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Un manoscritto (dal latino manu scriptus, cioè "scritto a mano", abbreviato in inventari e cataloghi come ms) è un qualsiasi documento scritto a mano, in opposizione a quelli stampati o riprodotti in un qualsiasi altro modo. Rientrano quindi in questa categoria anche i graffiti e le incisioni (su tavolette di qualsiasi materiale). Comunemente, però, con questo termine si designano testi scritti a mano e redatti in forma di libro. In editoria sono considerati manoscritti anche i testi dattiloscritti che non sono ancora passati attraverso il processo di stampa. L'esempio tipico è la copia che l'autore ha scritto personalmente. Sua caratteristica precipua dev'essere l'unicità. Il periodo d'oro dei manoscritti è situato nel Medioevo, quando gli amanuensi trascrissero migliaia di testi dell'antichità conservandoli in codici che li hanno preservati nei secoli. La disciplina che studia i manoscritti in quanto oggetti è la codicologia, mentre lo studio della scrittura è affidato alla paleografia. Lo studio e l'edizione dei testi contenuti nei manoscritti è di competenza della filologia. I manoscritti non sono definiti dal loro contenuto, che può essere contraddistinto da testo in prosa come da calcoli matematici, mappe, figure esplicative o illustrazioni. I manoscritti possono essere in forma di libro, di pergamena o in formato codex. I manoscritti miniati sono arricchiti da immagini, decorazioni ai bordi, lettere iniziali in rilievo o illustrazioni a piena pagina.
Graham Sandercock (agosto 1943) è un insegnante, giornalista e scrittore inglese.
L'esegesi biblica è lo studio e l'indagine dei testi biblici. Si chiede quando e dove un particolare testo ha avuto origine; come, perché, da chi, per chi e in quali circostanze sia stato prodotto; quali fonti siano state usate nella sua composizione e il messaggio che doveva convogliare. Si interessa anche del testo stesso, studiando il significato delle parole e il modo in cui sono state usate, la sua conservazione, la sua storia e la sua integrità. L'esegesi biblica si appoggia ad un vasto campo di discipline, tra cui archeologia, antropologia, folklore, linguistica, studi delle tradizioni orali, studi storici e religiosi.
L'esegesi (in greco antico: ἐξήγησις, AFI: [hek'sɛ:gɛ:sis]), in filologia, è l'interpretazione critica di testi finalizzata alla comprensione del loro significato. Campi di applicazione possono essere, ad esempio, la legislazione ("esegesi giuridica"), la storia ("esegesi delle fonti storiche del Medioevo"), la letteratura ("esegesi manzoniana") o la religione ("esegesi biblica"). In quest'ultimo caso, l'esegesi ha una forte affinità con l'ermeneutica, intesa come tecnica per la corretta esegesi dei testi sacri.
Ĕlōhīm (in ebraico: אֱלוֹהִים ,אלהים?) è il nome in ebraico biblico della divinità e il titolo del dio di Israele nell'Antico Testamento. Il termine è oggetto di controversie sulla sua interpretazione e anche sulla sua consistenza grammaticale: è da molti autori considerato un termine plurale. Il significato base del nome è "dio", "divinità", e se riferito a YHWH è inteso come il Dio unico di Israele. L'uso alternativo di questo nome e del nome Yahweh nel Pentateuco ha consentito alla "teoria delle quattro fonti" di isolare due relati, detti "fonte elohista" e "fonte yahwista", dei quali è dedotta la combinazione nella composizione dei cinque libri.Con il significato di "dio, divinità", il nome è attribuito anche ad altre divinità individuali, ad esempio Astarte, Moloch, Chemosh e Kos, dèi nazionali rispettivamente dei Sidoni, degli Ammoniti, dei Moabiti e degli Edomiti o i non meglio definiti elohim riuniti nell'assemblea descritta in Salmi 82:1, dove sono anche definiti mortali. Al termine sono poi attribuiti vari altri significati nei seguenti passi: Salmi 8:6; 97:7; 138:1, 1 Samuele 28:13, Esodo 4:16; 7:1 e nel frammento 11Q13 dei Rotoli di Qumran.
La editio princeps (dal latino; plurale editiones principes) è la prima edizione a stampa di un'opera apparsa precedentemente all'invenzione della stampa e tramandata manoscritta sino ad allora. L'opera è stampata nella stessa lingua in cui fu originariamente scritta dal suo autore e pertanto l'editio princeps non è mai una traduzione. L'espressione è usata per i testi dell'antichità e del Medioevo e soprattutto per le opere latine e greche, ma, con lo stesso criterio appena enunciato, vale anche per le opere italiane (e di altre lingue) tramandate manoscritte sino all'invenzione della stampa. Perciò si parla correttamente di editio princeps della Divina Commedia di Dante Alighieri (mentre non è corretto parlare di editio princeps de I promessi sposi di Alessandro Manzoni).Molte editiones principes furono curate da grandi umanisti, come Demetrio Calcondila, Andrea Giovanni Lascaris, Marco Musuro, Marsilio Ficino, Beato Renano e tanti altri. Talvolta fanno riferimento ad esse le suddivisioni in capitoli e paragrafi che troviamo comunemente riportate nelle edizioni attuali. A partire dalla fine dell'Ottocento, alcuni ritrovamenti papiracei avvenuti in Egitto, soprattutto a Ossirinco, hanno permesso di pubblicare opere altrimenti perdute di autori greci come Bacchilide, Eroda e Menandro: tali edizioni sono a tutti gli effetti editiones principes. Lo stesso discorso va fatto per i papiri ercolanesi, il cui svolgimento sta riportando alla luce opere filosofiche epicuree.
L'ebraismo (in ebraico: יהדות?) indica uno stile di vita sia una tradizione culturale diffusa all'interno del popolo ebraico, nelle varie comunità presenti in tutti i paesi del mondo. Come religione l'odierno ebraismo, detto anche ebraismo rabbinico, è l'evoluzione maggioritaria della religione biblica, frutto secondo la tradizione, dell'alleanza (Berit) tra Dio, indicato nella Torah con il nome di Yahweh, e il popolo ebraico. I suoi testi fondamentali sono la Torah, il Tanakh e la tradizione orale supplementare, rappresentata dai testi della Mishnah e del Talmud.
I commentarii (forma nominativo plurale del sostantivo latino "commentarius, i", traslitterato in italiano «commentario») sono degli scritti attraverso i quali, dalla fine del II secolo a.C., venivano narrate le proprie gesta da parte di chi aveva compiuto imprese ritenute memorabili come pretori, censori, consoli, generali vittoriosi.
Il Codex Vaticanus (Bibl. Vat., Vat. gr. 1209; Gregory-Aland no. B o 03), o "Codice Vaticano", è il più antico esempio di Bibbia completa dall'inizio della Genesi alla fine dell'Apocalisse, trascritto nella prima metà del IV secolo, forse attorno al 325 d.C. È scritto in greco, su pergamena, con lettere onciali (maiuscole).