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Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, nota semplicemente come Grazia Deledda (Nuoro, 28 settembre 1871 Roma, 15 o 16 agosto 1936), stata una scrittrice italiana, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 1926. stata la prima donna italiana a ricevere questo premio.
Il romanzo Elias Portolu di Grazia Deledda, scrittrice sarda e premio Nobel per la letteratura, fu pubblicato nel 1900 sulla «Nuova Antologia». Nel 1903 vide la luce in volume, dopo una prima revisione, con la torinese Roux e Viarengo. Nel 1917 venne, dopo un secondo intenso lavoro correttorio, ripubblicato dai Fratelli Treves per essere ristampato prima nel 1920 e poi nel 1928. La Deledda dopo quattordici anni non si limitò alla sola emendazione dei refusi ma, colta da numerosi ripensamenti, innovò in centinaia di luoghi del testo. L'importanza filologica, linguistica e critica dell’edizione Treves, dunque, sta proprio in questa diffusa difformità di lezione con le primitive edizioni. Secondo la critica nel romanzo sono evidenti numerose affinità e consonanze con la sensibilità, il gusto e le tematiche dei grandi maestri russi dell'Ottocento, in particolare del Dostoevskij di Delitto e castigo.
Canne al vento un romanzo di Grazia Deledda. Uscito a puntate su L'Illustrazione Italiana, dal 12 gennaio al 27 aprile 1913, dopo qualche mese fu pubblicato in volume, presso l'editore Treves di Milano. Il titolo dell'opera pi famosa della scrittrice sarda (Premio Nobel per la letteratura, 1926) allude al tema profondo della fragilit umana e del dolore dell'esistenza; in questa direzione mobilita le riflessioni e le fantasie di un eroe protagonista, come un primitivo, un semplice, assai simile al pastore errante dell'Asia leopardiano o a uno degli umili manzoniani. Il rapporto di similitudine tra la condizione delle canne e la vita degli uomini, celebrato nel titolo del romanzo, proviene da un'opera (Elias Portolu) del 1903: Uomini siamo, Elias, uomini fragili come canne, pensaci bene. Al di sopra di noi c' una forza che non possiamo vincere.
La madre è un romanzo di Grazia Deledda pubblicato a puntate nel 1919 nel giornale Il tempo ed in volume nel 1920 da Treves di Milano.
La sindrome di Stendhal, un'affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono localizzate in spazi limitati.
L'edera è un romanzo della scrittrice sarda Grazia Deledda. Fu pubblicato per la prima volta in lingua tedesca e francese nel 1907 e uscì, in lingua italiana, a puntate sulla Nuova Antologia nel gennaio-febbraio del 1908 e pubblicato in volume nello stesso anno. Venne tradotto in diverse lingue e nel 1950 ne fu tratto un film per la regia di Augusto Genina, dal titolo omonimo (Vitaliano Brancati collaborò alla sceneggiatura). Si tratta di un'opera di carattere drammatico.
Graziella Magherini (Firenze, 1927) è una psicoanalista italiana di orientamento freudiano. Psichiatra psicoanalista, è membro didatta dell'Associazione Italiana di Psicoanalisi e dell'International Psychoanalytic Association, nonché attuale presidente dell'International Association for Art and Psychology. È esperta in storia dell'arte con particolare riferimento a studi su Michelangelo, assieme a Simona Argentieri, relativi al suo vissuto travagliato ed alle conseguenti relazioni con la sua opera. Uno dei suoi libri più noti al grande pubblico è relativo alla sindrome di Stendhal, di cui ha stesso titolo, pubblicato nel 1989. Nel libro si analizza, anche mediante lo studio sistematico di casi clinici, il retroterra psichico che causa tale manifestazione di stampo emotivo. Graziella Magherini ha una pluridecennale esperienza presso l'ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. La città stessa è stata un ottimo osservatorio per lo studio e l'acquisizione di dati inerenti allo sviluppo ed il manifestarsi della sindrome di Stendhal, tenuto conto anche della grande affluenza dei visitatori stranieri portati al disturbo emotivo succitato di fronte alla grande quantità di opere artistiche a Firenze, sia a livelli di singolo che di gruppo. Di interesse particolare può essere il caso clinico di Inge. Di importanza focale per il suo lavoro di psicanalista sono gli studi inerenti alla auxologia ed in relazione a ciò la Magherini è presidente della società relativa formatasi.
Il "caso" Michelangelo per quanto riguarda il retroterra psichico di un artista è stato affrontato in diversi periodi e da diversi autori anche a causa dell'importanza dell'opera dello scultore. I problemi relativi all'omosessualità e al vandalismo vengono correlati al vissuto personale di Michelangelo ed alle situazioni mentali derivanti nonché al loro processo di sublimazione artistica nello specifico della scultura. Nella raffigurazione del "Peccato originale", qui a destra, che rappresenta la stessa sensualissima Eva, si può notare una muscolatura decisamente mascolina rapportabile alle figure dei cosiddetti Prigioni, donne belle e possenti sono spesso rappresentate da Michelangelo a conforto di alcune ipotesi di Graziella Magherini.
L'arteterapia è un percorso di appoggio e/o cura di indirizzo psichico. Questo tipo di tecnica con risvolti terapeutici è nata attorno agli anni quaranta, e discende da esperienze di psicoterapia dinamica e da pratiche dedotte dall'applicazione della psicoanalisi.