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La storia dell'Iraq è molto antica e brani della sua fase più remota coincidono con passaggi della storia di importanti civiltà che ebbero sede nel suo attuale territorio. Più in generale, la storia antica dell'Occidente, come quella recente, ruota spesso intorno a questo.
Ṣaddām Ḥusayn ʿAbd al-Majīd al-Tikrītī (in arabo: صدام حسين عبد المجيد التكريتي; Tikrit, 28 aprile 1937 – Baghdad, 30 dicembre 2006) è stato un politico e militare iracheno, leader assoluto dell'Iraq in un regime considerato dittatoriale dal 1979 al 2003, quando fu destituito durante la seconda guerra del Golfo in seguito all'invasione anglo-americana. Fu giustiziato il 30 dicembre 2006, a seguito di una sentenza di condanna a morte pronunziata da un tribunale speciale iracheno e confermata in appello per crimini contro l'umanità. La sua esecuzione ha destato scalpore e polemiche in tutto il mondo anche per via dello scherno che i suoi carnefici gli riservarono in punto di morte. In seguito alla sua deposizione in Iraq vi fu un marcato aumento delle violenze settarie che ben presto si trasformò in una guerra civile la quale continuò a più riprese fino a culminare nel 2014 con la formazione dello Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (ISIS). Ṣaddam aveva tre figlie e due figli, ʿUdayy Ṣaddam Ḥusayn e Qusayy Ṣaddam Ḥusayn. Questi ultimi furono ritenuti a lungo tra i suoi più probabili successori alla guida dell'Iraq ma il 22 luglio 2003 furono entrambi uccisi a Mosul dai militari statunitensi insieme al figlio quattordicenne di Qusayy, Muṣṭafā.
La guerra del Golfo (2 agosto 1990 – 28 febbraio 1991), detta anche prima guerra del Golfo in relazione alla cosiddetta seconda guerra del Golfo, è il conflitto che oppose l'Iraq ad una coalizione composta da 35 stati formatasi sotto l'egida dell'ONU e guidata dagli Stati Uniti, che si proponeva di restaurare la sovranità del piccolo emirato del Kuwait, dopo che questo era stato invaso e annesso dall'Iraq. Fu anche un evento mediatico che segnò uno spartiacque nella storia dei media: fu infatti definita la prima guerra del villaggio globale.
Baghdad (in arabo: بغداد, Baghdād, in età abbaside Madīnat al-Salām, "Città della pace", in italiano antico Baldacca o Baudac), o Bagdad, è la capitale dell'Iraq e dell'omonima provincia. È la seconda città più grande dell'Asia sud-occidentale, dopo Teheran: il calcolo della popolazione per il 2014 è di 7 665 292 abitanti. Situata sul fiume Tigri a 33°20 nord e 44°26 est.
La nazionale di calcio della Palestina è la squadra nazionale dello Stato di Palestina ed è posta sotto l'egida della Federazione calcistica della Palestina, fondata nel 1962 ma riconosciuta dalla FIFA solo nel 1998, dopo la creazione dell'Autorità Nazionale Palestinese nel 1994. Occupa il 103º posto del ranking FIFA.
L'intervento militare contro lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, condotto dalla coalizione contro lo Stato Islamico o coalizione contro l'ISIS, è un intervento militare internazionale nella guerra civile irachena e nella guerra civile siriana contro lo Stato Islamico in Iraq e Siria. L'intervento mira a interdire l'espansione dei gihadisti salafiti del cosiddetto Stato Islamico, che hanno preso il controllo nel corso del 2014 di città quali Raqqa in Siria, Falluja, Mosul e Tikrit in Iraq. Gli Stati Uniti hanno cominciato attacchi aerei in Iraq dall'8 agosto del 2014 e in Siria dal 23 settembre, e hanno formato una coalizione di numerosi Paesi occidentali e arabi. L'intervento militare a guida statunitense consiste in attacchi aerei contro obiettivi dello Stato Islamico, condotti per lo più dagli Stati Uniti, e in assistenza militare (armi e addestratori) al governo iracheno, al Kurdistan iracheno, al Kurdistan siriano e ad alcuni gruppi armati dell'opposizione siriana. Gli Stati Uniti hanno anche attaccato il Fronte al-Nusra in Siria, in particolare la sua cellula chiamata gruppo Khorasan. Hanno condotto attacchi aerei in Iraq o Siria gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, i Paesi Bassi, il Belgio, la Danimarca, l'Australia, il Canada, e paesi arabi quali la Giordania, il Marocco, l'Arabia Saudita, il Qatar, il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti. Germania, Italia, Spagna e altri stati si sono limitati a un sostegno militare e logistico. Nel corso del primo anno di intervento militare, tra agosto 2014 e agosto 2015, gli Stati Uniti hanno realizzato il 68% dei 3 683 attacchi aerei della coalizione in Iraq e il 95% dei 2 306 attacchi aerei in Siria.Indipendentemente dalla coalizione arabo-occidentale, sono intervenuti militarmente contro l'ISIS e in sostegno dei governi iracheno e siriano l'Iran, che ha schierato truppe in combattimento in Iraq e in Siria, e la Russia, con attacchi aerei in Siria incominciati il 30 settembre 2015. A differenza di Iran e Russia, la coalizione arabo-occidentale non appoggia il governo siriano e sostiene invece l'opposizione siriana moderata.
La guerra d'Iraq (o seconda guerra del Golfo) è stato un conflitto bellico iniziato il 20 marzo 2003 con l'invasione dell'Iraq da parte di una coalizione multinazionale guidata dagli Stati Uniti d'America, e terminato il 18 dicembre 2011 col passaggio definitivo di tutti i poteri alle autorità irachene insediate dall'esercito americano su delega governativa statunitense. L'obiettivo principale dell'invasione era la deposizione di Saddam Hussein, già da tempo visto con ostilità dagli Stati Uniti per vari motivi: timori (poi rivelatisi infondati) su un suo ipotetico tentativo di dotarsi di armi di distruzione di massa, il suo presunto appoggio al terrorismo islamista, il volersi appropriare delle ricchezze petrolifere e l'oppressione dei cittadini iracheni da parte di una dittatura sanguinaria. Questo obiettivo di invadere l'Iraq fu raggiunto rapidamente: il 15 aprile 2003 tutte le principali città erano nelle mani della coalizione, e il 1º maggio il presidente statunitense George W. Bush proclamò concluse le operazioni militari su larga scala. Tuttavia il conflitto si tramutò abbastanza presto in una resistenza e in una guerra di liberazione dalle truppe straniere, considerate invasori da molti gruppi armati arabi sunniti e sciiti, per sfociare infine in una guerra civile fra le varie fazioni, causata da una squilibrata gestione del potere (che agevolò le componenti sciite maggioritarie). I costi umani della guerra non sono ben definibili, e sono spesso oggetto di dibattito. Più in generale, il bilancio dell'intera guerra risulta difficile in quanto, a fronte della deposizione di Saddam e dell'instaurazione di una democrazia formale, si è avuto un netto aumento delle violenze settarie in Iraq, una penetrazione di al-Qāʿida nel Paese e, in generale, un calo della sicurezza dei cittadini. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 22 maggio 2003 approvò la Risoluzione n. 1483 con la quale sollecitava la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità ed alla sicurezza del Paese iracheno. Il 15 luglio 2003 iniziò la missione italiana denominata «Antica Babilonia» alle dipendenze delle forze britanniche nel sud del Paese nella regione di Dhi Qar. Il 16 ottobre 2003, il Consiglio di Sicurezza approvò all'unanimità, ai sensi del capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, la risoluzione nº 1511 del 16 ottobre 2003 sull'Iraq che gettava le basi per una partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite alla ricostruzione politica ed economica dell'Iraq e al mantenimento della sicurezza. Fin da prima dell'inizio della guerra, l'ipotesi di un'invasione dell'Iraq scatenò malumori in tutto il mondo, contrapponendo chi la riteneva necessaria e chi la considerava un crimine ingiustificabile. Oltre all'opinione pubblica, le polemiche si svilupparono anche sul piano internazionale: in Europa, la Francia e la Germania si opposero fin dall'inizio all'intervento, mentre Italia e Gran Bretagna offrirono (con modalità e tempistiche differenti) il loro supporto politico e militare. L'Italia, dislocò i suoi reparti nel sud del Paese, con base principale a Nāṣiriya, sotto la guida inglese. Questa partecipazione suscitò forti polemiche. La guerra è proseguita a fasi alterne durante l'occupazione e anche dopo il ritiro americano nel 2011 fino a culminare nel 2014 in una nuova guerra civile in Iraq che ha portato alla creazione dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.
Le arpe e le lire di Ur sono un gruppo di strumenti musicali a corda risalenti a circa 2.500 anni prima di Cristo e rinvenuti nel 1929 durante gli scavi condotti nell'antica città sumerica di Ur, nell'odierno Iraq, dall'archeologo statunitense Leonard Woolley Si tratta dei più antichi cordofoni di cui si abbia testimonianza.Gli strumenti, ricostruiti, sono conservati in tre diversi musei, il museo nazionale iracheno di Baghdad, il British Museum di Londra e lo University of Pennsylvania Museum of Archaeology and Anthropology.