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Il tabernacolo delle Fonticine è uno dei più bei tabernacoli di Firenze. Composto da una grande pala robbiana e dotato anche di una vasca con fontanelle, si trova in via Nazionale, sull'asse di via dell'Ariento, a pochi passi dal mercato di San Lorenzo.
Il tabernacolo di Santa Rosa si trova nei pressi di Porta San Frediano a Firenze, addossato al torrino di Santa Rosa.
Il Tabernacolo di Santa Maria della Tromba si trova in via Orsanmichele a Firenze, su una cantonata del palazzo dell'Arte della Lana.
Il Tabernacolo dei Linaioli è un tempietto marmoreo di Lorenzo Ghiberti con pitture di Beato Angelico (tempera su tavola 260x330 cm). L'opera, conservata nel Museo nazionale di San Marco di Firenze, risale al 1432-1433.
San Giovanni alla Vena è una frazione del comune italiano di Vicopisano, nella provincia di Pisa, in Toscana.
La ex chiesa di Santa Lucia, già di Santa Maria in Pensulis, è un edificio situato nel centro storico di Gaeta, in provincia di Latina, in via Ladislao.È la più antica chiesa della città, essendo frutto dell'ampliamento dell'XI secolo di un preesistente luogo di culto di epoca altomedievale; chiusa al culto nel 1966, venne sconsacrata nel 1972 ed è di proprietà del comune di Gaeta. L'edificio è, insieme alla chiesa di San Giovanni a Mare, esempio dell'architettura romanica gaetana, caratterizzata da influssi paleocristiani e bizantini.
A Firenze sulle mura di parecchi palazzi del centro storico esistono alcune curiose aperture di piccole dimensioni usate per la vendita del vino direttamente in strada e chiamate le buchette del vino. L'usanza di vendere vino direttamente dai palazzi nobiliari risale più o meno al XVI secolo quando gli stravolgimenti nei mercati europei portarono a una ridefinizione dei commerci internazionali e delle attività manifatturiere, che portò a un inesorabile declino di quelle attività che avevano reso Firenze ricca e potente durante il medioevo e il Rinascimento. In quel periodo le grandi famiglie aristocratiche iniziarono a convertire le proprie attività in terreni agricoli e latifondi, dalla rendita più stabile, dove venivano prodotti vari beni, tra i quali un posto preminente era legato proprio alla produzione vinicola. Le buchette permettevano di vendere con discrezione il vino al minuto direttamente in strada, evitavano di ricorrere all'intermediazione degli osti e dovevano avere una clientela molto vasta, come dimostra la loro diffusione. Altra utilizzazione di queste "buchette" riservata esclusivamente ai palazzi nobiliari, era quella di beneficenza. Infatti, si usava lasciare nel piccolo vano che, considerata la sua ridotta altezza da terra garantiva l'anonimato, cibo o una brocca di vino appunto per i più bisognosi. Dal punto di vista architettonico le buchette aprivano su un vano al pian terreno del palazzo facilmente collegabile alla cantina, dove un servitore curava la vendita delle bottiglie del vino in determinate ore del giorno. Le aperture permettevano appena il passaggio di un fiasco e presentano quasi sempre una forma a porticina con un archetto superiore, spesso decorato da una cornice con punta a goccia, chiuso da una porticina in legno. Le eleganti cornici di pietra liscia o bugnata che gli conferivano un sobrio aspetto tanto da essere detti in antico "tabernacoli del vino". Alcune buchette sono oggi murate, mentre altre riportano ancora lapidi che informano i clienti sugli orari di vendita stagionali. Le meglio conservate si trovano in via del Giglio e in via del Sole.
La pieve di San Giorgio di Valpolicella, detta anche pieve di San Giorgio Ingannapoltron, è un antico luogo di culto cattolico situato a San Giorgio di Valpolicella, frazione di Sant'Ambrogio di Valpolicella, in provincia e diocesi di Verona; inoltre, è sede dell'omonima parrocchia compresa nel vicariato della Valpolicella. Costruita probabilmente su un luogo adibito in precedenza al culto pagano risalente all'VIII secolo (secondo alcuni storici forse addirittura al VII), l'attuale edificio religioso rappresenta uno dei più interessanti e antichi esempi di architettura romanica presenti nella provincia di Verona. Ricostruita in gran parte attorno all'XI secolo, la pieve di San Giorgio era a capo di uno dei tre "piovadeghi" in cui era divisa amministrativamente la Valpolicella; insieme a essa ricoprivano questo ruolo anche la pieve di San Floriano e quella di Negrar. Era inoltre una chiesa collegiata, sede di un capitolo di canonici che gestivano anche una schola iuniorum (cioè una scuola in cui si impartivano le prime nozioni di grammatica latina ai ragazzi del luogo, tra i quali poi spesso venivano scelti anche i nuovi chierici). Oltre all'interessante struttura architettonica, al chiostro adiacente e agli affreschi presenti all'interno, di grande pregio è un antico ciborio che presenta delle scritte che lo collocano in piena epoca longobarda e precisamente nel periodo del regno di Liutprando.
Benozzo Gozzoli, Benozzo di Lese di Sandro (Scandicci, 1411 – Pistoia, 4 ottobre 1488), è stato un pittore italiano.
Il miracolo eucaristico di Lanciano è accaduto nella cittadina abruzzese di Lanciano nella prima metà dell'VIII secolo: mentre un sacerdote stava celebrando la messa, al momento della consacrazione l'ostia e il vino si sono trasformati in carne e sangue. Le reliquie del fenomeno, il più noto nel suo genere, sono conservate all'interno della chiesa di San Francesco, nello storico quartiere Borgo. Quello di Lanciano è il più antico miracolo eucaristico documentato.
La chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore, nata col titolo di Santa Maria della Concezione, è un luogo di culto cattolico di Firenze, situato in piazza Santa Caterina d'Alessandria e all'angolo con via Enrico Poggi, nel centro storico del capoluogo toscano. È sorta a metà Ottocento nelle estreme vicinanze dell'ex-Monastero di Santa Caterina d'Alessandria o di Cafaggio, della quale la si può idealmente considerare "ereditaria". L'antico Monastero, un tempo prospiciente via delle Ruote, a seguito della soppressioni leopoldine, è stato poi demolito per far spazio al palazzo dell'Agenzia delle Entrate della città.
I luoghi manzoniani sono siti, edifici, quartieri, serviti da ispirazione e citati da Alessandro Manzoni nel romanzo I promessi sposi. Per alcuni le citazioni sono precise, per altri la corrispondenza è determinata dalla tradizione, come nella presunta casa di Lucia, a volte con più di una assegnazione per lo stesso luogo. Presenti principalmente a Lecco, a Milano e in Brianza. Inoltre si riferiscono ed esprimono lo spirito e la psicologia dei personaggi attraverso la loro descrizione: un esempio è il castello con l'Innominato, oppure il palazzotto con don Rodrigo. Nella città di Lecco sono segnalati da targhe esposte all'esterno dei siti e indicati in percorsi turistici. Nella sala III del civico museo manzoniano è illustrata l'iconografia classica dei luoghi attraverso una serie di stampe del territorio di Lecco del XVIII e XIX secolo.