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Errore relativo

L'errore relativo di una misura è generalmente definito come il rapporto tra l'errore assoluto e la miglior stima per il valore vero , cioè: E r = E A y m {\displaystyle E_{r}={\frac {E_{A}}{y_{m}}}} dove: E r {\displaystyle E_{r}} : errore relativo E A {\displaystyle E_{A}} : errore assoluto y m {\displaystyle y_{m}} : valore medio.L'errore relativo è una grandezza algebrica (cioè con segno), ma, essendo il rapporto fra due grandezze omogenee, è adimensionale (cioè priva d'unità di misura). L'errore relativo nasce dall'esigenza d'interpretare velocemente se un errore è piccolo o grande (dunque se è più o meno tollerabile) confrontandolo direttamente con la grandezza misurata. Minore è il valore dell'errore relativo, maggiore sarà la precisione della misurazione effettuata. In quest'ottica, per evitare di aver a che fare con numeri decimali poco pratici, l'errore relativo viene comunemente riportato con la notazione percentuale (in questo caso viene chiamato errore percentuale), cioè: E r % = E r ⋅ 100 {\displaystyle E_{r\%}=E_{r}\cdot 100} dove: E r % {\displaystyle E_{r\%}} : errore relativo percentuale E r {\displaystyle E_{r}} : errore relativo.Esempio: Una lunghezza viene misurata come 200 cm, con un errore assoluto di 4 cm. Questa misura può essere riportata come: 200 cm ± 4 cm; 200 cm ± 0,02; 200 cm ± 2 %.A titolo puramente indicativo, si può dire che: le misure in ambito industriale, fatte con strumentazione tarata, si possono eseguire con approssimazioni complessive di qualche per cento (1-5%); le misure eseguite in laboratorio, in condizioni controllate, possono raggiungere approssimazioni di qualche per mille (0,1-0,5%); le misure effettuate in laboratori d'eccellenza o altamente specializzati possono ottenere approssimazioni inferiori all'uno per mille.

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