Montelepre, detto "Turiddu" (Montelepre, 16 novembre 1922 – Castelvetrano, 5 luglio 1950), è stato un brigante italiano. A capo di una banda armata, per alcuni mesi sfruttò la copertura dell'EVIS, il braccio armato del Movimento Indipendentista Siciliano attivo a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, ma il suo nome resta principalmente legato alla strage di Portella della Ginestra (1º maggio 1947), in cui morirono undici persone e altre ventisette rimasero ferite.
Il siciliano (The Sicilian) è un film del 1987 diretto dal regista Michael Cimino. Il film riprende la biografia romanzata del bandito Salvatore Giuliano, ed è tratto dal romanzo omonimo di Mario Puzo. È stato girato a Caltabellotta (Ag).
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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Record aggiornato il: 2021-11-25T04:03:51.814Z