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Pubblicazione: Firenze : Giuntina, [2008]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Invasioni barbariche \xc3\xa8 il termine con il quale \xc3\xa8 generalmente indicato in Italia il periodo delle irruzioni e migrazioni delle popolazioni cosiddette "barbariche" (germaniche, slave, sarmatiche e di altri popoli di origine asiatica) all\'interno dei confini dell\'Impero romano d\'Occidente, nel V secolo. Il fenomeno, a volte indicato anche con il termine tedesco V\xc3\xb6lkerwanderung \xe2\x80\x98migrazioni di popoli\xe2\x80\x99, si conclude sostanzialmente con la formazione dei regni romano-germanici e la fine definitiva della tarda antichit\xc3\xa0 e l\'entrata dell\'Europa nel Medioevo.\n\n'
"Le invasioni barbariche del III secolo (212-305) costituirono un periodo ininterrotto di scorrerie all'interno dei confini dell'impero romano, condotte per fini di saccheggio e bottino da genti armate appartenenti alle popolazioni che gravitavano lungo le frontiere settentrionali: Pitti, Caledoni e Sassoni in Britannia; le trib\xc3\xb9 germaniche di Frisi, Sassoni, Franchi, Alemanni, Burgundi, Marcomanni, Quadi, Lugi, Vandali, Iutungi, Gepidi e Goti (Tervingi ad occidente e Grutungi ad oriente), le trib\xc3\xb9 daciche dei Carpi e quelle sarmatiche di Iazigi, Roxolani ed Alani, oltre a Bastarni, Sciti, Borani ed Eruli lungo i fiumi Reno-Danubio ed il Mar Nero.\nEra dai tempi di Marco Aurelio durante le Guerre marcomanniche (166/167-189) che le trib\xc3\xb9 germanico-sarmatiche non esercitavano una pressione cos\xc3\xac forte lungo i confini settentrionali dell'Impero romano.\nLa crescente pericolosit\xc3\xa0 per l'Impero romano di Germani e Sarmati era dovuta principalmente ad un cambiamento rispetto ai secoli precedenti nella struttura tribale della loro societ\xc3\xa0: la popolazione, in costante crescita e sospinta dai popoli orientali, necessitava di nuovi territori per espandersi, pena l'estinzione delle trib\xc3\xb9 pi\xc3\xb9 deboli. Da qui la necessit\xc3\xa0 di aggregarsi in federazioni etniche di grandi dimensioni, come quelle di Alemanni, Franchi e Goti, per meglio aggredire il vicino Impero o per difendersi dall'irruzione di altre popolazioni barbariche confinanti. Per altri studiosi, invece, oltre alla pressione delle popolazioni esterne, fu anche il contatto ed il confronto con la civilt\xc3\xa0 imperiale romana (le sue ricchezze, la sua lingua, le sue armi, la sua organizzazione) a suggerire ai popoli germanici di ristrutturarsi ed organizzarsi in sistemi sociali pi\xc3\xb9 robusti e permanenti, in grado di difendersi meglio o di attaccare seriamente l'Impero.\nRoma, dal canto suo, ormai dal I secolo d.C. provava ad impedire la penetrazione dei barbari trincerandosi dietro il limes, ovvero la linea continua di fortificazioni estesa tra il Reno e il Danubio e costruita proprio per contenere la pressione dei popoli germanici.Lo sfondamento da parte delle popolazioni barbariche che si trovavano lungo il limes fu facilitato anche dal periodo di grave instabilit\xc3\xa0 interna che attraversava l'Impero romano nel corso del III secolo. A Roma, infatti, era un continuo alternarsi di imperatori ed usurpatori (la cosiddetta anarchia militare). Le guerre interne non solo consumavano inutilmente importanti risorse negli scontri tra i vari contendenti, ma - cosa ben pi\xc3\xb9 grave - finivano per sguarnire proprio le frontiere sottoposte all'aggressione dei barbari.\nCome se non bastasse, lungo il fronte orientale della Mesopotamia e dell'Armenia a partire dal 224 la debole dinastia persiana dei Parti era stata sostituita da quella dei Sasanidi, che a pi\xc3\xb9 riprese impegn\xc3\xb2 severamente l'Impero romano, costretto a subire attacchi che spesso si univano alle invasioni, meno impegnative ma comunque pericolose, compiute lungo il fronte africano dalle trib\xc3\xb9 berbere di Mauri, Baquati, Quinquegentiani, Nobati e Blemmi. Roma mostr\xc3\xb2 di essere in grave difficolt\xc3\xa0 nel condurre cos\xc3\xac tante guerre contemporaneamente e per poco non croll\xc3\xb2 con due secoli di anticipo.\nFu grazie anche alla successiva divisione, interna e provvisoria, dello Stato romano in tre parti (ad occidente l'impero delle Gallie, al centro Italia, Illirico e province africane, ad oriente il Regno di Palmira) che l'Impero riusc\xc3\xac a salvarsi da un definitivo tracollo e smembramento. Ma fu solo dopo la morte di Gallieno (268), che un gruppo di imperatori-soldati di origine illirica (Claudio il Gotico, Aureliano e Marco Aurelio Probo) riusc\xc3\xac infine a riunificare l'Impero in un unico blocco, anche se le guerre civili che si erano susseguite per circa un cinquantennio e le invasioni barbariche avevano costretto i Romani a rinunciare sia alla regione degli Agri decumates (lasciata agli Alemanni nel 260 circa), sia alla provincia della Dacia (256-271), sottoposta alle incursioni della popolazione dacica dei Carpi, dei Goti Tervingi e dei Sarmati Iazigi.Le invasioni del III secolo, secondo tradizione, ebbero inizio con la prima incursione condotta dalla confederazione germanica degli Alemanni nel 212 sotto l'imperatore Caracalla e terminarono nel 305 al tempo dell'abdicazione di Diocleziano a vantaggio del nuovo sistema tetrarchico."
'Bologna (, AFI: /bo\xcb\x88lo\xc9\xb2:a/; Bul\xc3\xa5ggna, AFI: /bu\xcb\x88l\xca\x8c\xc9\xb2:\xc9\x90/, in dialetto bolognese;) \xc3\xa8 un comune italiano di 394 843 abitanti, capoluogo dell\'omonima citt\xc3\xa0 metropolitana, a sua volta capoluogo dell\'Emilia-Romagna, posta\nal centro di un\'area metropolitana di circa un milione di abitanti. Sede della pi\xc3\xb9 antica universit\xc3\xa0 del mondo occidentale, ospita numerosi studenti che ne animano la vita culturale e sociale. Nota per le sue torri, i suoi lunghi portici, e un ben conservato centro storico, fra i pi\xc3\xb9 estesi d\'Italia.\nLa citt\xc3\xa0, i cui primi insediamenti risalirebbero almeno al I millennio a.C., fu un importante centro urbano dapprima sotto gli Etruschi e i Celti, poi sotto i Romani e, nel Medioevo, come libero comune. Capitale settentrionale dello Stato Pontificio a partire dal Cinquecento, ebbe un ruolo molto importante durante il Risorgimento e, durante la seconda guerra mondiale, fu un importante centro della Resistenza. Nel secondo dopoguerra, come buona parte dell\'Emilia, \xc3\xa8 stata governata quasi ininterrottamente da amministrazioni di sinistra.\nBologna \xc3\xa8 un importante nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie del nord Italia, in un\'area in cui risiedono importanti industrie meccaniche, elettroniche e alimentari. \xc3\x88 sede di prestigiose istituzioni culturali, economiche e politiche, e di uno dei pi\xc3\xb9 avanzati quartieri fieristici d\'Europa. Nel 2000 \xc3\xa8 stata "capitale europea della cultura", mentre dal 2006 \xc3\xa8 "citt\xc3\xa0 della musica" UNESCO.\n\n'
"Gaio Aurelio Valerio Diocleziano, nato Diocle (latino: Gaius Aurelius Valerius Diocletianus; greco: \xce\x94\xce\xb9\xce\xbf\xce\xba\xce\xbb\xe1\xbf\x86\xcf\x82, Diocles; Salona, 22 dicembre 244 \xe2\x80\x93 Spalato, 313), \xc3\xa8 stato un imperatore romano che govern\xc3\xb2 dal 20 novembre 284 al 1\xc2\xba maggio 305 col nome imperiale di Cesare Gaio Aurelio Valerio Diocleziano Augusto Iovio (nelle epigrafi GAIVS AVRELIVS VALERIVS DIOCLETIANVS AVGVSTVS).\nNato in una famiglia di umili origini della provincia romana della Dalmazia, Diocle (questo il suo nome originario) scal\xc3\xb2 i ranghi dell'esercito romano fino a divenire comandante di cavalleria sotto l'imperatore Marco Aurelio Caro (282\xe2\x80\x93283). Dopo la morte di Caro e di suo figlio Numeriano nella campagna contro i Sasanidi fu acclamato imperatore dalle legioni (in questa occasione mut\xc3\xb2 il proprio nome in Diocleziano) in opposizione al figlio maggiore di Caro, Marco Aurelio Carino, che era stato nominato imperatore dal padre prima della campagna e che si trovava in Occidente: i due si scontrarono nella battaglia del fiume Margus, in cui Carino perse il potere e la vita (285).\nCon l'avvento di Diocleziano ebbe fine il periodo noto come crisi del terzo secolo, caratterizzato dal punto di vista politico da una fase di torbidi interni (anarchia militare), protrattasi per quasi un cinquantennio e che vide succedersi un elevato numero di imperatori la cui ascesa e permanenza al potere dipese esclusivamente dalla volont\xc3\xa0 dell'esercito. Per porre fine a questa instabilit\xc3\xa0, divenuta ormai pericolosa per la sopravvivenza dell'impero, mise in atto una serie di profonde riforme politiche e amministrative, tra cui risalta sotto quest'ultimo aspetto la condivisione dell'impero tra pi\xc3\xb9 colleghi. L'impero infatti divenne una tetrarchia.\nA tal fine nel 285 scelse come collega in qualit\xc3\xa0 di co-imperatore il commilitone Massimiano, conferendogli per l'appunto il titolo di Augusto e assegnandogli la met\xc3\xa0 occidentale dell'Impero (riservando per s\xc3\xa9 quella orientale). Il 1\xc2\xba marzo 293 complet\xc3\xb2 l'architettura istituzionale associando ai due Augusti due Cesari (una sorta di vice-imperatori) nelle persone di Galerio e Costanzo, dando cos\xc3\xac vita alla cosiddetta \xc2\xabtetrarchia\xc2\xbb, il \xc2\xabgoverno dei quattro\xc2\xbb: ciascun Augusto avrebbe governato su met\xc3\xa0 dell'impero coadiuvato dal proprio Cesare, al quale avrebbe delegato il governo di met\xc3\xa0 del proprio territorio e che gli sarebbe succeduto (come nuovo Augusto) dopo venti anni di governo, nominando a sua volta un nuovo Cesare.Separ\xc3\xb2 l'amministrazione civile da quella militare rafforzandole entrambe e riorganizz\xc3\xb2 la suddivisione amministrativa dello Stato, aumentando il numero delle province a seguito del frazionamento di quelle esistenti, rivelatesi troppo estese e giudicate quindi di difficile gestione. Eresse a nuovi centri amministrativi le citt\xc3\xa0 di Nicomedia, Mediolanum, Sirmio e Treviri, ritenendoli a causa della loro vicinanza alle turbolente frontiere dell'impero, luoghi pi\xc3\xb9 idonei da cui coordinarne le difese rispetto all'antica capitale Roma. Complet\xc3\xb2 l'evoluzione in senso autocratico della figura istituzionale dell'imperatore (un processo di trasformazione iniziato pi\xc3\xb9 marcatamente sotto i Severi e perdurato per tutto il III secolo), che sotto l'aspetto sostanziale comport\xc3\xb2 il passaggio dalla fase di governo detta del \xc2\xabprincipato\xc2\xbb a quella del \xc2\xabdominato\xc2\xbb, tra l'altro manifestandosi esteriormente con l'elevazione dell'imperatore al di sopra delle masse attraverso l'introduzione di un cerimoniale di corte molto elaborato. Il ricorso a una politica architettonica caratterizzata dalla realizzazione di imponenti opere edili (tipica del periodo tetrarchico) fece da cornice a questa evoluzione autocratica.\nPer rendere le frontiere pi\xc3\xb9 sicure Diocleziano intraprese una serie di campagne militari vittoriose nei confronti dei Sarmati e dei Carpi tra il 285 e il 299 e contro gli Alemanni nel 288. All'interno sed\xc3\xb2 a pi\xc3\xb9 riprese una ribellione in Egitto nel 297 e nel 298. Sostenne inoltre il proprio Cesare Galerio nelle campagne da questi condotte contro i Sasanidi (che culminarono nel 298 col sacco della capitale nemica, Ctesifonte), negoziando poi direttamente con i Persiani una pace vantaggiosa e duratura.\nLa crescita dell'apparato amministrativo conseguente alla riorganizzazione delle province, l'aumento degli effettivi dell'esercito dovuto al costante stato di guerra e alla necessit\xc3\xa0 di mantenere sicuri i confini e infine l'ambizioso programma edilizio richiesero una radicale riforma del sistema di tassazione volta a garantire la copertura delle ingenti spese che la costosa politica dioclezianea comportava. Pertanto a partire dal 297 (come attestato da un'iscrizione rinvenuta in Egitto) l'imposizione fiscale venne fondamentalmente incentrata sul pagamento per individuo e per lotto di terra. Tuttavia non tutte le riforme di Diocleziano ebbero gli effetti sperati e alcune di esse fallirono mentre l'imperatore era ancora al potere come l'Editto sui prezzi massimi (301), il cui scopo era di controllare l'inflazione (dovuta alla svalutazione monetaria) tramite l'introduzione di prezzi calmierati, che fu invece contro-produttivo e rapidamente dimenticato. \nInoltre subito dopo la propria abdicazione Diocleziano dovette assistere impotente al crollo del sistema tetrarchico in quanto la tetrarchia, che diede l'impressione di essere un sistema di governo molto efficiente finch\xc3\xa9 il suo ideatore si mantenne al potere, non di meno collass\xc3\xb2 all'indomani della sua abdicazione in conseguenza delle mire dinastiche di Massenzio e Costantino, figli rispettivamente di Massimiano e Costanzo. Infine la politica religiosa anticristiana perseguita da Diocleziano tra il 303 e il 311 con una persecuzione che risult\xc3\xb2 la pi\xc3\xb9 violenta che sia mai stata attuata contro i cristiani non riusc\xc3\xac a debellare il cristianesimo, che anzi a partire dal 313 (l'editto di Milano) soppiant\xc3\xb2 gradatamente il paganesimo come religione ufficiale dell'impero.\nMalgrado questi fallimenti sull'opera riformatrice, di Diocleziano pu\xc3\xb2 essere espresso un giudizio sostanzialmente positivo perch\xc3\xa9 riusc\xc3\xac, indubbiamente, se non ad arrestare almeno a rallentare notevolmente il processo di decadimento cui era soggetto l'Impero romano a partire dalla morte dell'imperatore Marco Aurelio e che nel corso del III secolo aveva sub\xc3\xacto una pericolosa accelerazione. Cosicch\xc3\xa9 il ventennio dioclezianeo puntell\xc3\xb2 lo Stato romano dotandolo degli strumenti di carattere istituzionale, amministrativo, finanziario e militare (perfezionati poi da Costantino) idonei a consentirgli di esistere come grande potenza almeno per gran parte del IV secolo.\nUn Diocleziano indebolito da una malattia abdic\xc3\xb2 il 1\xc2\xba maggio 305, primo e unico imperatore a fare questa scelta volontariamente. Si ritir\xc3\xb2 nel proprio palazzo a Spalato sulla costa dalmata fino alla morte, avvenuta nella primavera del 313, rifiutando gli inviti a riprendere il potere nel caos politico che corrispose al collasso della Tetrarchia.\n\n"
'Una biografia (dal greco b\xc3\xados \xce\xb2\xce\xaf\xce\xbf\xcf\x82 "vita" e gr\xc3\xa1phein \xce\xb3\xcf\x81\xce\xac\xcf\x86\xce\xb5\xce\xb9\xce\xbd, "scrivere") \xc3\xa8 un testo che contiene la ricostruzione complessiva della vita di una persona, scritto in forma narrativa o di saggio. Quando proviene dallo stesso soggetto, si ha una autobiografia.\n\nLa storiografia dell\'esistenza di una persona \xc3\xa8 variata nel corso dei secoli in funzione non solo del contesto culturale e del modello letterario, ma anche della considerazione dell\'individualit\xc3\xa0 e dell\'incidenza delle varie fasi della vita. Attualmente si sono diffuse biografie che, sfruttando gli studi psicoanalitici, dedicano ampio spazio all\'infanzia del protagonista; altre culture e civilt\xc3\xa0, invece, si limitano a narrare i comportamenti che hanno inciso oggettivamente sulla realt\xc3\xa0 e trattano l\'infanzia solo come un periodo profetico sull\'avvenire del soggetto.\n\n'