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La seconda guerra di mafia fu un conflitto interno a Cosa Nostra svoltosi in Sicilia tra il 1981 ed il 1984, che vide l'affermarsi del clan dei corleonesi come fazione egemone. Il conflitto scaturì da una forte instabilità interna all'organizzazione mafiosa, scossa dai nuovi grossissimi interessi del traffico internazionale di eroina e delle nuove ambizioni della fazione di Corleone capeggiata da Totò Riina, Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella. In quegli anni si registra l'ascesa dei "Clan dei Corleonesi", i quali impongono il proprio potere criminale con vari omicidi, spesso riportati in primo piani dalla stampa locale come nel caso del quotidiano palermitano L'Ora, che arriverà a titolare le sue prime pagine enumerando le vittime dei conflitti tra fazioni mafiose rivali. Tra le vittime di Cosa nostra vi furono anche personaggi come Pio La Torre, principale artefice della legge Rognoni-La Torre, e il generale dell'Arma dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Giuseppe Marchese (Palermo, 12 dicembre 1963) è un mafioso italiano. Nipote del boss Filippo Marchese e cognato di Leoluca Bagarella (la sorella Vincenza sposò Bagarella, a sua volta cognato di Totò Riina), insieme al fratello Antonino è stato uno dei killer più spietati appartenenti alla fazione dei corleonesi. Entra a far parte di Cosa nostra ad appena 17 anni, e nella seconda guerra di mafia partecipa a vari omicidi tra cui quelli dei boss Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo. Viene arrestato il 15 gennaio 1982 per porto abusivo di armi e in carcere uccide il killer Vincenzo Puccio sfondandogli il cranio con una padella. Nel 1987, al termine del Maxiprocesso di Palermo, è condannato all'ergastolo. Tuttavia si pente e diventa collaboratore di giustizia dopo la morte di Giovanni Falcone, ammettendo diverse volte di aver simulato la pazzia e di aver scontato gran parte delle condanne precedenti in 'manicomio' grazie all'intercessione di Riina.
Giuseppe Greco, detto Scarpuzzedda o semplicemente "Pino" (Palermo, 4 gennaio 1952 – Palermo, settembre 1985), è stato un mafioso italiano, legato a Cosa Nostra.