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I diritti umani (o diritti dell'uomo) sono una concezione filosofico-politica che, accolta come fondamento giuridico dalle Costituzioni moderne, descrive i diritti inalienabili che ogni essere umano possiede. Tra i diritti fondamentali dell'essere umano si possono ricordare: il diritto alla vita, il diritto alla libertà individuale, il diritto all'autodeterminazione, il diritto a un giusto processo, il diritto ad un'esistenza dignitosa, il diritto alla libertà religiosa con il conseguente diritto a cambiare la propria religione, oltre che, di recente tipizzazione normativa, il diritto alla protezione dei propri dati personali (privacy) e il diritto di voto.
La dichiarazione universale dei diritti umani è un documento sui diritti della persona adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella sua terza sessione, il 10 dicembre 1948 a Parigi con la risoluzione 219077A.
La Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (meglio noto come Patto internazionale sui diritti civili e politici), è un trattato delle Nazioni Unite nato dall'esperienza della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, adottato nel 1966 ed entrato in vigore il 23 marzo del 1976. Le nazioni firmatarie sono tenute a rispettarla. La Convenzione internazionale sui diritti civili e politici veniva monitorata dalla Commissione per i Diritti Umani (oggi dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite) che esamina periodicamente relazioni inviate dagli Stati membri riguardanti la loro osservanza del trattato. I 18 membri del Comitato vengono eletti dagli Stati membri delle Nazioni unite, ma non rappresentano alcuno Stato. La Convenzione contiene due "protocolli facoltativi". Il primo protocollo facoltativo pone un regolamento per i reclami individuali in base al quale i singoli cittadini degli Stati membri possono sottoporre reclami, denominati comunicazioni, all'attenzione del Comitato per i Diritti Umani. Le decisioni del Comitato prese ai sensi del primo protocollo facoltativo hanno creato la più estesa e complessa giurisprudenza nel sistema ONU del diritti umani. Il secondo protocollo facoltativo alla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici abolisce la pena di morte. Tuttavia è data facoltà agli Stati firmatari di aggiungere una riserva riguardante l'uso della pena di morte per gravi reati di natura militare commessi in tempo di guerra.
Il diritto al vestiario, ovvero il diritto di abbigliamento, è un diritto umano riconosciuto come tale in vari trattati internazionali sui diritti umani. Il diritto di abbigliamento, insieme con il diritto all'alimentazione e il diritto all'alloggio, sono espressione del generale diritto ad un adeguato standard di vita, così come riconosciuto ai sensi dell'articolo 11 della Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR). Il diritto di abbigliamento è altresì riconosciuto ai sensi dell'articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani (UDHR).
Molti dei diritti umani e delle libertà civili in Corea del Nord sono pressoché inesistenti, gravemente violati e di fatto non rispettati dallo Stato, sebbene la Costituzione formalmente li garantisca. Non c'è libertà di parola, i media sono strettamente controllati e lasciare il paese o muoversi al suo interno risulta praticamente impossibile. Le uniche fonti d'informazione disponibili sui diritti umani in Corea del Nord sono da parte degli ex detenuti e guardiani che sono riusciti a fuggire e informare Human Rights Watch e Amnesty International. Nel 2019 il Democracy Index posiziona la Corea del Nord ultima su 167 paesi esaminati, con un punteggio totale di 1,08 su 10,00. Per quanto riguarda il processo elettorale e il pluralismo il punteggio è di 0,00 su 10,00; la funzione del governo occupa un punteggio di 2,50 su 10,00; la partecipazione politica ottiene un punteggio di 1,67 su 10,00; la cultura politica 1,25 su 10,00 e libertà civili 0,00 su 10,00.
Il movimento per i diritti civili degli afroamericani (noto anche come movimento per i diritti civili degli anni sessanta in lingua inglese 1960s Civil Rights Movement) indica tutti quei movimenti sociali negli Stati Uniti i cui obiettivi erano porre fine alla segregazione razziale e alla discriminazione contro gli afroamericani, per garantire il riconoscimento legale e la protezione federale dei diritti di cittadinanza elencati nella Costituzione. Questo articolo riguarda la fase del movimento tra il 1954 e il 1968, in particolare nel Sud. Generalmente, la leadership di questi movimenti era nelle mani di un esponente afroamericano, ma gran parte del sostegno politico e finanziario provenne dai sindacati (guidati da Walter Reuther), da alcune associazioni religiose e da importanti uomini politici bianchi, del calibro di Hubert Humphrey e Lyndon B. Johnson. Il movimento è anacronisticamente attribuito agli afroamericani, anacronisticamente perché tale termine entrò nel linguaggio comune statunitense soltanto qualche decennio più tardi. Il movimento è stato caratterizzato da importanti campagne di resistenza civile. Tra il 1955 e il 1968, gli atti di protesta non violenta e la disobbedienza civile hanno prodotto situazioni di crisi e dialoghi produttivi tra gli attivisti e le autorità governative. Imprese, governi e comunità locali, statali e federali spesso hanno dovuto rispondere immediatamente a queste situazioni che hanno evidenziato le ingiustizie affrontate dagli afroamericani. Tra le forme di protesta e/o di disobbedienza civile è degno di nota il boicottaggio degli autobus a Montgomery (1955-1956) in Alabama, così come il "sit-in" del 1960 a Greensboro in North Carolina e i vari cortei, tra cui la Marcia da Selma a Montgomery (1965) in Alabama. Importanti traguardi raggiunti grazie a questi movimenti includono il disegno di legge Civil Rights Act del 1964, che vietò la discriminazione basata sulla razza, il colore della pelle, la religione, il sesso o le origini in ogni pratica di lavoro, per non parlare della fine della diseguale registrazione degli elettori e della segregazione nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle aree pubbliche. L'anno seguente, nel 1965, fu approvato il Voting Rights Act, che restaurò la tutela del diritto di voto esteso a tutti i cittadini americani; dello stesso anno sono anche la legge sull'immigrazione, che ha aperto un ingente flusso di immigrati provenienti da diverse aree del Nord Europa e il Fair Housing Act del 1968 che vietò la discriminazione nella vendita o la locazione di abitazioni. Nonostante tali movimenti si siano registrati prevalentemente nel Sud, le proteste ispirarono i giovani di tutti gli Stati Uniti e del resto del mondo, guidando molte associazioni europee alle rivolte degli anni Sessanta. Molte rappresentazioni popolari del movimento sono incentrate sulla leadership e sulle predicazioni di Martin Luther King, Jr., che vinse il Premio Nobel per la Pace nel 1964 per il suo ruolo nel movimento e fu una guida ed una fonte di ispirazione per molti altri leader a venire.
Fidel Alejandro Castro Ruz ( audio; Birán, 13 agosto 1926 – L'Avana, 25 novembre 2016) è stato un rivoluzionario, politico, militare e statista cubano che ha governato Cuba dal 1959 al 2008. Grande protagonista della storia politica del Novecento, è stato Primo ministro di Cuba dal 16 febbraio 1959 fino all'abolizione della carica, avvenuta il 2 dicembre 1976, e successivamente, dal 3 dicembre 1976 al 18 febbraio 2008, Presidente del Consiglio di Stato e Presidente del Consiglio dei ministri, nonché Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba. Castro, assieme al fratello Raúl, a Ernesto Che Guevara e a Camilo Cienfuegos, fu uno dei protagonisti della rivoluzione cubana contro il regime del dittatore Fulgencio Batista e, dopo il fallito sbarco nella baia dei Porci da parte di esuli cubani appoggiati dagli Stati Uniti d'America, definì il carattere socialista della Repubblica di Cuba, che, secondo Castro e i suoi sostenitori, è una democrazia popolare apartitica, ma che i dissidenti e una parte degli analisti politici internazionali definiscono come regime totalitario.Ha spesso giocato un ruolo internazionale maggiore di quanto lascino supporre le dimensioni geografiche, demografiche ed economiche di Cuba, anche a causa della posizione strategica e della vicinanza geografica del Paese agli Stati Uniti. Castro è una figura molto controversa: i detrattori lo considerano un dittatore nemico dei diritti umani, mentre i suoi sostenitori lo considerano un liberatore dall'imperialismo e sottolineano i progressi sociali che egli ha promosso a Cuba.Secondo i suoi sostenitori, la leadership di Castro si è mantenuta così a lungo grazie al sostegno delle masse, dovuto al miglioramento delle condizioni di vita. Secondo i detrattori, invece, le cause andrebbero cercate nell'utilizzo di metodi coercitivi e repressivi.
Ernesto Guevara, più noto come el Che (in spagnolo: pronuncia /el 'ʧe/), Che Guevara o semplicemente Che (Rosario, 14 giugno 1928 – La Higuera, 9 ottobre 1967), è stato un rivoluzionario, guerrigliero, scrittore, politico e medico argentino. Guevara fu membro del Movimento del 26 luglio e dopo il successo della rivoluzione cubana assunse un ruolo nel nuovo governo, secondo per importanza solo a Fidel Castro, suo alleato politico. Nella prima metà del 1965 lasciò Cuba per attuare la rivoluzione socialista in altri Paesi, prima nell'ex Congo belga (ora Repubblica Democratica del Congo), poi in Bolivia. L'8 ottobre 1967, a La Higuera (dipartimento di Santa Cruz), venne ferito e catturato da un reparto antiguerriglia dell'esercito boliviano assistito da forze speciali statunitensi costituite da agenti speciali della CIA. Il giorno successivo venne giustiziato sommariamente e mutilato delle mani nella scuola del villaggio. Il suo cadavere, dopo essere stato esposto al pubblico a Vallegrande, fu sepolto in un luogo segreto e ritrovato da una missione di antropologi forensi argentini e cubani, autorizzata dal governo boliviano di Sanchez de Lozada, nel 1997. Da allora i suoi resti si trovano nel mausoleo di Santa Clara di Cuba. La figura di Guevara ha suscitato grandi passioni sia in suo favore sia contro: dopo la sua morte è divenuto un'icona dei movimenti rivoluzionari di sinistra, idolatrato oltre che dagli stessi cubani anche da tutti quelli che si riconoscevano nei suoi ideali. La fotografia ritratto di Che Guevara, chiamata Guerrillero Heroico e opera di Alberto Korda, dopo la sua morte divenne una delle immagini più famose e riprodotte al mondo, nelle sue varie versioni, del XX secolo. Usata e riprodotta per scopi simbolici, artistici e pubblicitari, è stata definita dal Maryland Institute College of Art come la foto più celebre di sempre.