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Carl Gustav Jung (AFI: [ˈkarl ˈɡʊstaf jʊŋ]; Kesswil, 26 luglio 1875 – Küsnacht, 6 giugno 1961) è stato uno psichiatra, psicoanalista, antropologo, filosofo e accademico svizzero, una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico e psicoanalitico. La sua tecnica e teoria, di derivazione psicoanalitica, è chiamata "psicologia analitica" o "psicologia del profondo", più raramente "psicologia complessa". Inizialmente vicino alle concezioni di Sigmund Freud, se ne allontanò nel 1913, dopo un percorso di differenziazione concettuale culminato con la pubblicazione, nel 1912, di La libido: simboli e trasformazioni. In questo libro egli esponeva il suo orientamento, ampliando la ricerca analitica dalla storia del singolo alla storia della collettività umana. C'è un inconscio collettivo che si esprime negli archetipi, oltre a un inconscio individuale (o personale). La vita dell'individuo è vista come un percorso, chiamato processo di individuazione, di realizzazione del sé personale a confronto con l'inconscio individuale e collettivo. In Italia, l'orientamento junghiano della psicoanalisi è stato introdotto da Ernst Bernhard.
Per storia della psicologia si intende la storia della psicologia come scienza a sé stante.
In storia della psicoanalisi si raccoglie il racconto storico di quel vasto movimento di pensiero che ha fatto il suo esordio all'alba del Novecento e ha avuto nel lavoro del medico viennese Sigmund Freud il punto di partenza. Se agli inizi questo movimento sembrava costituire una rivoluzione nell'ambito della sola psichiatria, ben presto ci si ricredette sulla portata dell'influenza ch'esso avrebbe esercitato. Ci si dovette ricredere soprattutto di quanto la psicoanalisi andava smentendo con il suo impegno metodico e quotidiano: delle impressioni di moda passeggera, legate alla nuova scienza psicoanalitica nascente. Il vecchio secolo è passato, molte idee legate al Novecento hanno perso gran parte del loro iniziale seguito o sono pressoché scomparse. Tra queste, anche la psicoanalisi è stata messa pesantemente in discussione. È tuttavia indiscutibile che essa abbia avuto un importante influsso sulla cultura e sul costume dell'ultimo secolo. Per approfondimenti sulle elaborazioni teoriche dei vari esponenti di questo movimento si possono consultare le voci specifiche, mentre qui si tratta solo della divulgazione e dell'espansione del movimento psicoanalitico e delle sue teorizzazioni a partire dalla città di Vienna, dove operava il padre fondatore di questa disciplina. Si tratta anche del suo radicarsi ed espandersi, non solo a livello territoriale nelle culture locali e linguistiche specifiche, ma anche dell'inserirsi del suo linguaggio e del suo proprio paradigma nelle varie scienze, filosofie, teologie e arti, dalla letteratura, alla pittura al cinema; in breve, della progressiva colonizzazione da parte della psicoanalisi della cultura del Novecento e di quella contemporanea.
La psicologia individuale, o psicologia individuale comparata, di Alfred Adler prende in esame l'individuo nella sua unica e irripetibile dinamica di processi consci e inconsci: l'uomo è una unità mente/corpo indivisibile, originale e coerente nelle sue manifestazioni. La psicologia individuale comparata di Alfred Adler è un metodo per la conoscenza concreta, pratica dell'uomo (Menschenkenntnis) ed uno strumento per comprendere il comportamento nelle sue molteplici espressioni; insieme alla psicoanalisi di Sigmund Freud ed alla psicologia analitica di Carl Gustav Jung, costituisce la triade fondamentale delle teorie della personalità. Nel 1911, dopo un lungo periodo di intensa collaborazione con Freud, divenute ormai troppo evidenti le divergenze teoriche, Alfred Adler fonda, con un gruppo di seguaci, la Società di Psicologia Individuale Comparata. "Il nome, Psicologia Individuale, intende esprimere la convinzione che i processi psicologici e le loro manifestazioni si possono comprendere soltanto dal contesto individuale ed ogni intuizione psicologica inizia con l'individuo". L'attributo "individuale", che oggi contraddistingue la Scuola, affiancato dalla meno consueta qualifica di "comparata", esprime l'idea di una individualità psichica che, per la sua natura “sociale”, è parte di una struttura comunitaria formata da altre unità psichiche, perciò, "non è possibile studiare un essere umano in condizioni di isolamento, ma solo all'interno del suo contesto sociale". Si può, quindi, considerare la Psicologia Individuale Comparata come matrice del filone socio-culturale della psicologia dinamica.
La psicologia è la scienza che studia gli stati mentali e i suoi processi emotivi, cognitivi, sociali e comportamentali nelle loro componenti consce e inconsce, mediante l'uso del metodo scientifico e/o appoggiandosi ad una prospettiva soggettiva intrapersonale; si occupa anche dello studio e del trattamento delle funzioni psichiche sia in condizioni di benessere che di sofferenza o disagio mentale, dovute a dinamiche soggettive (intrapsichiche), ambientali e/o relazionali (interpsichiche).
La psicoanalisi o psicanalisi (da psico-, psiche, anima, più comunemente "mente", e -analisi: analisi della mente) è la teoria dell'inconscio della psiche umana su cui si fondano una disciplina, nota come psicodinamica, e una relativa prassi psicoterapeutica, che hanno preso l'avvio dal lavoro di Sigmund Freud, il quale si inserì nel solco dei lavori di Jean-Martin Charcot e Pierre Janet.In primis la teoria psicoanalitica è una teoria dell'inconscio: nell'indagine dell'attività umana essa si rivolge soprattutto a quei fenomeni psichici che risiedono al di fuori della sfera della coscienza. Viene perciò attivato il concetto di inconscio, introdotto nella riflessione teoretica già da Leibniz, e che Freud fece suo da un punto di vista descrittivo e topico sulla base delle sue esperienze con Jean-Martin Charcot a Parigi. In secondo luogo dalla psicoanalisi nasce una disciplina ed una prassi psicoterapeutica nota come psicoterapia psicodinamica: nello specifico, come cura dei disturbi e, all'origine, come cura dell'isteria e successivamente dei fenomeni psicopatologici chiamati nevrosi, neurosi o psiconevrosi. In seguito, il suo uso è stato esteso allo studio e trattamento di altri tipi di psicopatologie. In seguito, a livello culturale più generale, la psicoanalisi ha influenzato in parte anche la filosofia e le scienze sociali. Lo statuto epistemologico della psicoanalisi è stato variamente criticato e lungamente dibattuto, anche in parallelo alle sue diverse evoluzioni teoriche e metodologiche. Mentre in un primo tempo le osservazioni popperiane sulla sua scarsa falsificabilità avevano portato a una visione piuttosto critica del suo status epistemico, a partire dagli anni '80 e '90 del XX secolo la maggiore attenzione che ha cominciato a essere rivolta alla verifica empirica dei suoi risultati clinici, all'integrazione della modellistica teorica psicoanalitica con altre linee di ricerca psicologica e psichiatrica, e agli spunti integrativi con le neuroscienze hanno portato a una visione più articolata e in forte evoluzione del suo statuto scientifico, nel contesto dei più ampi studi psicodinamici.
Alienazione (dall'aggettivo latino alienus e questo, a sua volta, dal pronome indefinito "alius" (in greco allos): altro). Il termine fa riferimento a colui o a ciò che è altro, straniero, non appartenente alla nostra comunità, in pratica "non è dei nostri" e quindi, ci è estraneo. Il verbo "alienare", fa riferimento all'atto dell'allontanare o dell'estraniare da sé e, quindi, all'atto di prendere distanza da qualcuno o da qualcosa. La terminologia legata a questa parola viene spesso usata anche per indicare i folli e gli alienati mentali, o chi vive ai margini della società e della comunità umana, e tutti coloro che esprimono comportamenti borderline. Altre volte, infine, il termine viene utilizzato per indicare genericamente il disagio dell'uomo moderno nella civiltà industriale, nella quale l'artificio che gli è proprio lo fa sentire lontano dalle proprie radici naturali. I primi studi in cui questo concetto viene esplicitato si hanno con Rousseau, Fichte, Schelling, Hegel e Feuerbach mentre è proprio con le elaborazioni di Marx ed Engels - e di molti autori formatisi a questa scuola di pensiero e di azione politico-economica - che lo studio e l'analisi del fenomeno dell'alienazione, dopo l'avvento della società industriale e capitalista, trova la sua fioritura.
INFP (Introversion, Intuition, Feeling, Perception) è un acronimo che indica uno dei sedici tipi di personalità del Myers-Briggs Type Indicator (MBTI). Il fondamento del MBTI fu sviluppato a partire dal lavoro dello psichiatra e psicoanalista Carl Gustav Jung nel suo libro "Tipi psicologici", dove propose la definizione di una tipologia psicologica basata sulle teorie delle funzioni cognitive. A partire dai lavori di Jung, sono stati sviluppati altre tipologie psicologiche. Tra i test di personalità si può citare l'MBTI, sviluppato da Isabel Briggs Myers e Katharine Cook Briggs, e il Keirsey Temperament Sorter (KTS), sviluppato da David Keirsey. Keirsey ha definito gli INFP come i Guaritori, uno dei quattro tipi appartenenti al temperamento definito "temperamento idealista". Gli INFP sono uno dei 16 tipi più rari, rappresentando circa il 4% della popolazione.
Joseph John Campbell (White Plains, 26 marzo 1904 – Honolulu, 30 ottobre 1987) è stato un saggista e storico delle religioni statunitense.
Il complesso di Edipo è un concetto originariamente sviluppato nell'ambito della teoria psicoanalitica da Sigmund Freud, che ispirò anche Carl Gustav Jung (fu lui a descrivere il concetto e a coniare il termine "complesso"), per spiegare la maturazione del bambino attraverso l'identificazione col genitore del proprio sesso e il desiderio nei confronti del genitore del sesso opposto. Si basa sul mito greco di Edipo, che, a sua insaputa, uccise suo padre Laio e, altrettanto inconsapevolmente, sposò la propria madre Giocasta.
Qui sono esposti i testi fondamentali che hanno dato punti fondamentali di costruzione all'attuale assetto metateoretico all'interno della psicologia. Ogni testo qui esposto è una pietra miliare nella storia della psicologia.
Libro Rosso, anche conosciuto come Liber Novus ("Libro Nuovo" in latino), è un'opera di oltre 400 pagine scritta e illustrata dallo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung approssimativamente fra il 1913 e il 1930, ma pubblicata postuma soltanto nel 2009. Jung iniziò a lavorare al Libro Rosso a seguito della crisi epistemologica che attraversò dopo la pubblicazione di La libido: simboli e trasformazioni e alla rottura che ne derivò con Freud. Di contenuto autobiografico, il testo, che fa uso sia della parola scritta che delle immagini, costituisce un esempio di quello che Jung stesso definirà in seguito "immaginazione attiva".
L'Indicatore di personalità di Myers-Briggs, a volte abbreviato con MBTI (dall'inglese Myers-Briggs Type Indicator), individua una serie di caratteristiche psicologiche identificate attraverso appositi questionari psicometrici e nasce con l'idea di comprendere e schematizzare il modo in cui una persona si rapporta e si comporta nei confronti del mondo e della vita in generale. Fortemente basato sulla teoria dei tipi psicologici di Carl Gustav Jung, l'indicatore discrimina tra sedici possibili tipi di personalità, individuati da quattro diverse caratteristiche che possono presentarsi ognuna in due modi alternativi. Le due pioniere di questo tipo di ricerche furono Katharine Cook Briggs e sua figlia Isabel Briggs Myers, che cominciarono a pensare all'indicatore durante la seconda guerra mondiale con l'intento di aiutare le donne, che stavano entrando per la prima volta nel mondo dell'industria per sopperire alla mancanza di operai uomini all'epoca impegnati in guerra, a capire il tipo di lavoro più adatto per loro e in cui potessero essere più utili. Il questionario iniziale raggiunse la sua forma definitiva nel 1962, anno in cui fu pubblicato. L'indicatore si basa su popolazioni normali e sottolinea il valore di differenze che occorrono naturalmente all'interno di esse.