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Edizione: 4. ed
Pubblicazione: Roma ; Bari : Laterza, 1974
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Gorgia (in greco antico: \xce\x93\xce\xbf\xcf\x81\xce\xb3\xce\xaf\xce\xb1\xcf\x82, Gorgh\xc3\xadas; Leontinoi, 485 a.C. oppure 483 a.C. \xe2\x80\x93 Larissa, 375 a.C. circa) \xc3\xa8 stato un retore e filosofo siceliota.\nDiscepolo di Empedocle, \xc3\xa8 considerato uno dei maggiori sofisti, teorizzatore di un relativismo etico assoluto, fondato sulla morale della situazione e spinto fino al nichilismo. \n\n'
'Il Gorgia (\xce\x93\xce\xbf\xcf\x81\xce\xb3\xce\xaf\xce\xb1\xcf\x82) \xc3\xa8 un dialogo di Platone risalente al gruppo dei dialoghi giovanili, e scritto probabilmente attorno al 386 a.C., al ritorno del filosofo dal suo primo viaggio in Sicilia. Esso prende il titolo dal primo e pi\xc3\xb9 noto interlocutore che Socrate incontra in questo dialogo, il retore Gorgia di Leontini.\n\n'
'La compassione (dal latino cum patior - soffro con - e dal greco \xcf\x83\xcf\x85\xce\xbc\xcf\x80\xe1\xbc\x80\xce\xb8\xce\xb5\xce\xb9\xce\xb1 , sym patheia - "simpatia", provare emozioni con..) \xc3\xa8 un sentimento per il quale un individuo percepisce emozionalmente la sofferenza altrui desiderando di alleviarla.Il concetto di compassione richiama quello di empatia dal greco "\xce\xb5\xce\xbc\xcf\x80\xce\xb1\xce\xb8\xce\xb5\xce\xb9\xce\xb1" (empateia, composta da en-, "dentro", e pathos, "affezione o sentimento"), che veniva usata per indicare il rapporto emozionale di partecipazione soggettiva che legava lo spettatore del teatro greco antico all\'attore recitante ed anche l\'immedesimazione che esso aveva con il personaggio che interpretava. Una tecnica di recitazione questa comune anche alla commedia dell\'arte.Nelle scienze umane, il termine empatia \xc3\xa8 passato a designare un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un impegno di comprensione dell\'altro, escludendo ogni attitudine istintiva affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale.\n\n'
"La scuola eleatica \xc3\xa8 un'antica scuola presocratica di filosofia attiva ad Elea, colonia greca dell'antica Lucania, il cui esponente principale fu Parmenide. \n\nAltri membri della scuola erano Zenone di Elea, Melisso di Samo, e Senofane di Colofone, che viene da alcuni storici considerato come suo fondatore, ma questa posizione, probabilmente basata sull'apparente contiguit\xc3\xa0 fra la polemica contro la molteplicit\xc3\xa0 degli dei antropomorfi, propria di Senofane e il concetto dell'unit\xc3\xa0 propria dell'essere, elaborato da Parmenide, \xc3\xa8 discussa. Le conoscenze su questa antica scuola, come per tutte le altre scuole presocratiche, sono indirette e si basano su testimonianze certe e testi di autori dell'epoca parmenidea.\n\n"
'L\'Encomio di Elena \xc3\xa8 un testo del filosofo sofista Gorgia da Lentini.\nIn esso l\'autore si pone l\'obiettivo di scagionare Elena, moglie di Menelao, dalla terribile colpa di aver provocato, abbandonando il marito per seguire Paride a Troia, la sanguinosa guerra di Troia.\nL\'argomento non era nuovo: Gorgia prendeva spunto infatti da un filone preesistente che, inaugurato dal poeta lirico Stesicoro nella celebre Palinodia di Elena, sosteneva che la donna in realt\xc3\xa0 non and\xc3\xb2 mai a Troia e che al suo posto, con Paride, part\xc3\xac un fantasma (in greco \xce\xb5\xe1\xbc\xb4\xce\xb4\xcf\x89\xce\xbb\xce\xbf\xce\xbd, eidolon). Questo fatto scagionava la regina di Sparta come causa del decennale conflitto.\nIl filosofo, in questo testo, per discolparla presenta una serie di implicazioni logiche secondo le quali Elena non \xc3\xa8 realmente rea del conflitto tra i greci e i troiani: si riferisce infatti alla \xcf\x84\xcf\x8d\xcf\x87\xce\xb7 (tyche, "destino"), all\'eros, alla persuasione della parola e alla forza fisica.\nL\'encomio \xc3\xa8 una dimostrazione della forza della parola che \xc3\xa8 capace, mediante un opportuno utilizzo, di ribaltare il convincimento popolare, risultato di secoli di tradizioni, a proprio piacimento.\nElena \xc3\xa8 innocente, poich\xc3\xa9 il movente del suo gesto \xc3\xa8 esterno alla sua responsabilit\xc3\xa0. Schematizzando, Elena pu\xc3\xb2 aver agito per questi motivi:\n\nPer decreto degli d\xc3\xa8i: non si era potuta opporre al fato;\nEra stata rapita con la forza;\nEra stata persuasa dalle parole di Paride;\nEra stata vinta dalla passione amorosa.\nPer volere della sorte\nDecreto di necessit\xc3\xa0 (destino)Nel primo caso Elena non ha colpa, in quanto nemmeno gli d\xc3\xa8i stessi potevano opporsi al Fato. Se rapita, Elena \xc3\xa8 una vittima, e la colpa va data a Paride. Di nuovo, se innamorata, Elena \xc3\xa8 una vittima, poich\xc3\xa9 fu Afrodite a farla innamorare, come ricompensa a Paride per averla giudicata vincitrice della Mela d\'Oro. Infine, se persuasa dalle parole, ancora una volta \xc3\xa8 da ritenersi innocente, dal momento che, insita nelle parole, \xc3\xa8 presente una fortissima carica persuasiva, se queste sono pronunciate da un abile oratore.\nLa forza della parola \xc3\xa8 intesa come "gran dominatore". Infatti, secondo il sofista, la parola riesce a dominare le emozioni; la poesia, ad esempio, riesce a suscitare nell\'ascoltatore le stesse emozioni del poeta.\nSempre per far percepire la potenza della parola, il potere d\'ingannare che esse celano, Gorgia conclude ad effetto dicendo che la sua opera vale s\xc3\xac a difesa di Elena, ma per lui solo come gioco dialettico. Se nulla \xc3\xa8, le parole non sono verificanti; anche Elena, che dalla tradizione antica greca \xc3\xa8 criticata assai aspramente, pu\xc3\xb2 essere innocente, e anzi degna di compassione.\nL\'orazione certamente riscosse un enorme successo, dato che successivamente anche Isocrate scrisse un\'opera omonima con il medesimo intento.\n\n'