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La storia degli ebrei risalirebbe, secondo la tradizione ebraica, ai patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, che vissero a Canaan verso il XVIII secolo a.C.. gli ebrei discendono in gran parte dalle Tribù di Giuda e Simeone, e parzialmente da altre tribù israelite, specialmente quelle di Beniamino e Levi, che insieme avevano formato l'antico Regno d'Israele e, in seguito, il Regno di Giuda. La prima menzione d'Israele come popolo è stata rinvenuta iscritta sulla Stele di Merenptah, che risale agli anni 1213-1203 a.C.
Con Regno Unito di Israele, si intende, secondo il racconto biblico, il regno unito degli Israeliti formatosi attorno al 1030 a.C. negli attuali Israele, Cisgiordania e Giordania, abitato prevalentemente da Ebrei. L'ultimo dei suoi sovrani fu il re Salomone, attorno al 933 a.C.: le tribù del nord contestarono l'autorità di Roboamo, successore di Salomone, e si organizzarono nel Regno d'Israele, retto da Geroboamo, mentre quelle del sud costituirono il Regno di Giuda, governato dalla dinastia davidica. Le uniche fonti mitico-storiche disponibili, i racconti della Bibbia, testimoniano una forte divisione del territorio prima, durante e dopo la costituzione del regno: al nord il riferimento era la tribù di Efraim, mentre il sud era dominato dalla tribù di Giuda. Ciò ha portato storici e studiosi della Bibbia a vedere questa entità politica non come un vero e proprio regno unitario ma come una sorta di "regno unito", nel quale il regnante assumeva la corona del nord e quella del sud. Martin Noth ha invece ipotizzato che, successivamente alla conquista della terra, si sia configurata una "unione di circonvicini", una sorta di anfizionia, raccolta intorno a un santuario che da itinerante è divenuto stabile e centrale. Hans Küng contesta questa ipotesi, secondo le seguenti considerazioni: nessuna delle culture nomadi ha conosciuto un tale santuario centrale; non è dimostrabile che l'Arca dell'Alleanza sia stata un santuario itinerante per tutta Israele. D'altra parte, neppure è dimostrabile che la confederazione si sia basata su presupposti esclusivamente politici. È insomma difficile stabilire quale possa essere stato il principio agglutinante del futuro Israele (probabilmente riunitosi intorno al nucleo centrale delle tribù di Beniamino, Efraim e Manasse) e come abbia preso piede il principio monarchico. Determinante appare il fatto che già nel Cantico di Debora la federazione tribale sia indicata come "popolo di Jahvè", il che indicherebbe un ruolo certo dell'elemento religioso. Bisogna in ogni caso partire dalla comprensione del ruolo degli shofetim, che in qualche modo annunciano il periodo regale vero e proprio, e la considerazione di un vuoto di potere che si produsse intorno alla fine del II millennio a.C. e fece sì che Samuele, spesso considerato come l'ultimo degli shofetim, designasse Saul e il popolo acclamasse il nuovo re.
L'Impero giapponese occupò le Indie orientali olandesi durante la seconda guerra mondiale, a partire dal marzo 1942 fino alla fine del conflitto nel 1945. Questo periodo fu uno dei più critici e drammatici della storia dell'Indonesia. A causa dell'occupazione nazista del suo territorio nazionale, i Paesi Bassi non ebbero alcuna possibilità di difendere le proprie colonie contro l'offensiva giapponese, e in meno di tre mesi dopo il primo attacco nel territorio del Borneo, la marina giapponese, in concerto con l'esercito imperiale, ebbero la meglio sulle forze alleate. Inizialmente la maggior parte della popolazione indonesiana salutò con favore l'arrivo delle forze giapponesi, considerandoli come dei liberatori dal giogo coloniale olandese; tuttavia questo stesso sentimento cambiò quando gli indonesiani vennero coinvolti nel sopperire allo sforzo bellico soprattutto con il lavoro forzato. Tra il 1944 e il 1945, le truppe alleate non giunsero immediatamente in territorio indonesiano, soprattutto non toccarono le sue regioni più popolare come Giava e Sumatra. Per questo motivo la maggior parte dell'Indonesia era ancora sotto l'occupazione dei giapponesi quando questi furono costretti alla resa nell'agosto 1945. L'occupazione giapponese fu la prima seria sfida al dominio coloniale olandese e terminò con la fine di esso, gettando le basi per mutamenti politici e sociali radicali che sfociarono subito dopo nel periodo storico della guerra d'indipendenza indonesiana. A differenza di quanto avevano fatto gli olandesi, l'esercito giapponese facilitò la politicizzazione della popolazione indonesiana, e, particolarmente nella zona di Giava e, in modo minore, a Sumatra, essi educarono, addestrarono e armarono molti giovani indonesiani dando nel contempo ai loro leader nazionali la possibilità di esprimersi e organizzarsi politicamente. Grazie all'eliminazione del dominio coloniale olandese e alle libertà politiche concesse, il periodo dell'occupazione giapponese dell'Indonesia creò le condizioni affinché, mentre l'Impero giapponese veniva costretto arrendersi, in quegli stessi giorni la nazione indonesiana iniziò i primi passi per reclamare l'indipendenza del paese. Tuttavia, a guerra finita, gli olandesi cercarono di ripristinare il precedente ordine costituito, e solo dopo cinque lunghi e duri anni di lotta diplomatica, militare ma anche sociale, le autorità olandesi furono costrette a riconoscere l'indipendenza e la sovranità indonesiana nel dicembre del 1949. Fino al 1942 l'Indonesia fu colonizzata dai Paesi Bassi ed il suo territorio era noto con il nome di Indie orientali olandesi. Nel 1929 i leader nazionalisti Sukarno e Mohammad Hatta avevano già preconizzato una guerra nel Pacifico e che un'avanzata giapponese sarebbe stata un'opportunità vantaggiosa per la causa indipendentista indonesiana. Dal canto loro la propaganda giapponese iniziò a presentarsi come "la luce dell'Asia"; l'Impero giapponese era l'unica nazione asiatica che si era trasformata con successo in una società tecnologicamente avanzata e culturalmente moderna e, alla fine del XIX secolo rimase l'unico paese a restare indipendente in una regione, il sud-est asiatico nella quale la maggior parte delle altre nazioni erano finite sotto il dominio europeo o statunitense. A seguito della seconda guerra sino-giapponese, l'Impero giapponese rivolse la sua attenzione verso il sud est asiatico reclamando la cosiddetta sfera di co-prosperità della Grande Asia orientale, ovvero una sorta di zona commerciale sotto l'egida giapponese. Gradualmente l'Impero giapponese diffuse la propria influenza in tutto il continente asiatico tra la prima metà del XX secolo e tra gli anni venti e gli anni trenta stabilirono legami commerciali in tutte Indie orientali. Questi spaziavano dai piccoli negozi di città ai grandi centri commerciali e alle grandi industrie come la Suzuki e la Mitsubishi che iniziarono a investire nel commercio dello zucchero. La popolazione giapponese raggiunse il proprio picco nel 1931 con 6.949 residenti, prima di registrare un graduale calo, soprattutto a causa delle tensioni economiche tra Giappone e governo coloniale delle Indie Olandesi. Diversi funzionari e agenti giapponesi furono inviati in Indonesia per stabilire contatti con i nazionalisti indonesiani, soprattutto all'interno dei movimenti di ispirazione islamica, mentre, di contro, i nazionalisti indonesiani erano incentivati a recarsi in Giappone. Questo incoraggiamento del nazionalismo indonesiano entrava in un contesto molto più ampio cioè all'interno di un discorso diretto a rivendicare il continente asiatico per gli asiatici. La maggior parte degli indonesiani credettero alle promesse giapponesi di porre fine al sistema di dominio olandese basato su criteri razziali, e per questo motivo gli indonesiani di etnia cinese, che erano il gruppo etnico che più aveva traeva vantaggio da tale sistema, si dimostrarono i più contrari. Un altro gruppo scarsamente solidale con l'alleanza giapponese era la resistenza indonesiana di ispirazione comunista, che continuò a seguire una politica fedele al fronte popolare unito proposto dall'Unione Sovietica contro ogni forma di fascismo. L'aggressione espansionistica giapponese in Manciuria e in Cina destarono inoltre non poche preoccupazioni tra la popolazione cinese in Indonesia, che iniziò a raccogliere fondi per sovvenzionare la resistenza anti-giapponese in Indonesia. Nel novembre del 1941 il Madjlis Rakjat Indonesia, un'organizzazione politica e religiosa indonesiana, sottoscrisse un "memorandum" alle autorità governative coloniali olandesi per richiedere la mobilitazione della popolazione indonesiana per affrontare la minaccia della guerra; tuttavia il "memorandum" venne rifiutato dal momento che gli olandesi non consideravano il movimento del Madjlis Rakjat Indonesia rappresentativo del popolo indonesiano; nel frattempo, nell'arco temporale di pochi mesi, l'esercito giapponese aveva occupato tutto il territorio dell'arcipelago indonesiano.
Israele, ufficialmente Stato d'Israele (in ebraico: , Medinat Yisra'el; in arabo: دولة اسرائيل, Dawlat Isrā'īl), è uno Stato del Vicino Oriente affacciato sul mar Mediterraneo e che confina a nord con il Libano, con la Siria a nord-est, Giordania a est, Egitto e golfo di Aqaba a sud e con i territori palestinesi, ossia Cisgiordania (comprendente le regioni storiche di Giudea e Samaria) a est, e Striscia di Gaza a sud-ovest. Situato in Medio Oriente, occupa approssimativamente un'area che secondo i racconti biblici in epoca antica era compresa nel Regno di Giuda e Israele e nella regione della Cananea, soggetta nel tempo al dominio di numerosi popoli, tra cui egizi, assiri, babilonesi, romani, bizantini, arabi e ottomani, nonché teatro di numerose battaglie etnico-religiose. In età contemporanea è stata parte del mandato britannico della Palestina, periodo durante il quale fu soggetta a flussi immigratori di popolazioni ebraiche, incoraggiate dalla nascita del movimento sionista nella città svizzera di Basilea (1897) che mirava alla costituzione di un moderno Stato ebraico. Dopo la seconda guerra mondiale e la Shoah, anche per cercare di porre rimedio agli scontri tra ebrei e arabi, il 29 novembre 1947 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella risoluzione n. 181 approvava il piano di partizione della Palestina che prevedeva la costituzione di due Stati indipendenti, uno ebraico e l'altro arabo. Alla scadenza del mandato britannico il moderno Stato d'Israele fu quindi proclamato da David Ben Gurion il 14 maggio 1948. Tale ripartizione fu però osteggiata da gruppi antisionisti e dalla totalità dei rappresentanti palestinesi, nonché dai vicini Paesi arabi. Dopo alcuni scontri già all'indomani del voto della risoluzione, terminato il ritiro delle truppe britanniche, la Lega Araba avviò una guerra contro il neonato Stato ebraico, dando origine a una serie di conflitti arabo-israeliani; accordi di pace sui confini furono in seguito raggiunti solo con Egitto (1979) e Giordania (1994). Rispetto ai territori palestinesi non esistono tuttora confini precisi. Oltre a estendere il territorio dello Stato dopo la prima guerra arabo-israeliana del 1948 (denominata da parte israeliana guerra d'Indipendenza, mentre da parte araba Nakba, "catastrofe"), rispetto a quanto previsto dalla risoluzione ONU, Israele ha anche occupato i territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza dopo la guerra dei sei giorni del 1967 e nel corso degli anni vi ha costruito nuovi centri abitati. Lo Stato palestinese, proclamato nel 1988 e ammesso come osservatore permanente dell'ONU nel 2012, ma non riconosciuto come tale da Israele e da altri Paesi, controlla la striscia di Gaza, dalla quale Israele sì è ritirata unilateralmente nel 2005 (facendone evacuare anche coattamente i ventuno insediamenti) e solo alcune zone della Cisgiordania, che rivendica interamente anche se rimane prevalentemente controllata da Israele, secondo le decisioni degli accordi di Oslo del 1993. La sovranità israeliana non è riconosciuta da molti Stati arabi, mentre rappresentanti palestinesi hanno riconosciuto Israele nel 1993, come parte degli stessi accordi di Oslo. Diversi tentativi di accordi di pace non hanno finora dato i frutti sperati e l'area continua quindi a essere geopoliticamente instabile. All'aprile 2015 la popolazione israeliana era di 8.345.000 abitanti. È l'unico Stato al mondo a maggioranza ebraica (il 74,9% della popolazione) e con una consistente minoranza di arabi (circa il 20%, in prevalenza di religione musulmana, ma anche cristiana o drusa). La legge fondamentale del 1980 (Israele, come il Regno Unito, non ha una Costituzione scritta) afferma che la capitale è Gerusalemme, rivendicata come tale anche dallo Stato di Palestina almeno nella sua parte orientale, ma non è riconosciuta dalla maggior parte dei membri dell'ONU. Quasi tutti gli Stati che hanno relazioni diplomatiche con Israele mantengono le proprie ambasciate a Tel Aviv, centro finanziario del Paese, o nelle vicinanze, ma mantengono comunque sedi consolari a Gerusalemme. Israele è governato da un sistema parlamentare a rappresentanza proporzionale. È considerato un Paese sviluppato, è membro dell'OCSE e secondo il Fondo monetario internazionale nel 2013 era al 37º posto nella lista degli Stati per prodotto interno lordo. Ha inoltre il più alto indice di sviluppo umano in Medio Oriente ed è uno dei Paesi con la più alta aspettativa di vita nel mondo. Nel 1967 l'Israele ha occupato le alture del Golan siriane.
L'Indocina è una vasta penisola dell'Asia sud-orientale, saldata largamente al continente, prominente tra il golfo del Bengala e il mar Cinese meridionale; la sua estremità meridionale si suddivide in un ampio lobo e in una lunga appendice, la Malacca, che giunge a contatto dell'arcipelago malese; nell'andamento delle due coste profondamente incise, nella snellezza delle forme, nella struttura in cui hanno gran parte i corrugamenti recenti, presenta un profondo contrasto con la forma massiccia e la struttura tabulare dell'Arabia e dell'India. Ha una superficie di circa 2 milioni di km² e si estende dal 1° al 23° di latitudine nord, e fra il 93° e il 109° di longitudine est da Greenwich. Al frazionamento della sua struttura fisica corrisponde il frazionamento della vita sociale e politica, la quale, mentre ha impedito la formazione di una nazione o di uno Stato unitario, ha permesso alle minori unità di aborigeni e di antiche popolazioni di mantenersi in pieno isolamento nei distretti montuosi, nelle alte valli dei fiumi e nelle zone più fittamente forestali. Ne consegue la divisione in regioni ben individuate e la formazione di Stati numerosi e differenziati.
La guerra d'Indocina venne combattuta fra il 23 novembre 1946 e il 12 luglio 1954 fra l'esercito coloniale francese e il movimento Viet Minh, guidato da Ho Chi Minh, che si poneva come scopo l'indipendenza del Vietnam. Già sottomessa dall'esercito giapponese durante la seconda guerra mondiale, l'armata francese in Indocina venne duramente sconfitta a Dien Bien Phu dall'esercito vietminh guidato da Võ Nguyên Giáp (nonostante un grande impegno militare e il sostegno degli Stati Uniti) e perse le sue colonie in Indocina, che venne suddivisa in quattro nuovi stati indipendenti, sulla base degli accordi di Ginevra del 1954: Vietnam del Nord, Vietnam del Sud, Cambogia e Laos.
Israele, ufficialmente Stato d'Israele, in ebraico Medinat Yisraʾel, in arabo Isrāʾīl, è un paese del Medio Oriente, situato all'estremità orientale del mar Mediterraneo. Confina a nord con il Libano, a nord-est con la Siria, a est e a sud-est con la Giordania, a sud-ovest con l'Egitto, e a ovest con il mar Mediterraneo. Gerusalemme è sede del governo e capitale proclamata, ma quest'ultimo status non ha ricevuto largo riconoscimento internazionale.
L'Asia è una regione geografica del mondo, comunemente considerata un continente, a sua volta parte del supercontinente euroasiatico insieme all'Europa e di quello eurafrasiatico insieme ad Europa ed Africa. È il più vasto dei continenti del mondo, con una superficie di oltre 4,4 volte più grande di quella dell'Europa e pari a circa un terzo di tutte le terre emerse e, con circa 4,4 miliardi di abitanti, è anche il più popolato.