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Fatti di Pontelandolfo e Casalduni

I fatti di Pontelandolfo e Casalduni furono una serie di accadimenti sanguinosi susseguitisi nell'agosto del 1861 presso le due località della provincia di Benevento. Tali fatti rientrano nel più ampio contesto successivo all'Unità d'Italia nel quale, fra il 1860 e il 1865, il neo costituito Regno unitario mise in atto una decisa azione di repressione del fenomeno del brigantaggio meridionale. A innescare la spirale di violenza fu un'incursione brigantesca nei comuni di Pontelandolfo e Casalduni, alla quale seguirono dapprima l'uccisione di 45 soldati presso Casalduni, e infine la successiva rappresaglia militare che colpì i cittadini e gli abitati dei due paesi. Le grandi differenze nei resoconti di quei fatti già dai giorni appena successivi agli eventi, rendono ancora oggi complesse sia la ricostruzione di quanto avvenne sia il conteggio delle vittime: in mancanza di dati ufficiali e a seconda delle diverse fonti storiche, in particolare il numero dei morti nella rappresaglia varia da 13, a 17, a 164, fino a 400 o 1000., mentre in altri testi non si fa cenno ad alcuna vittima. Tutte le fonti storiche dell'epoca riportano che gli abitati di Pontelandolfo e di Casalduni furono incendiati dai militari durante la rappresaglia.

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