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Tommaso Landolfi (Pico, 9 agosto 1908 – Ronciglione, 8 luglio 1979) è stato uno scrittore, poeta, traduttore e glottoteta italiano. Anche se poco noto al grande pubblico, complice la lingua estremamente ricercata e barocca e la prosa caratterizzata da uno spiccato sperimentalismo per certi versi assimilabile alla poetica del Surrealismo, ma anche una sua certa distanza dalle tendenze letterarie italiane, sia prima, sia dopo la seconda guerra mondiale, è considerato uno degli scrittori italiani di maggior rilievo del Novecento.I suoi racconti, secondo Arnaldo Bocelli, "sono, propriamente, fantasie, composizioni, capricci in senso tra musicale e pittorico, nei quali l'estro, l'umore si accompagnano ad una strenua casistica e i motivi lirici nascono da una riflessione critica del reale, da un gusto formatosi all'incrocio di diverse letterature".
Il Premio letterario internazionale "Mondello Città di Palermo" è stato istituito nel 1975 da un gruppo di intellettuali siciliani.
Luis Enríque Bacalov (San Martín, 30 agosto 1933 – Roma, 15 novembre 2017) è stato un pianista, compositore, direttore d'orchestra e arrangiatore argentino naturalizzato italiano, famoso per le sue colonne sonore cinematografiche.
La letteratura cristiana consiste in quel corpus di opere originate dall'avvenimento cristiano, dalla figura di Gesù e dalla sua incidenza nella storia.
LA BIERE DU PECHEUR è un'opera di Tommaso Landolfi pubblicata nel 1953. Il titolo (in francese) dell'opera è scritto volutamente tutto in maiuscolo, quasi fosse un'insegna, e dunque può permettersi secondo le regole dell'ortografia francese di non portare accenti. Bière vuol dire sia "birra", sia "feretro" o "bara", mentre pêcheur vuol dire "pescatore", ma se fosse pécheur starebbe per "peccatore". Dunque può significare: "La birra del pescatore", "La bara del pescatore", "La birra del peccatore" o "La bara del peccatore", un'ambiguità multipla voluta. L'opera, principalmente di natura diaristica, è comunque composita, poiché contiene vari inserti narrativi, alcune lettere che Landolfi dichiara di avere ricevuto e alcune parti dichiaratamente inventate, pur sotto forma di diario. Contiene inoltre diverse citazioni (da Balzac, Villiers de l'Isle-Adam e Gabriele D'Annunzio), allusioni parodiche (per esempio al Curzio Malaparte de La pelle), chiose metalinguistiche e aforismi di natura letteraria. Tutto ciò legato a un'idea dichiarata di "insufficienza" della letteratura rispetto alla vita. L'atteggiamento di Landolfi nei confronti della scrittura diaristica è ben evidenziato da una frase contenuta nelle pagine iniziali del libro, dove si può cogliere un riferimento al punto di vista surrealista della scrittura automatica.
Maria Idolina Landolfi (Roma, 19 maggio 1958 – Firenze, 27 giugno 2008) è stata una scrittrice, traduttrice e critica letteraria italiana, figlia dello scrittore Tommaso Landolfi e principale curatrice delle sue opere.
Emanuele Luzzati, spesso chiamato con il diminutivo Lele Luzzati (Genova, 3 giugno 1921 – Genova, 26 gennaio 2007), è stato uno scenografo, animatore e illustratore italiano. Noto soprattutto come scenografo e illustratore, è stato maestro in ogni campo dell'arte applicata. È stato per due volte candidato al Premio Oscar per i film di animazione La gazza ladra (1964) e Pulcinella (1973).
Antonin Artaud (Marsiglia, 4 settembre 1896 – Ivry-sur-Seine, 4 marzo 1948) è stato un drammaturgo, attore, saggista e regista teatrale francese. Nel libro Il teatro e il suo doppio, Artaud espresse la sua ammirazione verso le forme orientali di teatro, in particolare quello balinese. L'ammirazione ispiratagli dalla fisicità ritualizzata e codificata della danza balinese gli ispirò le teorie esposte nei due manifesti del "Teatro della Crudeltà". Per crudeltà non intendeva sadismo, o causare dolore, ma intesa come pura catarsi. Per poter giungere a ciò, si deve ricorrere a tutto ciò che possa disturbare la sensibilità dello spettatore, provocando in lui una sensazione acuta di disagio interiore per cui vivesse con agitazione tutta la rappresentazione proposta. Artaud riteneva che il testo avesse finito con l'esercitare una tirannia sullo spettacolo, ed in sua vece spingeva per un teatro integrale, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, luce e parola. Dal 1936 al 1946 fu internato forzatamente in manicomio.