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Le nevi del Kilimangiaro (Les Neiges du Kilimandjaro) è un film del 2011 diretto da Robert Guédiguian. La canzone del 1966 che accompagna il film, a cui dà anche il titolo, è interpretata da Pascal Danel. Il soggetto, sceneggiato da Guédiguian e Jean-Louis Milesi, è ispirato al poema Les pauvres gens di Victor Hugo. Il film è stato presentato nella sezione Un Certain Regard del 64º Festival di Cannes.
Le nevi del Kilimangiaro (The Snows of Kilimanjaro) è un racconto di Ernest Hemingway del 1936. Ambientato in Africa, assieme a La breve vita felice di Francis Macomber (The Short Happy Life of Francis Macomber), il racconto fu concepito da Hemingway durante il suo safari in Kenya nel 1933 (il viaggio di cui si racconta in Verdi colline d'Africa). La storia fu adattata per il grande schermo da Henry King nel film omonimo del 1952.
Questo è l'elenco delle montagne della Terra di Mezzo, che fanno parte dell'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J. R. R. Tolkien. La lista contiene catene montuose, colli, vette e passi montani che si trovano nelle regioni di Aman e della Terra di Mezzo.
Una montagna un rilievo della superficie terrestre che si estende sopra il terreno circostante. Esistono varie convenzioni per ci che riguarda l'altezza che discrimina tra il concetto di montagna e quello di collina: d'ordinario si definisce montagna un rilievo che supera i 400 - 500 o, secondo altre convenzioni, i 600 -700 metri sul livello del mare (s.l.m.), ma solo quando il suo aspetto , almeno parzialmente, impervio. Si deve per tener presente che la toponomastica non sempre segue le definizioni convenzionali sopra citate: seguendo l'etimo latino mons, la parola "monte" usata, indipendentemente dalla sua altezza assoluta, quando un rilievo presenta un dislivello notevole dal terreno circostante, quando la sua forma evoca la vicinanza al cielo, quando alcuni versanti risultano inaccessibili per la presenza di alte rupi. La legislazione italiana, dopo l'abrogazione della legge del 1952 e di quella del 1971, non definisce l'altezza che distingue colline e montagne; cos pure non esiste, a livello di Unione europea, una definizione convenzionale legale. Analogamente si parla di montagna anche riferendosi ai rilievi che si incontrano sugli altri pianeti o sui loro satelliti.
Tra i miti, uno dei più diffusi fra tutti i popoli del mondo antico, è senza dubbio il mito cosmogonico, cioè il mito della creazione del mondo (dalla parola greca cosmos, mondo e dalla radice ghen, nascere). I miti cosmogonici, ci parlano di un'epoca in cui, forse, la disposizione dei continenti era diversa, in cui, ad esempio, lo stretto di Bering era ancora una striscia di terra che univa l'America settentrionale al blocco continentale euro-asiatico, in cui forse l'immensa distesa degli oceani era interrotta da piccole isole che facilitavano le grandi migrazioni. Molti miti risalgono ad un'epoca in cui gli indiani del Nordamerica vivevano ancora nelle regioni dell'Asia settentrionale, ancora non avevano attraversato la striscia di terra che avrebbe aperto davanti a loro le immense pianure dell'America settentrionale, e forse ancora ricordavano la loro antica convivenza con popoli che si erano spostati molto più a sud, verso l'Asia centrale o molto più ad ovest, in prossimità dell'area mediterranea.
Nella mitologia greca, Eco è una delle Oreadi, le ninfe delle montagne. Secondo Ovidio, Giove notando l'attitudine di Eco per il pettegolezzo, la spinse ad intrattenere sua moglie Giunone in modo da distrarla dai suoi amori furtivi. Giunone però si accorse dell'inganno, e la punì togliendole l'uso della parola e condannandola a dover ripetere solo le ultime parole che le venivano rivolte o che udiva. La ninfa si innamorò perdutamente di Narciso, ma non potendogli confessare il suo amore, riuscì solo ad innervosirlo ripetendo le ultime parole che pronunciava facendogli pensare che fosse uno scherzo e che lo stesse prendendo in giro. Narciso, stanco della ragazza se ne andò lasciandola sola. La ninfa si mise a piangere fino a prosciugarsi e di lei non rimase che la voce che riecheggia ancora oggi per le montagne. Nemesi, per vendicarsi, portò Narciso davanti a delle sorgenti d'acqua dove rimase incantato dal suo aspetto e, rimanendo impressionato dalla sua immagine riflessa, senza mangiare e bere, morì ma per ordine di Zeus e degli dèi nacque uno splendido fiore dalla bianca corolla.