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Pubblicazione: Firenze : Del Re, 1980
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'La Sindone di Torino, nota anche come Sacra Sindone o Santa Sindone, \xc3\xa8 un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale \xc3\xa8 visibile l\'immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella passione di Ges\xc3\xb9. Alcune persone identificano l\'uomo con Ges\xc3\xb9 e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.\nIl termine "sindone" deriva dal greco \xcf\x83\xce\xb9\xce\xbd\xce\xb4\xcf\x8e\xce\xbd (sindon), che indicava un ampio tessuto, come un lenzuolo, e che se specificato poteva essere di lino di buona qualit\xc3\xa0 o tessuto d\'India. Anticamente il termine "sindone" era generico e non collegato alla sepoltura, ma oggi il termine \xc3\xa8 ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Ges\xc3\xb9.\nNel 1988, l\'esame del carbonio 14 sulla Sindone, eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390, periodo corrispondente all\'inizio della storia della Sindone certamente documentata. Ciononostante, la sua autenticit\xc3\xa0 continua a essere propugnata da una serie di autori.\nLe esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, "mostrare"). Le ultime sono state nel 1978, 1998, 2000, 2010, 2013 (quest\'ultima soltanto televisiva), dal 19 aprile al 24 giugno 2015 e l\'11 aprile 2020 (anche quest\'ultima solo televisiva, in occasione del sabato santo occorso durante la pandemia di COVID-19).\n\n'
'La Sindone di Torino, nota anche come Sacra Sindone o Santa Sindone, \xc3\xa8 un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale \xc3\xa8 visibile l\'immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella passione di Ges\xc3\xb9. Alcune persone identificano l\'uomo con Ges\xc3\xb9 e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.\nIl termine "sindone" deriva dal greco \xcf\x83\xce\xb9\xce\xbd\xce\xb4\xcf\x8e\xce\xbd (sindon), che indicava un ampio tessuto, come un lenzuolo, e che se specificato poteva essere di lino di buona qualit\xc3\xa0 o tessuto d\'India. Anticamente il termine "sindone" era generico e non collegato alla sepoltura, ma oggi il termine \xc3\xa8 ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Ges\xc3\xb9.\nNel 1988, l\'esame del carbonio 14 sulla Sindone, eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390, periodo corrispondente all\'inizio della storia della Sindone certamente documentata. Ciononostante, la sua autenticit\xc3\xa0 continua a essere propugnata da una serie di autori.\nLe esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, "mostrare"). Le ultime sono state nel 1978, 1998, 2000, 2010, 2013 (quest\'ultima soltanto televisiva), dal 19 aprile al 24 giugno 2015 e l\'11 aprile 2020 (anche quest\'ultima solo televisiva, in occasione del sabato santo occorso durante la pandemia di COVID-19).\n\n'
"Il pi\xc3\xb9 celebre studio condotto sulla Sindone di Torino, per la grande risonanza che ebbe all'epoca sui mezzi d'informazione, \xc3\xa8 la datazione del lenzuolo eseguita nel 1988 con la tecnica radiometrica del carbonio 14 svolta in tre laboratori e pubblicata su Nature. La prova del carbonio ha stabilito che il telo risale, con un intervallo di confidenza di almeno il 95% e un'approssimazione di 10 anni in pi\xc3\xb9 o in meno, a una data compresa tra il 1260 e il 1390, periodo compatibile con le prime testimonianze storiche certe dell'esistenza della Sindone (1353-1355 circa).\nQuesta datazione \xc3\xa8 stata generalmente accettata dalla comunit\xc3\xa0 scientifica, oltre che da diversi esponenti della Chiesa cattolica anche per bocca dell'arcivescovo di Torino, il cardinale Anastasio Ballestrero; i sostenitori dell'autenticit\xc3\xa0 del telo hanno per\xc3\xb2 avanzato diverse obiezioni sull'attendibilit\xc3\xa0 del test.\n\n"
'Il mandylion (greco "\xce\xbc\xce\xb1\xce\xbd\xce\xb4\xcf\x8d\xce\xbb\xce\xb9\xce\xbf\xce\xbd", in arabo: \xef\xbb\xa3\xef\xbb\xa8\xef\xba\xaa\xef\xbb\xb3\xef\xbb\x9e\xe2\x80\x8e, mand\xc4\xabl, lett. "panno, fazzoletto") o immagine di Edessa era un telo, venerato dalle comunit\xc3\xa0 cristiane orientali, sul quale era raffigurato il volto di Ges\xc3\xb9. L\'immagine era ritenuta di origine miracolosa ed era quindi detta acheropita, cio\xc3\xa8 "non fatta da mano umana".\nIl mandylion era conservato inizialmente a Edessa di Mesopotamia (oggi Urfa, in Turchia). Nel X secolo fu traslato a Costantinopoli. Se ne persero le tracce nel 1204, quando la citt\xc3\xa0 fu saccheggiata nel corso della Quarta crociata. Alcuni studiosi ritengono che esso fosse lo stesso telo noto oggi come Sindone di Torino.'
"La Cappella della Sacra Sindone o Cappella del Guarini \xc3\xa8 un'opera architettonica dell'architetto Guarino Guarini, costruita a Torino alla fine del XVII secolo,\ncapolavoro del barocco italiano.\n\n"