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The Old Guard è un film del 2020 diretto da Gina Prince-Bythewood. Basato sul fumetto The Old Guard 1 - Fuoco d'apertura scritto da Greg Rucka e illustrato da Leandro Fernandez, pubblicato da Image Comics, il film è interpretato da Charlize Theron, KiKi Layne, Matthias Schoenaerts, Luca Marinelli, Marwan Kenzari e Chiwetel Ejiofor. La storia si concentra sulle vicende di un gruppo di mercenari, tutti immortali secolari in grado di guarire da qualsiasi ferita. Proprio quando scoprono che un altro immortale si è "risvegliato", si rendono conto che qualcuno è alla ricerca del loro segreto e devono lottare per la libertà, sfuggendo da chi è intenzionato ad utilizzare il loro "dono" per motivi economici.
Museo, detto Grammatico nei manoscritti (... – ...), è stato uno scrittore e poeta greco antico della metà del V secolo, autore del poemetto, o epillio, Le vicende di Ero e Leandro.
Leandro Arpinati (Civitella di Romagna, 29 febbraio 1892 – Argelato, 22 aprile 1945) è stato un politico e dirigente sportivo italiano.
L'influenza culturale di Dante Alighieri consiste nella ricezione che la produzione poetica di Dante Alighieri ha avuto in Italia e nel resto del mondo nel corso dei secoli, subendo fasi alterne di apprezzamento e di aperta ostilità da parte dei critici e degli artisti italiani e stranieri. Già a partire dal XIV secolo, la Divina Commedia aveva avuto una vasta e favorevole ricezione da parte del pubblico, constatazione che si può ricavare dai vari codici conservati, tra i quali troviamo un'autografo di Giovanni Boccaccio. Conosciuta e apprezzata nel corso del '400, la produzione dantesca cominciò quindi a diffondersi anche in Spagna, Francia, Inghilterra e Germania, conoscendo una popolarità che durerà fino agli anni '30 e '40 del '500, quando infine il letterato Pietro Bembo escluse Dante dai modelli d'imitazione letteraria. In seguito, con la Controriforma, Dante conobbe anche la censura ecclesiastica per via del trattato "filo-imperiale" De Monarchia, iscritto nell'Indice dei libri proibiti. Ignorato o addirittura disprezzato nel '700, Dante ritrovò il favore dei critici e del pubblico nella stagione romantica, per via della forte religiosità, delle immagini poetiche ricche di pathos sentimentale e, anche, del messaggio politico adottato dal Risorgimento. Il magistero critico-letterario poi del critico Francesco De Sanctis consacrò Dante quale modello d'altissima poesia e simbolo nazionale, dando così inizio ad una lunga stagione di critica letteraria e una progressiva diffusione dell'opera dantesca presso gli italiani, grazie ad iniziative commemorative e allo studio scolastico della Commedia. Contemporaneamente alla riscoperta di Dante da parte degli intellettuali italiani romantici, ci fu un rinnovato interesse per la sua figura e la sua poetica nei restanti Paesi europei e, a partire dal XX secolo, anche extraeuropei. Con la nascita della cultura di massa e lo sviluppo dei mezzi di comunicazione nella seconda metà del secolo scorso, la Commedia e l'universo poetico dantesco sono stati divulgati anche al di fuori degli ambienti filologici e letterari, approdando nel cinema, nella fumettistica e nel mondo dei videogiochi.
Hero and Leander è un epillio di Christopher Marlowe che racconta la tragica storia di Ero e Leandro. La storia dei due sfortunati amanti dell’Ellesponto era stata raccontata da Ovidio nell’Eroidi e da Museo Grammatico (da cui Marlowe sostiene di aver tratto ispirazione) nell’epillio Le vicende di Ero e Leandro. La poesia, scritta probabilmente nel periodo di chiusura del teatri nel 1593, è rimasta incompiuta a causa dell’improvvisa e misteriosa morte di Marlowe, avvenuta il 30 maggio dello stesso anno. George Chapman completò l’epillio, dividendo quanto scritto da Marlowe in due “sestiad” e aggiungendone altre quattro di proprio pugno. La versione di Marlowe si interrompe dopo la prima notte d'amore di Ero e Leandro, senza arrivare all'annegamento del giovane e al conseguente suicidio della fanciulla, descritto invece da Chapman. Tuttavia, l'incompiutezza dell'epillio è stata messa in discussione da diversi critici, che sostengono che il poemetto non sia incompleto, bensì volutamente concluso dall'autore prima che il tragico finale abbia luogo. M. C. Bradbrook, docente di letteratura rinascimentale dell'Università di Cambridge, sostenne che il poemetto volesse celebrare l'amore dei due personaggi (come una sorta di epitalamio) e non narrare la storia di Ero e Leandro nella sua drammatica interezza. La seconda "sestiad" si conclude con le parole "desunt nonnulla" (manca qualcosa, "qualcosa è omesso"): per quanto queste parole siano state probabilmente aggiunte dall'editore, non riescono a chiarire se Hero and Leander possa considerarsi un'opera conclusa o interrotta. La frase infatti può essere interpretata a favore di entrambe le tesi: "manca qualcosa", perché l'autore è morto prima di completarlo, o "qualcosa è stato omesso" perché l'autore non era interessato a raccontare tutta la storia, ma solo la consumazione dell'amore dei due giovani.
La Comedìa, o Commedia, conosciuta soprattutto come Divina Commedia, è un poema allegorico-didascalico di Dante Alighieri, scritto in terzine incatenate di endecasillabi (poi chiamate per antonomasia terzine dantesche) in lingua volgare fiorentina. L'opera non esiste nella sua forma originale: essendo stata prodotta prima dell'invenzione della stampa veniva scritta e ricopiata a mano; tra tutti i manoscritti giunti a noi oggigiorno non esistono due versioni uguali, come per tutti i testi antichi, i casi di diversificazione sono tantissimi e variano da semplici modifiche ortografiche, (diritta via o diricta via) fino all'uso di versi simili ma diversi, o parole completamente differenti che danno anche significati diversi, ad esempio il ruscello che esce dalle sorgenti di acqua bollente ..esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici che fu analizzato e commentato con il presupposto che ci fossero delle donne peccatrici, forse prostitute (?), lasciando molti dubbi, ma con un significato completamente stravolto rispetto al più ragionevole pettinatrici o pettatrici o pectatrici cioè le operaie che lavoravano la cardatura e la pettinatura dell lino nelle acque termali. Il titolo originale, con cui lo stesso autore designa il suo poema, fu Comedia (probabilmente pronunciata con accento tonico sulla i); e così è intitolata anche l'editio princeps del 1472. L'aggettivo «Divina» le fu attribuito dal Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante, scritto fra il 1357 e il 1362 e stampato nel 1477. Ma è nella prestigiosa edizione giolitina, a cura di Ludovico Dolce e stampata da Gabriele Giolito de' Ferrari nel 1555, che la Commedia di Dante viene per la prima volta intitolata come da allora fu sempre conosciuta, ovvero "La Divina Comedia". Composta secondo i critici tra il 1304/07 e il 1321, anni del suo esilio in Lunigiana e Romagna, la Commedia è il capolavoro di Dante ed è universalmente ritenuta una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi, nonché una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale, tanto da essere conosciuta e studiata in tutto il mondo. Il poema è diviso in tre parti, chiamate «cantiche» (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti (tranne l'Inferno, che contiene un ulteriore canto proemiale) formati da un numero variabile di versi, fra 115 e 160, strutturati in terzine. Il poeta narra di un viaggio immaginario, ovvero di un Itinerarium mentis in Deum, attraverso i tre regni ultraterreni che lo condurrà fino alla visione della Trinità. La sua rappresentazione immaginaria e allegorica dell'oltretomba cristiano è un culmine della visione medievale del mondo sviluppatasi nella Chiesa cattolica. È stato notato come tutte e tre le cantiche terminino con la parola «stelle» (Inferno: "E quindi uscimmo a riveder le stelle"; Purgatorio: "Puro e disposto a salir a le stelle"; Paradiso: "L'amor che move il sole e l'altre stelle"). L'opera ebbe subito uno straordinario successo e contribuì in maniera determinante al processo di consolidamento del dialetto toscano come lingua italiana. Il testo, del quale non si possiede l'autografo, fu infatti copiato sin dai primissimi anni della sua diffusione e fino all'avvento della stampa in un ampio numero di manoscritti. Parallelamente si diffuse la pratica della chiosa e del commento al testo (si calcolano circa sessanta commenti e tra le 100.000 e le 200.000 pagine), dando vita a una tradizione di letture e di studi danteschi mai interrotta: si parla così di "secolare commento". La vastità delle testimonianze manoscritte della Commedia ha comportato un'oggettiva difficoltà nella definizione del testo: nella seconda metà del Novecento l'edizione di riferimento è stata quella realizzata da Giorgio Petrocchi per la Società Dantesca Italiana. Più di recente due diverse edizioni critiche sono state curate da Antonio Lanza e Federico Sanguineti.La Commedia, pur proseguendo molti dei modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali (ispirazione religiosa, scopo didascalico e morale, linguaggio e stile basati sulla percezione visiva e immediata delle cose), è profondamente innovativa poiché, come è stato rilevato in particolare negli studi di Erich Auerbach, tende a una rappresentazione ampia e drammatica della realtà, espressa anche con l'uso di neologismi creati da Dante come «insusarsi», «inluiarsi» e «inleiarsi».È una delle letture obbligate del sistema scolastico italiano.
Après une lecture du Dante: Fantasia quasi Sonata (In Italiano Dopo una lettura di Dante: Fantasia quasi Sonata; o anche Dante Sonata) è una fantasia in un movimento, composta da Franz Liszt nel 1849. L'opera è ispirata alla Divina Commedia di Dante Alighieri. È stata pubblicata per la prima volta nel 1856 come parte del secondo volume degli Années de pèlerinage (Anni di Pellegrinaggio). Viene considerata uno dei brani più difficili del repertorio pianistico.
Anni di pellegrinaggio (Années de pèlerinage) è una serie di tre suites per piano solo composte da Franz Liszt. La maggior parte del materiale deriva da un lavoro precedente, Album d'un voyageur (1842), primo grande ciclo pianistico pubblicato dal compositore, che risale agli anni tra il 1835 e il 1838.Anni di pellegrinaggio è ampiamente considerato un capolavoro, uno dei vertici nello stile musicale di Liszt. Il terzo volume è un notevole esempio del suo tardo stile: composto molto dopo I primi due volumi, contiene meno virtuosismi da concerto e più sperimentazione armonica. Il titolo Années de pèlerinage è una citazione del romanzo di formazione di Goethe, Gli anni di pellegrinaggio di Wilhelm Meister. Con questa scelta, Liszt situa idealmente il proprio lavoro nella letteratura romantica del suo tempo, premettendo a una parte dei pezzi con un passaggio letterario tratto da scrittori come Friedrich Schiller e George Gordon Byron.