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Il brigantaggio fu un fenomeno di natura criminale, frutto dell'attività di bande di malfattori che infestavano campagne o vie di comunicazione a scopo di rapina od omicidio. Tra i crimini, particolarmente violenti, perpetrati dai briganti spiccano la grassazione, l'omicidio, l'abigeato, lo stupro, oltre che varie forme di minaccia e angherie. Sebbene il fenomeno abbia origini remote e riguardi periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana questo termine si riferisce generalmente alle bande armate presenti nel Mezzogiorno d'Italia tra la fine del XVIII secolo e il primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1861. L'attività brigantesca è stata in varie occasioni strumentalmente utilizzata a fini politici, anche ricorrendo a motivazioni religiose. All'inizio del XIX secolo furono assoldati briganti e ogni genere di criminale dalle armate sanfediste del Cardinal Ruffo per abbattere la Repubblica Napoletana (1799); in seguito, il brigantaggio fu duramente represso durante la reggenza napoleonica e murattiana del Regno di Napoli, così come in linea di massima condannarono l'attività brigantesca le leggi borboniche, restando però le stesse leggi inapplicate e i briganti, grazie ai loro protettori e manutengoli e alla interessata cecità delle autorità, che anzi si servivano dei criminali come soldataglia e strumento di controllo del territorio (alleanza col potere risalente almeno al regno di Ferdinando I), continuarono ad affliggere e taglieggiare la già misera popolazione. Durante il processo risorgimentale, il neonato Regno d'Italia dovette fronteggiare tale piaga in maniera risoluta, tanto più che alcuni elementi tenevano contatti con Francesco II di Borbone, il quale cercava di recuperare il trono attraverso i briganti. In questa fase storica, più che nelle precedenti, i briganti compivano la loro attività criminosa senza motivazioni di natura sociale o politica, accomunati, banditi e sparuti gruppi di ex militari borbonici, solo dalle promesse di ricompensa da parte del re sconfitto.
Con brigantaggio post-unitario italiano, nel linguaggio storiografico o risorgimentale si identifica una forma di brigantaggio - spesso associato a fenomeni di banditismo armato ed organizzato - un tempo attiva nei territori del Mezzogiorno italiano precedentemente amministrati dal Regno delle due Sicilie. Benché fosse già presente negli stati italiani preunitari, il brigantaggio meridionale assunse connotati tipici durante il Risorgimento, in special modo in seguito alla realizzazione dell'Unità d'Italia. Va evidenziato che il brigantaggio postunitario interessò quasi esclusivamente i territori meridionali continentali ex-borbonici, mentre in pratica non si verificò nei territori di tutti gli altri Stati preunitari italiani annessi al Regno di Sardegna sabaudo per formare l'Italia unita durante il Risorgimento; tale diversità di avvenimenti e condotte è sintomatica delle profonde differenze, già esistenti nel 1861, tra il nord ed il centro della penisola da un lato, ed il sud Mezzogiorno dall'altro. Tale divario sarebbe stato in seguito compendiato nella locuzione "questione meridionale", fonte di discussioni e di dibattito ancora oggi, né definita unanimemente nelle sue cause dagli storici e studiosi, nonché oggetto del dibattito nelle interpretazioni revisionistiche del Risorgimento.
L'Italia (/iˈtalja/, ), ufficialmente Repubblica Italiana, è uno Stato situato nell'Europa meridionale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica. L'Italia è una repubblica parlamentare e conta una popolazione di circa 60 milioni di abitanti. La capitale è Roma. La parte continentale, delimitata dall'arco alpino, confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; il resto del territorio, circondato dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, si protende nel mar Mediterraneo, occupando la penisola italiana e numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna), per un totale di 302072,84 km². Gli Stati della Città del Vaticano e di San Marino sono enclavi della Repubblica mentre Campione d'Italia è l'unica exclave italiana. Con l'ascesa di Roma, che fu capitale della Repubblica romana e poi dell'Impero romano, si ebbe il primo processo di unificazione della penisola, destinata a rimanere per secoli il centro politico e culturale della civiltà occidentale. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'Italia medievale fu soggetta a invasioni e dominazioni di popolazioni germaniche, come gli Ostrogoti, i Longobardi e i Normanni, perdendo la propria unità politica. Nel XV secolo, con la diffusione del Rinascimento, ridivenne il centro culturale del mondo occidentale, ma dopo le guerre d'Italia del XVI secolo ricadde sotto l'egemonia delle potenze straniere, quali Francia, Spagna e Austria. Durante il Risorgimento gli italiani combatterono per l'indipendenza nazionale e per l'Unità d'Italia, finché nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia, che completò la riunificazione con la presa di Roma del 20 settembre 1870 e la vittoria nella prima guerra mondiale. Dal 1882 al 1960 l'Italia ha posseduto un impero coloniale. Nel 1946, dopo il ventennio fascista, la sconfitta nella seconda guerra mondiale e la guerra civile, a seguito di un referendum istituzionale lo Stato italiano divenne una repubblica. Nel 2020 l'Italia, ottava potenza economica mondiale e terza nell'Unione europea, è un paese con un alto standard di vita: l'indice di sviluppo umano è molto alto, 0.883, e la speranza di vita è di 83,4 anni. È membro fondatore dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'OCSE; aderisce all'ONU e al trattato di Schengen. È inoltre membro del G7 e del G20, partecipa al progetto di condivisione nucleare della NATO, è una grande potenza regionale europea, in grado di esercitare influenza politica anche su scelte e decisioni di ordine extra-europeo e globale, e si colloca in nona posizione nel mondo per spesa militare. In virtù della sua storia ultramillenaria, l'Italia vanta insieme alla Cina il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
I fatti di Pontelandolfo e Casalduni furono una serie di accadimenti sanguinosi susseguitisi nell'agosto del 1861 presso le due località della provincia di Benevento. Tali fatti rientrano nel più ampio contesto successivo all'Unità d'Italia nel quale, fra il 1860 e il 1865, il neo costituito Regno unitario mise in atto una decisa azione di repressione del fenomeno del brigantaggio meridionale. A innescare la spirale di violenza fu un'incursione brigantesca nei comuni di Pontelandolfo e Casalduni, alla quale seguirono dapprima l'uccisione di 45 soldati presso Casalduni, e infine la successiva rappresaglia militare che colpì i cittadini e gli abitati dei due paesi. Le grandi differenze nei resoconti di quei fatti già dai giorni appena successivi agli eventi, rendono ancora oggi complesse sia la ricostruzione di quanto avvenne sia il conteggio delle vittime: in mancanza di dati ufficiali e a seconda delle diverse fonti storiche, in particolare il numero dei morti nella rappresaglia varia da 13, a 17, a 164, fino a 400 o 1000., mentre in altri testi non si fa cenno ad alcuna vittima. Tutte le fonti storiche dell'epoca riportano che gli abitati di Pontelandolfo e di Casalduni furono incendiati dai militari durante la rappresaglia.
Il Passatore, pseudonimo di Stefano Pelloni (Boncellino di Bagnacavallo, 4 agosto 1824 – Russi, 23 marzo 1851), è stato un brigante italiano, attivo nella Romagna di metà Ottocento. Fu ucciso nel marzo 1851 nei pressi di Russi dal sussidiario della Gendarmeria pontificia Apollinare Fantini. Il soprannome gli venne dal mestiere di traghettatore (o "passatore") sul fiume Lamone esercitato dal padre Girolamo; viene chiamato anche Malandri, dal cognome della donna che sposò un suo bisavolo.
La guerriglia e brigantaggio postunitario nelle province meridionali continentali del Regno d'Italia si sviluppò nell'ambito del brigantaggio postunitario italiano con diverse modalità da area a area, in funzione di diverse variabili. Fattori che ne influenzarono la nascita e lo sviluppo furono la vicinanza (o lontananza) dallo Stato Pontificio, la geografia fisica dei luoghi più o meno adatti ad azioni di guerriglia, la presenza più o meno abbondante sia di forze liberali unitarie che di famiglie legate al regime borbonico, differenti livelli di benessere economico e diverse eredità storiche sia di brigantaggio che dell'ormai pluricinquantenario periodo di lotte, iniziato con la Repubblica Napoletana del 1799, che contrapponeva le forze liberali a quelle legate al Regno delle Due Sicilie.
Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda metà del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia. Dopo l'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentrò la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all'unità d'Italia, pur con l'interruzione dell'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occupò la Toscana e l'assegnò alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d'Etruria. Col crollo dell'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfiorò il 95% dei si.
Giuseppe Musolino, conosciuto come U 're i l'Asprumunti ("il Re dell'Aspromonte"), o meglio ancora come il brigante Musolino (Santo Stefano in Aspromonte, 24 settembre 1876 – Reggio Calabria, 22 gennaio 1956), è stato un brigante italiano.
L'ex monastero di Santa Verdiana si trova tra via dell'Agnolo, via Santa Verdiana, piazza Ghiberti e Largo Annigoni a Firenze