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La traslazione delle reliquie di san Matteo è una tradizione agiografica altomedievale, fiorita nel Meridione d'Italia, nell'ambiente letterario e religioso della Langobardia Minor. Tale tradizione narra del rinvenimento in Lucania delle reliquie del santo e della loro successiva solenne traslazione a Salerno, per volere del suo principe longobardo Gisulfo I. Quelle stesse reliquie furono poi trasferite nel duomo di Salerno dai principi normanni.
Nella metrica classica, e in particolare della metrica eolica greca e latina, per strofa saffica si intende una strofa composta da tre endecasillabi saffici e da un adonio. È attribuita alla celebre poetessa di Lesbo, Saffo. Secondo la tradizione, il primo dei nove libri composti da Saffo e custoditi nella biblioteca di Alessandria era interamente scritto in strofe saffiche per un totale di 1320 versi. La "saffica" fu ampiamente ripresa anche nel mondo latino, in particolare da Catullo. La strofe saffica è anche uno dei metri classici più ripresi nell'Ottocento italiano dalla Metrica barbara, in particolare da Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli.
Nella letteratura e nella metrica, la strofa (o strofe) è un gruppo di versi, di numero e di tipo fisso o variabile che vengono organizzati secondo uno schema, in genere ritmico, seguito da una pausa. È nota anche con il nome di stanza, termine preferito per le canzoni. Per poter definire i vari tipi di strofe occorre prendere in considerazione sia la successione delle rime che il numero dei versi. La strofa può quindi essere considerata un sistema ritmico che viene stabilito dalla combinazione delle rime e dalla struttura metrica dei versi che la compongono. Le forme più frequenti sono il distico, la terzina, la quartina, la sestina, l'ottava. Più rare le strofe pentastiche ed eptastiche, rispettivamente di cinque e sette versi.
Gennaro di Antiochia (Antiochia di Siria, IV secolo? – Roma, 26 settembre ...) è stato un grammatico e presbitero siriano, considerato un santo martire. La passio di Gennaro, ancora inedita, è conservata in un manoscritto del secolo XIV della biblioteca capitolare della cattedrale di Benevento. Gennaro era un prete originario di Antiochia e viveva a Roma nel Titolo di Santa Pudenziana. Grammatico di fama, attirava intorno sé molti discepoli. Entrò in contatto con Giuliano grazie all'aiuto del grammatico pagano Potemtius. La consulenza prestata all'imperatore non gli evitò di essere tradotto al vicario di Roma, Giordano. Costui, insieme a sua moglie ed altri cinquantatré familiari, ricevettero il battesimo dalle mani di Gennaro e morirono anche loro martiri. Gennaro fu decapitato "Campo Martis inter via Paenestina et Tirburtina". Un monaco Crescentianus lo seppellì in quel luogo in una cripta arenaria un 26 settembre non si conosce però di quale anno. Non si trova né in questa data né in nessun'altra, alcuna menzione di questo martire nei repertori ufficiali della Chiesa Romana.
Dionigi, conosciuto anche come Dionisio (... – Cappadocia, prima del 362), fu vescovo di Milano verso la metà del IV secolo. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da quella copta.
Alfonso Traìna (Palermo, 24 giugno 1925 – Bologna, 18 settembre 2019) è stato un latinista, filologo classico, traduttore e accademico italiano, professore emerito di Letteratura latina dell'Università di Bologna, membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia Nazionale Virgiliana e socio onorario dell'Accademia Pascoliana.