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Nella religione cristiana cattolica, il limbo (termine derivato dal latino limbus nel significato di orlo, bordo) si pensava fosse la condizione temporanea delle anime appartenute a persone buone morte prima della resurrezione di Gesù (Limbo dei Padri o Sheol), e quella permanente dei bambini morti ancora non battezzati, che non hanno commesso dunque alcun peccato personale, ma non sono stati liberati dal peccato originale attraverso il battesimo (Limbo dei Bambini). Nel Limbo dei Bambini, secondo diversi teologi, andavano anche i buoni non-cristiani (quindi, non-battezzati) morti in Grazia di Dio sufficiente da non dannarsi, ma senza la condizione necessaria per andare in Paradiso (in tal caso era detto, più genericamente, Limbo dei Giusti). Nel 2007 un pronunciamento di papa Benedetto XVI affermò definitivamente l'inesistenza del Limbo, cozzante con i principi della religione cattolica, non avendo colpa l'individuo del suo "non-battesimo", soprattutto nei casi di bambini abortiti o comunque morti prima del Sacramento. Infatti l'attuale Catechismo della Chiesa cattolica prevede che i bambini morti senza Battesimo siano affidati «alla misericordia di Dio [...] che vuole salvi tutti gli uomini».
Liberalismo è il termine principale utilizzato a partire dal XX secolo per indicare la dottrina politica, elaborata inizialmente dai filosofi illuministi tra la fine del XVII e il XVIII secolo, che attribuisce all’individuo un valore autonomo rispetto a quello dello stato, e che intende limitare l’azione di quest'ultimo sulla base di una ferma separazione tra pubblico e privato. Il liberalismo, attraversando la storia del mondo occidentale dal XVII secolo ai giorni nostri, ha assunto forme e caratteristiche diverse nei differenti contesti storici e nazionali in cui si è sviluppato, senza però mai rinunciare alla sua originale ispirazione anti-autoritaria.
In fisica classica, in particolare in meccanica, l'inerzia di un corpo è la proprietà che determina la resistenza alle variazioni dello stato di moto ed è quantificata dalla sua massa inerziale. L'inerzia è descritta dal primo principio della dinamica, il principio di inerzia (o prima legge di Newton), che afferma che un corpo permane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme a meno che non intervenga una forza esterna a modificare tale stato. Il concetto di inerzia è correlato a diverse grandezze fisiche, come il momento di inerzia, che quantifica la resistenza alle accelerazioni angolari. Il termine "inerzia" viene utilizzato anche in senso più generico in contesti non meccanici, dove significa resistenza alla variazione di una qualche grandezza nel tempo; ad esempio nell'ambito di considerazioni termodinamiche qualitative è relativamente frequente parlare di "inerzia termica" intendendo con tale termine generico il calore specifico o la capacità termica di un corpo.
Il termine folclore o folklore (pron. [folˈklore]; dall'inglese folk, "popolo", e lore, "sapere") si riferisce a quelle forme di cultura popolare comprendente le tipologie di tradizione tramandate spesso oralmente e riguardanti conoscenze, usi e costumi, miti, fiabe e leggende, filastrocche, proverbi e altre narrazioni, credenze popolari, musica, canto, danza eccetera, il tutto riferito a una determinata area geografica, a una determinata popolazione, ai ceti popolari in quanto subalterni, a più d'una o a tutte queste determinazioni.
La Fenomenologia dello spirito (in tedesco Phänomenologie des Geistes) è un'opera filosofica di Hegel, pubblicata per la prima volta nel 1807 dove si descrive il percorso che ogni individuo deve compiere, partendo dalla sua coscienza, per identificare le manifestazioni (la "scienza di ciò che appare", la "fenomenologia") attraverso le quali lo spirito si innalza dalle forme più semplici di conoscenza a quelle più generali fino al sapere assoluto.
La fede è definibile come l'adesione a un messaggio o un annuncio fondata sull'accettazione di una realtà invisibile, la quale non risulta cioè immediatamente evidente, e viene quindi accolta come vera nonostante l'oscurità che l'avvolge. La fede consiste pertanto nel «ritenere possibile» quel che ancora non si è sperimentato o non si conosce personalmente.
La Comedìa, o Commedia, conosciuta soprattutto come Divina Commedia, è un poema allegorico-didascalico di Dante Alighieri, scritto in terzine incatenate di endecasillabi (poi chiamate per antonomasia terzine dantesche) in lingua volgare fiorentina. L'opera non esiste nella sua forma originale: essendo stata prodotta prima dell'invenzione della stampa veniva scritta e ricopiata a mano; tra tutti i manoscritti giunti a noi oggigiorno non esistono due versioni uguali, come per tutti i testi antichi, i casi di diversificazione sono tantissimi e variano da semplici modifiche ortografiche, (diritta via o diricta via) fino all'uso di versi simili ma diversi, o parole completamente differenti che danno anche significati diversi, ad esempio il ruscello che esce dalle sorgenti di acqua bollente ..esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici che fu analizzato e commentato con il presupposto che ci fossero delle donne peccatrici, forse prostitute (?), lasciando molti dubbi, ma con un significato completamente stravolto rispetto al più ragionevole pettinatrici o pettatrici o pectatrici cioè le operaie che lavoravano la cardatura e la pettinatura dell lino nelle acque termali. Il titolo originale, con cui lo stesso autore designa il suo poema, fu Comedia (probabilmente pronunciata con accento tonico sulla i); e così è intitolata anche l'editio princeps del 1472. L'aggettivo «Divina» le fu attribuito dal Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante, scritto fra il 1357 e il 1362 e stampato nel 1477. Ma è nella prestigiosa edizione giolitina, a cura di Ludovico Dolce e stampata da Gabriele Giolito de' Ferrari nel 1555, che la Commedia di Dante viene per la prima volta intitolata come da allora fu sempre conosciuta, ovvero "La Divina Comedia". Composta secondo i critici tra il 1304/07 e il 1321, anni del suo esilio in Lunigiana e Romagna, la Commedia è il capolavoro di Dante ed è universalmente ritenuta una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi, nonché una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale, tanto da essere conosciuta e studiata in tutto il mondo. Il poema è diviso in tre parti, chiamate «cantiche» (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti (tranne l'Inferno, che contiene un ulteriore canto proemiale) formati da un numero variabile di versi, fra 115 e 160, strutturati in terzine. Il poeta narra di un viaggio immaginario, ovvero di un Itinerarium mentis in Deum, attraverso i tre regni ultraterreni che lo condurrà fino alla visione della Trinità. La sua rappresentazione immaginaria e allegorica dell'oltretomba cristiano è un culmine della visione medievale del mondo sviluppatasi nella Chiesa cattolica. È stato notato come tutte e tre le cantiche terminino con la parola «stelle» (Inferno: "E quindi uscimmo a riveder le stelle"; Purgatorio: "Puro e disposto a salir a le stelle"; Paradiso: "L'amor che move il sole e l'altre stelle"). L'opera ebbe subito uno straordinario successo e contribuì in maniera determinante al processo di consolidamento del dialetto toscano come lingua italiana. Il testo, del quale non si possiede l'autografo, fu infatti copiato sin dai primissimi anni della sua diffusione e fino all'avvento della stampa in un ampio numero di manoscritti. Parallelamente si diffuse la pratica della chiosa e del commento al testo (si calcolano circa sessanta commenti e tra le 100.000 e le 200.000 pagine), dando vita a una tradizione di letture e di studi danteschi mai interrotta: si parla così di "secolare commento". La vastità delle testimonianze manoscritte della Commedia ha comportato un'oggettiva difficoltà nella definizione del testo: nella seconda metà del Novecento l'edizione di riferimento è stata quella realizzata da Giorgio Petrocchi per la Società Dantesca Italiana. Più di recente due diverse edizioni critiche sono state curate da Antonio Lanza e Federico Sanguineti.La Commedia, pur proseguendo molti dei modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali (ispirazione religiosa, scopo didascalico e morale, linguaggio e stile basati sulla percezione visiva e immediata delle cose), è profondamente innovativa poiché, come è stato rilevato in particolare negli studi di Erich Auerbach, tende a una rappresentazione ampia e drammatica della realtà, espressa anche con l'uso di neologismi creati da Dante come «insusarsi», «inluiarsi» e «inleiarsi».È una delle letture obbligate del sistema scolastico italiano.
Carlo, principe del Galles (Charles Philip Arthur George Mountbatten-Windsor; Londra, 14 novembre 1948), è il figlio maggiore della regina Elisabetta II e di Filippo di Edimburgo. È erede al trono britannico dal 6 febbraio 1952 e questo fa di lui il più longevo erede al trono della storia delle isole britanniche, avendo superato re Edoardo VII che fu erede al trono della regina Vittoria dal 1841 al 1901; mentre per età, il 20 settembre 2013, ha superato re Guglielmo IV, salito al trono all'età di 64 anni, 10 mesi e 5 giorni. Detiene il titolo di principe del Galles dal 1958, e il suo titolo completo è Sua Altezza Reale il Principe del Galles, eccetto in Scozia dove è detto Sua Altezza Reale il principe Carlo, duca di Rothesay. Il titolo di duca di Cornovaglia è spesso utilizzato dal principe nelle relazioni con la Cornovaglia. Ricopre il grado militare di viceammiraglio della Marina Reale Britannica. Inoltre il 16 giugno 2012 la Regina gli ha conferito i più elevati titoli onorifici delle Forze armate britanniche: quello di Ammiraglio della Flotta per la Marina, quello di Maresciallo di Campo per l'Esercito e quello di Maresciallo dell'Aria per la Royal Air Force. Carlo è l'erede al trono di sedici stati sovrani: i reami del Commonwealth (il Regno Unito e quindici ex membri dell'Impero britannico). La successione alla madre con il titolo di Capo del Commonwealth non sarà comunque automatica. Al momento della salita al trono, Carlo sarà il primo monarca britannico a discendere dalla regina Vittoria attraverso due linee di successione: da parte di madre, attraverso Edoardo VII, Giorgio V e Giorgio VI, e inoltre da parte di padre attraverso la nonna, la principessa Alice di Battenberg, bisnipote della regina Vittoria. Carlo ha anche una fitta agenda di doveri reali, e inoltre sta assumendo sempre più impegni in luogo degli anziani genitori. Il principe è anche noto per i matrimoni con Diana Spencer (1981) - dalla quale divorziò nel 1996 - e con Camilla Shand (2005).
L'antropologia (dal greco ἄνθρωπος ànthropos «uomo» e λόγος, lògos «discorso, dottrina» quindi letteralmente: «studio dell'uomo») è una branca scientifica sviluppatasi in particolar modo in epoca moderna che studia l'essere umano sotto diverse prospettive (sociale, culturale, morfologica, psicoevolutiva, sociologica, artistico-espressiva, filosofico-religiosa), indagando i suoi vari comportamenti all'interno della società; nata come disciplina interna alla biologia, ha acquisito in seguito anche un importante valore umanistico.